Sunday 30 January 2011

Wikileaks: oops, imbarazzante - quarta parte: UK e dintorni

di Rinaldo Francesca

(qui la prima parte)

(qui la seconda parte)

(qui la terza parte)

Fatto n.2: regna ancora, qui in UK, il più totale mistero su uno studio condotto nell'ormai lontano maggio 2010 dal Tenente Generale dell'esercito Chris Brown, che condannerebbe senza mezzi termini le azioni delle forze armate britanniche prima e durante l'invasione dell'Iraq. [1]
Ragione di tale mistero sembrerebbe risiedere nel fatto che, a detta di certi pezzi grossi nel Ministero della Difesa (Sir Jock Stirrup in primis), i fatti contenuti nel rapporto sarebbero “troppo imbarazzanti per le forze armate” se trapelassero, tanto da aver indotto alti ufficiali e affini a non perdere un minuto di tempo ad arrestarne la pubblicazione, fosse anche solo per circolazione interna al Ministero della Difesa. Wow!
Sì sì, d'accordo, giuste obiezioni le vostre: con tutto quello che è successo nella Galassia Wikileaks nel frattempo, sembra questo il momento di andare off-topic?
Vero, vero: questa soap opera di Julian Assange, in effetti, non sembra voler smettere di regalarci sorprese e colpi di scena ogni settimana, tanto da far pensare che le vicende legate al sito delle Soffiate e Indiscrezioni par excellence ci terrà occupati (o dovremmo forse dire distratti?) per tutto il 2011 e oltre.
Vediamo un po': c'è stata la forzata chiusura del conto “bancario” di Wikileaks a ottobre da parte di una certa Moneybookers – una compagnia di pagamenti online basata in Gran Bretagna – causata dell'inserimento di Wikileaks nella lista di “organizzazioni pericolose” secondo le autorità USA: ciò ha portato ad accuse, diremmo piuttosto fondate, di “guerra finanziaria”. [2]
Successivamente, la parlamentare islandese e collaboratrice di Wikileaks Birgitta Jónsdóttir ha ricevuto una subpoena – o mandato di comparizione, se preferite - da parte del Dipartimento di Giustizia USA; [3] nel frattempo Julian Assange è stato arrestato a dicembre per (udite-udite) stupro – un'accusa che Assange nega e definisce politicamente motivata – e si trova in libertà provvisoria in Inghilterra: un destino per il momento decisamente più roseo – ammettiamolo – rispetto a quello che è toccato a colui che è stato accusato di essere il suo confidente, Bradley Manning, il quale da mesi si trova in isolamento in un carcere militare e la cui salute fisica e mentale mostra segni di deterioramento. [4]
E che dire delle congetture che sono state fatte qua e là a proposito delle rivelazioni Wikileaks – che un ansimante Franco Frattini non ha perso tempo a definire “l'11 settembre della diplomazia”?
Eccone alcune: queste rivelazioni non rivelano niente di nuovo, anzi, grazie ad esse “il mondo è informato del fatto che il "nemico" in Afghanistan è sempre più forte, il Pakistan e l'Iran sono da biasimare e i coraggiosi soldati americani sono impiegati nella "ricostruzione"!” [5]; e sono tutte rivelazioni che favoriscono Israele [6]; oppure no, macché, sono rivelazioni che danneggiano anche Israele, confermando i sospetti che gli Stati Uniti abbiano rifiutato di aiutare gli Emirati Arabi Uniti nell'indagine sull'assassinio a Dubai [7], che Israele si stia preparando per sferrare un altro, probabilmente sanguinoso attacco in Medio Oriente [8], e confermando l'ammissione da parte di diplomatici israeliani nel 2008 che il blocco a Gaza non ha mai avuto nulla a che vedere con la “sicurezza”, ma che il suo solo scopo è sempre stato quello di ridurre alla fame i suoi abitanti. [9]
E poi scusate (un altro costante refrain), possibile che non vi siate mai chiesti chi finanzia davvero Wikileaks? Questa è in verità una domanda che tiene sveglio la notte persino il burattinaio professionista Zbigniew Brzezinski – o perlomeno, questo è ciò che vuole noi pensiamo. [10]
Ad ogni modo, c'è chi non ha dubbi in proposito: si tratta di George Soros; [11] no, macché, si tratta di una qualche agenzia PR di Washington. [12]
E com'è che Julian Assange è ancora in vita? Come si spiega? E poi chi è comunque 'sto Julian Assange? È un ex hacker del gruppo Chaos Computer, fondato ad Amburgo negli anni Ottanta, e che fu a suo tempo reclutato dal KGB [13]; no, è un agente del Mossad; no, è un burattino della famiglia Rothschild. [14]
A dire la verità, Àp0ti cominciava un po' a preoccuparsi al veder passare settimane senza che fosse nominata questa celeberrima famiglia in connessione con la vicenda Wikileaks. Ora, con un sospiro di sollievo, può finalmente abbandonarsi a immaginare l'immancabile membro dei Rothschilds (uno qualunque) sghignazzare nell'ombra, anche in questo misterioso plot.
E, per continuare con le speculazioni: a che servono le cosiddette “rivelazioni”, se non a generare il casus belli che porterà ad un'orwelliana regolamentazione di internet? [15]
E comunque chi sarebbe questa donna che accusa Assange di stupro? Una femminista manovrata, non c'è dubbio: “Anna Ardin, [che] ha lavorato con dei gruppi anti-Fidel Castro legati alla CIA e sostenuti apertamente da Luis Posada Carriles, l’agente della CIA implicato nella strage di un aereo di linea cubano nel 1976, che costò la vita a 73 persone”. [16]
Vedete? Non si finisce più.
No no, non ce ne vogliate ma, nonostante il titolo di questo pezzo, non ce la sentiamo di continuare su questa strada di piste e ipotesi (delle quali abbiamo solo citato le più note), che potrebbe tenerci occupati per mesi... permettete dunque che questo sia non tanto un pezzo dedicato a ciò che è stato pubblicato su Wikileaks, quanto piuttosto a ciò che vorremmo vedervi pubblicato.
Torniamo dunque al rapporto del Tenente Generale Chris Brown e alle sue rivelazioni, ritenute troppo imbarazzanti per le forze armate britanniche.
Ora, lungi da noi sia il volerVi istruire su dove andare a guardare per leggere tra le righe ma, se ce lo permettete, vorremmo attirare la Vs attenzione su quella parolina: “imbarazzante”. D'altronde, la stiamo menando già da sei lunghi mesi con questa definizione, riteniamo sia venuto il momento di quello che a teatro chiamano il denouement.
Orbene, Sir Jock Stirrup & Co. pensano, nella loro infinita saggezza, che il “Rapporto Brown” sia... troppo imbarazzante per le forze armate, se divenisse di dominio pubblico? Abbiamo capito bene? È questo il problema?
Beh, ma allora, scusate: forse ci siamo persi una puntata o due di questa saga perché, l'ultima volta che abbiamo controllato, anche i fatti che erano già stra-noti, pubblicati a più riprese sui giornali, non erano esattamente edificanti per le Forze Armate di Sua Maestà. Volete dunque dire, signori ufficiali, che il rapporto contiene notizie più imbarazzanti rispetto a ciò che era già noto, e che ci accingiamo a pubblicare?
(segue una parziale antologia di alcuni tra i più gloriosi episodi delle forze armate britanniche in Mesopotamia)

1 - Era già noto, per esempio, come le forze armate britanniche, ben lungi dall'avere la benché minima parvenza di strategia, fossero goffamente saltate a pie' pari in questa meravigliosa avventura “senza agenda o programma che si potessero definire tali, ma piuttosto con un programma che consisteva nel mettere le relazioni con gli americani in cima alla loro lista di priorità”, come spiega il prof. Charles Tripp: [17] in altre parole, se fosse necessaria una traduzione, era noto come l'atteggiamento delle forze armate britanniche nei confronti delle loro controparti americane fosse stato qualcosa come: “Andremo dove ci manderete, faremo quello che direte e non ci dissocieremo mai dalle vostre azioni. Tutto, purché continuiate a considerarci i vostri servitori preferiti”.

2 - Era altresì noto che, per quanto riguardava i piani di ricostruzione del paese per il post “missione compiuta”, nemmeno uno straccio d'idea sembrava esistere – fosse anche scarabocchiata su una tovaglietta di carta di un fast-food – tanto da suscitare nell'ex ambasciatore britannico a Washington Christopher Meyer la celebre definizione: “Un punto buio che divenne un buco nero”, e il commento del generale inglese Tim Cross: “Il piano a lungo termine era: 'non ci serve un piano'”. [18]

3 - Inoltre, giusto per rinfrescarci la memoria, erano già ben note le atrocità commesse dai “ragazzi” di Sua Maestà. Ripercorriamone alcune insieme, se vi va:

- Nel 2003 gli uomini della compagnia comandata dal colonnello Mendonca, parte del Queen’s Lancashire Regiment, torturarono e uccisero il receptionist Baha Mousa con 93 ferite (uno degli uomini di Mendonca, caporale Donald Payne, fu condannato; Mendonca invece fu assolto in febbraio 2007 e gli venne in séguito data la medaglia Distinguished Service Order dalla regina); si seppe solo nel settembre 2009 che l'unica colpa del receptionist Baha Mousa era stata quella di denunciare atti di sciacallaggio perpetrati dai soldati britannici nell'hotel in cui lavorava. [19]
- A Basra nel 2003, quattro soldati delle Irish Guards gettarono in un canale il quindicenne asmatico Ahmad Jabbar Kareem, che morì annegato (tutti e quattro furono assolti dal tribunale militare a Colchester in giugno 2006). [20] A quanto pare i quattro militari avevano sospettato Kareem di atti di sciacallaggio, un crimine sul quale, com'è noto, i prodi ufficiali di Sua Maestà non sono assolutamente disposti a chiudere un occhio; a meno che, naturalmente, non siano essi stessi a commetterlo.
- C'è poi la storia, che fu insabbiata fino a ottobre 2007, di 31 civili arrestati dalle truppe britanniche a Majar al-Kabir il 14/05/04, di cui 20 non sopravvissero a quelle che probabilmente furono – secondo il referto medico del dr. Adel Salid Majid – torture e mutilazioni [21]
- Ci sono poi i noti episodi di abusi sui detenuti di Camp Breadbasket: in particolare quella di un ragazzo che aveva allora 14 anni – identificato solo come Hassan – il quale fu obbligato a praticare sesso orale su un altro prigioniero, tra fischi, schiamazzi e applausi degli eroici soldati del Queen’s Lancashire Regiment; o quella di un altro detenuto che venne legato in una rete da pesca e tenuto appeso alle forche di un carrello elevatore per aver rifiutato di obbedire all'ordine di mozzare il dito ad un altro prigioniero. [22]

5 – Erano poi anche note le varie scorciatoie prese qua e là dal Ministero della Difesa per risparmiare qualche soldino sull'equipaggiamento in dotazione ai militari; scorciatoie che sono poi costate la vita a soldati come il Capitano Daniel Wright [23], o alle dieci persone a bordo di quell'Hercules nel 2005 – una tragedia la cui possibilità era stata anticipata anni prima ma totalmente ignorata. [24]

6 – Noti erano anche l'abbandono e il degrado a cui erano lasciati i militari britannici a cui il deployment in Iraq aveva devastato la vita: si conoscevano per esempio i casi di soldati che tornavano in patria con malattie mentali, e che dovevano aspettare 18 mesi prima di ricevere delle cure [25], o quelli di altri soldati che, nonostante avessero sostenuto ingiurie in Iraq che per sempre precludevano loro la possibilità di vivere senza avere costantemente qualcuno accanto per prendersi cura di loro, avevano ricevuto un compenso insufficiente dal Ministero della Difesa, tanto da obbligare la loro famiglia a dilapidare i risparmi e vendere la casa. [26]

7 – Dulcis in fundo, erano già ben noti i prevedibili risultati di anni di deployment in Iraq, e l'impatto che essi avevano avuto in patria, una volta che questi soldati erano ritornati in Gran Bretagna, affetti da stress e alcolismo [27]: già a partire dall'agosto del 2008, qualcosa come il 9% dei detenuti nelle galere di Sua Maestà era costituito da ex-soldati disadattati – molti dei quai imprigionati per crimini violenti. [28]

Bene, a questo punto – a costo di sembrare ripetitivi – Àp0ti non riesce a impedirsi di domandare nuovamente: volete dire che nel rapporto censurato c'è qualcosa di peggiore, rispetto a tutto ciò???
Mentre ponderiamo questa domanda, sospiriamo tutti all'unisono nel vedere questo ennesimo documento aggiungersi alla lista dei tanti che i britannici non hanno, a quanto pare, il diritto di conoscere – alla faccia del Freedom of Information Act. Come, per esempio, le minute di quella riunione di gabinetto in cui vennero dicusse le vere ragioni per entrare in guerra, la cui pubblicazione venne bloccata nel 2009 dall'allora Segretario della Giustizia Jack Straw [29], e che continua a eludere il grande pubblico; [30] oppure il famoso Al Jazeera Bombing Memo, in cui George W. Bush avrebbe insistito con Tony Blair sulla necessità di uccidere i giornalisti di Al Jazeera alla vigilia dell'attacco su Fallujah. [31]
Beh, in attesa che qualche officiale al Ministero della Difesa si ravveda e decida di contattare la squadra di Juliange Assange – ma riteniamo la cosa piuttosto improbabile – notiamo che qualcuno, già dal lontano maggio 2010, sta cercando di forzare il MdD a pubblicare il rapporto Brown usando il Freedom of Information Act.
Esiste infatti un lungo carteggio tra un certo Michael Bimmler (a cui va la nostra simpatia) e svariati burocrati al Ministero della Difesa che va avanti ormai da mesi. Quando avete voglia di farvi qualche risata a vedere in che modo questi individui riescono a menare il can per l'aia pur di evitare di rispondere alle domande di Mr. Bimmler, nella speranza di farlo desistere, divertitevi pure a leggere questo surreale scambio di emails, che è di dominio pubblico:
http://www.whatdotheyknow.com/request/study_on_iraq_invasion_by_lt_gen
Questo è tutto per il momento; vi lasciamo intanto con il sito di solidarietà per Bradley Manning, http://www.bradleymanning.org.
Per quanto ci riguarda, la nostra prossima missione è cercare di dare man forte a Michael Bimmler. A presto!

Pace,

Rinaldo Francesca

[1] Richard Norton-Taylor: Defence chiefs gag damning Iraq invasion findings, The Guardian, 28 maggio 2010, vedere:
http://www.guardian.co.uk/uk/2010/may/27/defence-chiefs-gag-iraq-report
[2] David Leigh e Rob Evans:
WikiLeaks says funding has been blocked after government blacklisting, The Guardian, 14 ottobre 2010, pubblicato qui:
http://www.guardian.co.uk/media/2010/oct/14/wikileaks-says-funding-is-blocked
[3] Sonia Verma:
It takes more than a subpoena to scare Birgitta Jonsdottir, The Globe and Mail, 14 gennaio 2011, disponibile su:
http://www.theglobeandmail.com/news/world/it-takes-more-than-a-subpoena-to-scare-birgitta-jonsdottir/article1870790/
[4] Heather Brooke:
Bradley Manning's health deteriorating in jail, supporters say, The Guardian, 16 dicembre 2010, reperibile qui:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/dec/16/bradley-manning-health-deteriorating
[5] Joe Quinn:
Wikileaks Serves Israeli Agenda of Demonizing Iran, 30 novembre 2010, pubblicato su:
http://www.wariscrime.com/2010/12/01/news/wikileaks-serves-israeli-agenda-of-demonizing-iran/
[6] Jeff Gates:
WikiLeaks and espionage - Israeli style, 6 dicembre 2010, disponibile qui:
http://onlinejournal.com/artman/publish/article_6661.shtml
[7]
US rejected request to help probe of assassination in Dubai, Middle East Online, 4 gennaio 2011, reperibile su:
http://www.middle-east-online.com/english/?id=43431
[8]
Israel is preparing for major war with Iran, Aftenposten, 3 gennaio 2011, pubblicato qui:
http://brokenflask.com/2011/01/03/wikileaks-aftenposten-2011-israel-is-preparing-for-major-war-w-iran-english-translation
[9]
WikiLeaks: Israel aimed to keep Gaza economy on brink of collapse, Haaretz, 5 gennaio 2011, disponibile su:
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/wikileaks-israel-aimed-to-keep-gaza-economy-on-brink-of-collapse-1.335354
[10] Zbigniew Brzezinski:
Who is Really Leaking to Wikileaks?, Economic Policy Journal, 30 novembre 2010, reperibile qui:
http://www.economicpolicyjournal.com/2010/11/zbigniew-brzezinski-who-is-really.html
[11] Pietro Cambi:
Wikileaks, Mr. Crash ed il Picco del denaro, 1 dicembre 2010, pubblicato su:
http://crisis.blogosfere.it/2010/12/wikileaks-mr-crash-ovvero-il-picco-del-denaro.html
[12]
Wikileaks dice stesse cose di Washington: Iran avrebbe addestrato talebani per colpire italiani in Afghanistan, Iran Italian Radio, 16 gennio 2011, disponibile qui:
http://italian.irib.ir/notizie/politica/item/88189-wikileaks-dice-stesse-cose-di-washington-iran-avrebbe-addestrato-talebani-per-colpire-italiani-in-afghanistan
[13] Daniel Estulin:
Wikileaks y Assange, 7 dicembre 2010, reperibile su:
http://www.danielestulin.com/2010/12/07/wikileaks-y-assange/
[14] Jane Burgermeister:
Wikileaks founder Julian Assange has close links to the Economist, controlled by the Rothschild banking family, 1 dicembre 2010, pubblicato qui:
http://birdflu666.wordpress.com/2010/12/01/wikileaks-founder-julian-assange-has-close-links-to-the-economist-controlled-by-the-rothschild-banking-family/
[15] Roberto Festa:
Assange attaccato dall’ex amico: “Wikileaks pilotata dall’intelligence”, Il Fatto Quotidiano, 11 dicembre 2010, disponibile su:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/11/wikileaks-lex-amico-di-assangeun-guadagno-per-la-cybersecurity/81449/
[16]
L’accusatrice di Assange? Una femminista radicale, Saigon 2K, 6 dicembre 2010, reperibile qui:
http://saigon2k.altervista.org/?p=2486
[17] Queste dichiarazioni sono state fatte da Charles Tripp in un'intervista che appare nel documentario
No Plan, No Peace (8' 37''), disponibile qui:
http://video.google.com/videoplay?docid=7063520010914106000#
[18] Nick Owens:
We tried to rebuild Iraq based on info in the 1994 Lonely Planet guide book, The Sunday Mirror, 28 ottobre 2007, pubblicato su:
http://www.mirror.co.uk/sunday-mirror/2007/10/28/we-tried-to-rebuild-iraq-based-on-info-in-the-1994-lonely-planet-guide-book-ex-u-s-ambassador-barbara-bodine-98487-20020455/
[19] Esther Addley:
Baha Mousa's death was revenge, father tells inquiry, The Guardin, 23 settembre 2009, reperibile qui:
http://www.guardian.co.uk/world/2009/sep/23/baha-mousa-iraq-father-inquiry
[20]
Troops cleared over Iraq drowning, BBC News, 6 giugno 2006, disponibile su: http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk/5053006.stm
[21] Richard Norton-Taylor: British soldiers accused of executing civilians, The Guardian. 23 febbraio 2008, pubblicato qui:
http://www.guardian.co.uk/uk/2008/feb/23/military.iraq
[22] Richard Norton-Taylor e Audrey Gillan: MoD faces legal action after teenage Iraqi claims sexual humiliation by soldiers, The Guardian, 14 luglio 2008, reperibile su:
http://www.guardian.co.uk/uk/2008/jul/14/military.defence
[23] Robert Booth: Mother blames parachute death on MoD penny-pinching, The Guardian, 15 marzo 2008, disponibile qui:
http://www.guardian.co.uk/uk/2008/mar/15/military.defence
[24] Richard Norton-Taylor: RAF pilot warned of vulnerability of Hercules aircraft, inquest told, The Guardian, 10 aprile 2008, pubblicato su:
http://www.guardian.co.uk/uk/2008/apr/10/military.iraq
[25] Hugh Muir: Storm over injured troops' care fails to save military hospital, The Guardian, 12 marzo 2007, reperibile qui:
http://www.guardian.co.uk/society/2007/mar/12/hospitals.health
[26] Esther Addley: We will lose savings and home, says soldier's mother, The Guardian, 1 settembre 2007, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/uk/2007/sep/01/military.estheraddley
[27] Polly Curtis: Iraq veterans suffer stress and alcoholism, The Guardian, 3 agosto 2007, pubblicato qui:
http://www.guardian.co.uk/uk/2007/aug/03/health.military
[28] Number of ex-servicemen in jail nearly doubles in four years, The Daily Mail, 31 agosto 2008, reperibile su:
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1051029/Number-ex-servicemen-jail-nearly-doubles-years.html
[29] Jack Straw bans release of Iraq invasion minutes, The Daily Telegraph, 24 febbraio 2009, disponibile qui:
http://www.telegraph.co.uk/news/newstopics/politics/4799701/Jack-Straw-bans-release-of-Iraq-invasion-minutes.html
[30] Backdoor attempt to obtain Iraq war cabinet minutes fails, 2 dicembre 2010, pubblicato su:
http://www.panopticonblog.com/2010/12/02/backdoor-attempt-to-obtain-iraq-war-cabinet-minutes-fails/
[31] Chris Summers: When should a secret not be a secret? BBC News, 10 maggio 2007, reperibile qui:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk/6639947.stm

Monday 24 January 2011

Newsflash di Jimmy Carr

Consentiteci di andare per il mainstream quest'oggi, giusto per quelle quattro risate necessarie a sopravvivere la depressione di un tipico lunedì di gennaio.
Ciò che segue è una carrellata di notizie vista con gli occhi del presentatore Jimmy Carr, e trasmessa giovedì scorso su Channel 4 (più mainstream di così si muore). Promettiamo di non farci troppo l'abitudine.

Questa settimana David Cameron ha annunciato i suoi piani per ciò che chiama “una completa modernizzazione del servizio sanitario”: il piano consisterebbe nel “modernizzarlo” più o meno nello stesso modo in cui le alluvioni in Australia hanno “modernizzato” le strade di Brisbane. Con i Conservatori, la sanità continuerà ad offrire un servizio dell'altro mondo: beh, da terzo mondo, per l'esattezza. Ciò a cui servono queste riforme, naturalmente, è garantire ai pazienti la scelta: si può scegliere di morire da soli e al freddo a casa o, se lo si preferisce, su una barella sporca in una corsia d'ospedale. Potete scegliere.
La BP ha firmato un contratto da svariati miliardi di sterline con i russi per trivellare alla ricerca di petrolio; vi dirò, se la BP è veramente determinata a trovare il petrolio, perché non provano a cercare sul dorso dei gabbiani nel Golfo del Messico?
Questa settimana i portavoce della Apple hanno annunciato che il loro capo executive Steve Jobs prenderà un lungo periodo di riposo per motovi di salute; i dottori proveranno su di lui una nuova cura radicale: pensano di spegnerlo e poi riaccenderlo di nuovo.
Iraq: Tony Blair tornerà all'inchiesta Chilcott perché, a quanto pare, ci sono state delle “lacune” nelle sue dichiarazioni: la più grande di queste “lacune” naturalmente si trovava tra quello che ha detto di aver fatto e quello che ha fatto veramente. A Tony Blair non verrà chiesto di mettere la mano sulla Bibbia prima di testimoniare, perché si è preferito evitare di imbrattarla di sangue.

[…]

Ci sono state questa settimana delle rivelazioni secondo le quali, nel 1997, un dipartimento speciale nel Vaticano avrebbe intimato i vescovi cattolici in irlanda di non denunciare preti su cui avevano sospetti di pedofilia. Scusate, il Vaticano ha un intero dipartimento solo per quello?
Se ci sono dei preti che ci stanno guardando in questo momento, sappiate che l'unica buona notizia per voi è che l'inferno non esiste.
Sapete, ci sono tanti di quei pedofili nella Chiesa Cattolica che talvolta si tende a dimenticare che il Papa è un nazista.
Seriamente però, non dobbiamo lasciare che questo pregiudichi la reputazione dei preti cattolici che non sono pedofili: sono entrambi lividi dalla rabbia.
I banchieri in Gran Bretagna stanno per ricevere un bonus annuale che potrebbe raggiungere più di sette miliardi di sterline; il boss della Royal Bank of Scotland, Steve Hester, riceverà un bonus di 2,4 milioni di sterline. Se ciò dovesse risultarvi difficile da visualizzare, provate a immaginarvi il tipico bonus annuale medio di un infermiere/un'infermiera, e aggiungeteci 2,4 milioni di sterline. E poi immaginate di consegnarlo a una merdaccia immeritevole.

L'intero programma - 10 o' Clock Live - sarà visionabile fino al 19 febbraio 2011 qui:
http://www.channel4.com/programmes/10-oclock-live/4od#3156825

Sunday 16 January 2011

Un sermone per "la regione"

di Rinaldo Francesca

Infaticabile e sempre in costante movimento come un'adorabile trottola, Hillary Clinton séguita a farci sognare, dimostrando al mondo come il ruolo di Segretario di Stato USA sia stato inventato specificatamente per lei – o per una pensatrice del suo calibro, in ogni caso. Questo appare evidente quando ci si rende conto che tale ruolo consiste primariamente nel sobbarcarsi estenuanti viaggi di paese in paese, ricordando a noi, recalcitranti sudditi, di svolgere i nostri còmpiti a casa e obbedire con entusiasmo senza menare tanto il can per l'aia, onde evitare che i suoi (nostri) padroni perdano la pazienza e decidano di darci una dimostrazione di ciò di cui è capace il loro arsenale (o i loro reparti black ops, per quanto riguarda le nazioni più fortunate).
Sembra solo ieri quando, a ottobre dell'anno scorso, Madam C scorrazzava nei Balcani - una regione dalla quale, stando a quanto dichiarato dalla signora nella sua campagna elettorale del 2008, aveva già a suo tempo ricevuto il suo celebre battesimo del fuoco durante la guerra in Bosnia, sbarcando impavida da un aereo “sotto il tiro dei cecchini”: una storia che ci aveva tenuti rispettosamente con il fiato sospeso... fino alla rivelazione che si era trattato di una giocosa frottola. [1]
Ad ogni modo questa volta, non più indossando la veste di First Lady, bensì quella più intimidatoria di Secrétaire d'État, il suo messaggio ai bosniaci lo scorso autunno è stato piuttosto qualcosa sull'amorevole tono di: abbracciate nuove riforme, entrate nell'UE, entrate nella NATO, e preferibilmente datevi anche una mossa, ché non abbiamo tutto il giorno – o qualcosa del genere. [2]
Novembre invece, come qualcuno ricorderà, è trascorso relativamente senza imprevisti, se si eccettua la trascurabile rivelazione secondo la quale Hillary R Clinton avrebbe pensato bene di tenere sotto sorveglianza i diplomatici dell'ONU, seguendo la direttiva nota come NHCD (National HumInt Collection Directive) e includendo nel dossieraggio dati come informazioni biometriche, numeri di cellulare, transazioni di carte di credito, emails, spostamenti, nomi di famigliari, etc etc (nulla insomma che esulasse dall'ordinaria amministrazione: siete pregati di togliervi dalla faccia quell'espressione scandalizzata). [3]
A dicembre poi, Madam C ci ha regalato una spassosa gag in quel del Bahrein, dove la sua intenzione di dare una tirata d'orecchi al ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki è stata frustrata per ben due volte dalla risoluta intenzione di quest'ultimo a non farsi trovare, dando vita a una sorta di nascondino attraverso i corridoi dell'hotel Ritz Carlton a Manama: [4] Àp0ti a questo punto non può fare a meno di immaginarsi una di quelle gustose scene di comici inseguimenti per le stanze di un hotel, come solo il grande Peter Sellers era in grado di regalare al grande schermo in quelle commedie di fine anni '60, con l'obbligatoria immagine dell'inseguito che fa capolino da dietro un angolo o, che so io, mentre si cela nell'immancabile carrello della biancheria.
L'ultima uscita di Hillary Rodham Clinton (d'ora in avanti HRC) risale a quattro giorni fa a Doha, in Qatar, quando madam ha elargito a un estatico pubblico una serie di mòniti e bonarie sgridate, ma anche molte ténere congratulazioni per il progresso sinora svolto nella “regione” (così viene costantemente definita nel discorso di HRC un'area geografica che – immaginiamo – si estenderebbe dal Nilo al Golfo di Aden: “la regione”; perché perdere tempo in dettagli?).
Le congratulazioni, si sa, sono d'altronde necessarie; come insegnava il grande predecessore di HRC, John Foster Dulles, è così che vanno trattati questi selvaggi nativi: ogni tanto “bisogna dar loro delle pacche sulla testa, così che pensino che gli vuoi bene”. [5]
“Avrà forse parlato della schiavitù, fenomeno ancora rampante negli stati della penisola araba?” [6] domanderà qualche lettore. No.
“Allora forse un accennino ai diritti umani in paesi dove, per esempio, l'omosessualità è considerata un crimine da punire con la morte [7] e dove un uomo ha il diritto – garantito dalla legge – di brutalizzare sua moglie?”. [8] Macché.
D'accordo, avvertiamo la Vs impazienza: senza por tempo in mezzo, lasciateci allora dare un'occhiata al succo del discorso [9] e cerchiamo di capire quali siano le priorità secondo la signora HRC.
“[...] qui in Qatar, dove naturalmente si terranno i Mondiali di Calcio nel 2022, si vedono moltissimi esempi di impegno verso l'innovazione”: aah, vedete: le cose più urgenti prima di tutto!
Sappiamo tutti che 'la regione' si trova ad affrontare delle grandi e importanti sfide […] e abbiamo molto lavoro da fare.
I giovani [nella 'regione'] avranno difficoltà a trovare un impiego. In molte aree non ci sono abbastanza posti di lavoro: nella 'regione', un giovane su cinque è disoccupato; in altre aree la percentuale è anche maggiore. Mentre alcuni paesi hanno fatto enormi progressi in governabilità, in molti altri la gente è stufa di istituzioni corrotte e di un ordine politico stagnante. [La gente] esige riforme che rendano il suo governo più efficiente, più reattivo e più aperto”.
Ma certo, Hillary; tutte critiche pertinenti, quando si pensa – nel caso qualcuno rischiasse di dimenticarlo – che provengono dalla rappresentante di un'amministrazione che nel 2010 ha consentito alle compagnie private statunitensi di creare più posti di lavoro sparpagliati per il mondo di quanti non ne siano stati creati in tutti gli Stati Uniti [10], raggiungendo vittoriosamente la cifra record di 48 milioni di americani sulla soglia della povertà, [11] e che fu preceduta da un'altra amministrazione il cui ex vice-presidente (un Dick Cheney che non ha bisogno di presentazioni) sta tenendo svegli i suoi avvocati per rimanere fuori dalla galera, visti certi suoi precedenti di corruzione quando era amministratore delegato della Halliburton. [12] Ma continua, prego.
E tutto questo sta avvenendo sullo sfondo di una crescente scarsità di risorse”.
Aah, ma di questo non mi preoccuperei più di tanto, Hillary: in fondo stai parlando a un'audience che sa bene quanto i paesi della “regione” abbiano saputo mettere le mani avanti, accaparrandosi milioni di ettari di terra coltivabile nel continente africano, con la complicità di governanti locali che preferiscono la bustarella al proiettile, e in uno spirito da far impallidire le più folli scorribande coloniali dei secoli scorsi. [13]
Comunque, per carità, non direi che questo traballante discorso sia da buttare, Hillary: l'importante adesso è non cadere in un qualche banale cliché sul deserto, sulla sabbia, o che so io.
Ogni paese, naturalmente, ha le proprie sfide ben definite, e i propri successi. Ma in troppi posti, e in troppi modi, le fondamenta della 'regione' stanno affondando nella sabbia”.
Oh-oh. Come non detto.
Sicché ai miei amici, i leader di questi paesi, io dico: Potete aiutare a costruire un futuro in cui i vostri giovani possano credere, per il quale vogliano rimanere e che siano disposti a difendere”.
Difendere... difendere... parola chiave, hey? Chissà dove si vuole mai andare a parare...
Se i leader non offrono una visione positiva e non danno ai giovani il modo di contribuire significativamente, altri riempiranno questo vuoto: elementi estremisti e gruppi terroristici”.
Aaah, ecco! Mi sembrava! In altre parole, giovani della “regione”: se proprio ci tenete a spargere un po' di sangue, almeno cercate di farlo sotto il comando delle forze armate dei vostri paesi, difendendo il futuro e contribuendo significativamente. Arruolatevi oggi!
Perché lasciarsi sfuggire l'opportunità di usare le armi più avanzate del momento? Quelle che da decenni le varie amministrazioni stanno immettendo nella “regione”, a botte di miliardi di dollari in armamenti ogni volta? A partire da Bill Clinton nel 2000 (sei miliardi e mezzo di dollari in F-16 agli Emirati Arabi Uniti) [14], passando per George W Bush nel 2007 (un contratto decennale per venti miliardi di dollari in armamenti avanzati, tra cui bombe telecomandate via satellite ad Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman e Qatar) [15], per terminare con Barack Obama a gennaio dell'anno scorso (più di duemila missili anticarro TOW-2 per un valore di 177 milioni di dollari, venduti all'Arabia Saudita, 1800 missili Javelin venduti alla Giordania, per un valore di 338 milioni di dollari, e 1600 bombe “intelligenti”, 800 bombe “one-ton” - da una tonnellata - e 400 bombe “bunker-buster” vendute agli Emirati Arabi Uniti, per il valore di 290 milioni di dollari). [16]
Perché – diciamocelo francamente – per “stabilizzare la regione”, nulla è più efficace di una sana, magica pioggia di armi di distruzione di massa da sparpagliare un po' qua e là ai migliori offerenti.
Si affacciano inevitabilmente tra i nostri pensieri le sagge parole del compianto Bill Hicks il quale, immaginando di rivolgersi all' allora presidente George H W Bush, diceva: “Questo vende 164 aerei da caccia alla Corea del Sud, vende 240 carri armati al Kuwait, e poi ci fa il discorso di come sia importante che lui rimanga a capo della nazione perché 'il mondo è ancora molto pericoloso'... certo che lo è: grazie a te, fucker!” [17]

Pace,

Rinaldo Francesca

[1] Toby Harnden: Hillary Clinton's Bosnia sniper story exposed, The Telegraph, 25 marzo 2008, reperibile qui:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/1582795/Hillary-Clintons-Bosnia-sniper-story-exposed.html
[2] Associated Press in Sarajevo: Hillary Clinton urges Bosnia to make EU membership a priority, The Guardian, 12 ottobre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/oct/12/hillary-clinton-bosnia-european-union
[3] Come si è già narrato in queste pagine:
http://ap0ti.blogspot.com/2010/11/wikileaks-oops-imbarazzante-terza-parte.html
[4] Josh Rogin: Cat and mouse: Iranian foreign minister shakes hands with senior U.S. official... but dodges Hillary Clinton, Foreign Policy, 4 dicembre 2010, pubblicato qui:
http://thecable.foreignpolicy.com/posts/2010/12/04/iranian_foreign_minister_shakes_hands_with_senior_us_official_but_dodges_hillary_cl
[5] David F. Schmitz, Thank God They're On Our Side: The United States and Right-Wing Dictatorships, 1921-1965 (Chapel Hill, NC, 1999), 182.
Citato qui (nota 7):
http://www.politicalreviewnet.com/polrev/reviews/DIPH/R_0145_2096_331_1007829.asp
[6] Kibiwott Koross e Anthony Kitimo: Saudi throws Kenyan maid out of top floor window, The Daily Nation, 16 gennaio 2010, reperibile qui:
http://www.nation.co.ke/News/-/1056/840238/-/vp9oc4/-/index.html
[7] Saudi Arabia: Protest against the death penalty for homosexual conduct, Women Living Under Muslim Laws, 11 gennaio 2002, pubblicato su:
http://www.wluml.org/node/678
[8] Vedere:
http://www.thereligionofpeace.com/Quran/003-wife-beating.htm
[9] Il testo è disponibile su:
http://www.state.gov/secretary/rm/2011/01/154595.htm
[10] Pallavi Gogoi: Where are the jobs? For many companies, overseas, USA Today, 28 dicembre 2010, reperibile qui:
http://www.usatoday.com/money/economy/2010-12-28-jobs-overseas_N.htm
[11] Hope Yen: Census: Number of poor may be millions higher, The Boston Globe, 5 gennaio 2011, pubblicato qui:
http://www.boston.com/news/nation/articles/2011/01
/05/census_number_of_poor_may_be_millions_higher/
[12] Sam Olukoya: Nigeria: Halliburton plans plea bargain in Cheney corruption case, The Global Post, 7 dicembre 2010, disponibile su:
http://www.globalpost.com/dispatch/nigeria/101204/nigeria-corruption-dick-cheney-halliburton
[13] John Vidal: Billionaires and Mega-Corporations Behind Immense Land Grab in Africa, 11 marzo 2010, apparso su:
http://www.informationclearinghouse.info/article24965.htm
[14] Charles Smith: Arab weapon sale raises security questions, World Net Daily, 16 marzo 2000, reperibile qui:
http://www.wnd.com/?pageId=7134
[15] Dan Glaister: US accused of fuelling arms race with $20bn Arab weapons sale, The Guardian, 30 luglio 2007, pubblicato su:
http://www.guardian.co.uk/world/2007/jul/30/usa.saudiarabia
[16] Barak Ravid: Israel wary of U.S.-Arab arms deals, Haaretz, 4 gennaio 2010, disponibile qui:
http://www.haaretz.com/print-edition/news/israel-wary-of-u-s-arab-arms-deals-1.265576
[17] Bill Hicks: Love All The People, Letters, Lyrics, Routines, Constable & Robinson Ltd, 2004, London, pag. 138

Monday 10 January 2011

Christopher Hitchens vs Tony Blair

Quella che segue è la trascrizione di un dibattito che si è svolto a Toronto a novembre del 2010 tra l'ex primo ministro britannico Tony Blair e l'opinionista per Vanity Fair Christopher Hitchens; titolo del dibattito: “È la Fede una Forza Benigna o Maligna?
Due parole di background, se vi va: Tony Blair ha fatto della sua tanto pubblicizzata “conversione” al cattolicesimo un fiore all'occhiello di quest'ultima fase della sua carriera (un'astuta mossa d'immagine, dettata allora dall'ambizione per la presidenza al Consiglio Europeo – come già si è scritto).
Christopher Hitchens si considera un neo-ateo, per quello che significa (forse per distinguersi dai “paleo-atei”? Illuministi come David Hume o il Barone d'Holbach?), ed è l'autore del libro God Is Not Great (2007).
Tuttavia, per chiunque abbia familiarità con le forti opinioni, sia di Blair che di Hitchens, in àmbito geopolitico internazionale, e per chiunque sappia quanto queste loro posizioni coincidano (la sacrosanta necessità di aggredire l'Iraq nel 2003; l'ammirazione per l'amministrazione neocon sotto la presidenza di George W. Bush; la minimizzazione del waterboarding, e tante altre), sarà difficile non vedere questo dibattitto come una sorta di circo ambulante (il dibattito si è ripetuto con lo stesso copione in varie altre città, compresa Londra) organizzato da due scaltri marpioni per incassare un lauto cachet sfottendosi bonariamente in pubblico sulle loro rispettive convinzioni in materia di fede (unico punto su cui sembrano essere formalmente in disaccordo), e tenendo indubbiamente viva l'attenzione dei loro numerosi spettatori – richiamati dall'idea di “qualità” evocata dal brand Blair & Hitchens – grazie alle loro innegabili doti di oratori pubblici.
Tutto ciò premesso, il dibattito resta comunque godibile, in quanto fornisce interessanti spunti di riflessione. Buona lettura.

CHRISTOPHER HITCHENS: Grazie, signore e signori. Molte grazie alla famiglia Munk, grandi filantropi, per aver reso ciò possibile. Sette minuti, signore e signori, per mettere le basi dell'argomento fra religione e filosofia mi lasciano ben poco tempo per congratularmi con il mio distinto avversario; anzi, magari coglierò l'occasione di farlo più tardi!
Penso che tre minuti e mezzo per la metafisica e tre minuti e mezzo per il mondo materiale non saranno eccessivi, e ho un testo; ho un testo che è stato scritto (poiché non ho intenzione di servirmi di testi religiosi di noti estremisti e fanatici) dal Cardinale Newman – recentemente beatificato, con l'insistenza del sig. Blair, e che sarà presto canonizzato. Un uomo la cui Apologia indusse molti anglicani a riconsiderare [la loro fede], portò molte persone in seno alla Chiesa Cattolica ed è giustamente considerato un grande pensatore cristiano. Il mio testo è tratto dall'Apologia.
“La Chiesa Cattolica” disse il Cardinale Newman, “preferirebbe che il sole e la luna cadessero dal cielo, che la terra crollasse e che i molti milioni su di essa perissero in estrema agonia, piuttosto che una sola anima – non dico fosse perduta – ma che commettesse anche solo un peccato veniale, mentisse deliberatamente o rubasse un solo penny ingiustificatamente”.
Dovete ammettere che è scritto molto bene; ma per me, e questo è il mio argomento, ciò che abbiamo qui – e non certo tratto da una fonte corrotta – è precisamente un distillato di tutto quello che è contorto e immorale nella mentalità della fede: il suo essenziale fanatismo, la sua considerazione dell'essere umano come materia prima, e la sua fantasia di purezza.
Accettare il concetto di un creatore, e di un progetto, rende tutti noi degli oggetti in un esperimento crudele, nel quale siamo stati creati malati, e ci viene ordinato di guarire. Ripeto: creati malati, con l'ordine di diventare sani. E su di noi, con il cómpito di supervisionare ciò, sarebbe stata installata una dittatura celestiale, una sorta di Corea del Nord divina, avida ed esigente. Avida di acritiche parole di lodi dall'alba al tramonto e rapida a punire i peccati originali che essa stessa, amorevolmente, ci donò per cominciare.
Ad ogni modo, non sia mai detto che non è offerta una cura, una salvezza. Eccome, la redenzione viene promessa alla modica spesa della resa di tutte le nostre facoltà critiche.
La religione, si potrebbe... si deve dire, dovrebbe ammettere di fare delle affermazioni piuttosto straordinarie; ma, nonostante io sia convinto che per [dimostrare] delle affermazioni straordinarie siano necessarie delle prove straordinarie, alquanto coraggiosamente, non fornisce nemmeno delle prove ordinarie per sostenere le sue affermazioni straordinarie e soprannaturali.
Quindi si potrebbe iniziare domandando – e lo domando anche al mio avversario, così come a voi, quando rifletterete su come votare [1] - fa forse bene al mondo di fare appello alla nostra credulità e non al nostro scetticismo? Fa forse bene al mondo adorare una divinità che sta da una parte in guerre, come in affari umani? O fare appello alla nostra paura e al nostro senso di colpa, fa forse bene al mondo? Al nostro terrore, al nostro terrore della morte, fa forse bene fare appello?
Predicare il senso di colpa e di vergogna per l'atto sessuale e le relazioni sessuali, fa forse bene al mondo? E domandatevi soprattutto, sono tutte queste delle preoccupazioni di qui la religione dovrebbe occuparsi (come io ritengo stia facendo)? Terrorizzare i bambini con immagini dell'inferno e di punizioni eterne, non solo per sé stessi, ma anche per i loro genitori e tutti coloro che amano. E forse peggio di tutto, considerare la donna come una creazione inferiore: fa forse bene tutto ciò? E siete in grado di mostrarmi una religione che non l'abbia fatto? Dire poi che certi libri di miti e leggende, scritti da uomini e primitivi, siano in realtà un codice rivelato e divino, non creato dalla mano dell'uomo.
La religione induce brave persone a fare atti riprovevoli, e persone intelligenti a dire cose stupide. Vi venisse dato in mano un neonato, sarebbe forse la vostra prima reazione quella di pensare: “Bello, quasi perfetto: e adesso presto, passatemi una pietra affilata per i suoi genitali, così che io possa svolgere il lavoro del Signore”? No.
Come disse giustamente il grande fisico Stephen Weinberg [2]: “Nell'ordinario universo morale, le persone migliori faranno il meglio di cui sono capaci, e le persone peggiori faranno il peggio di cui sono capaci. Ma se si vuole portare buone persone a fare cose malvagie, allora c'è bisogno della religione.
Ho ancora un minuto e 57 secondi per spiegare perché ritengo che questo sia palesemente evidente nel nostro mondo materiale. Vorrei chiedere a Tony, visto che si trova qui, e visto che la regione geografica dove sta cercando di mettere pace è il luogo di nacita del monotesimo, che ci si dovrebbe aspettare come rifulgente di pace e amore. Chiunque nel mondo civilizzato è più o meno d'accordo – così come anche gli arabi, gli ebrei e la comunità internazionale - che dovrebbe esserci sufficiente spazio per due stati e due popolazioni nello stesso lembo di terra: penso che su questo siamo più o meno tutti d'accordo. Perché non siamo in grado di ottenerlo, né noi, né l'ONU, né gli Stati Uniti, né il quartetto, né l'OLP, né il parlamento israeliano, perché? Perché i “partiti di Dio” hanno il potere di veto sulla questione, e ognuno sa che questo è vero. Per via delle promesse divine che sono state fatte riguardo a questo territorio, non ci sarà mai pace, o compromessi. Ci saranno invece miseria, vergogna e tirannide, persone che uccideranno i bambini di altre persone a causa di antichi libri, caverne e reliquie: e chi mi verrà a dire che tutto questo fa bene al mondo? Questo è solo l'esempio che avevo più a portata di mano. Avete ultimamente dato un'occhiata alla possibiltà – di cui parlavamo come dei bambini terrorizzati – di cosa potrebbe succedere se fanatici messianici dovessero mettere le mani su un'arma apocalittica? Stiamo per scoprirlo, mentre osserviamo la Repubblica Islamica dell'Iran, con il partito degli alleati di Dio, fare le prove generali proprio per questo. Avete recentemente dato un'occhiata al revival dello zarismo nella Russia di Putin, dove la nero-vestita leadership dell'ortodossia religiosa si posa su un regime sempre più xenofobico, tirannico, imperialista ed espansionista? [3]
Avete recentemente dato un'occhiata agli insegnamenti in Africa – e alle loro conseguenze – da parte di una Chiesa che dice: “l'AIDS sarà anche malvagio, ma non tanto quanto i preservativi”? Questo è esattamente...
Non mi rimangono più secondi, signore e signori, ho fatto del mio meglio. Credetemi, ho ancora dell'altro [di cui parlare].

TONY BLAIR: Prima di tutto, lasciatemi dire che è un vero piacere essere con tutti voi questa sera, essere di nuovo qui a Toronto. In particolare, è un privilegio e un onore essere con Christopher Hitchens in questo dibattito. Lasciatemi dire prima di tutto che io non mi sento di considerare il leader della Corea del Nord come un'icona per la religione, come vi delizierà sapere.
Affronterò sette punti nei miei sette minuti: un sette biblico. Il primo è questo: è indubbiamente vero che le persone possano commettere atti orripilanti nel nome della religione. È anche vero che le persone commettono opere di straordinario bene comune, ispirate dalla religione. Quasi metà del sistema di sanità in Africa viene somministrato da organizzazioni di fede, salvando milioni di vite. Un quarto di tutte le cure per l'HIV/AIDS è fornito da organizzazioni cattoliche. Esiste il fantastico lavoro fornito da associazioni musulmane ed ebraiche. Ci sono in Canada migliaia di organizzazioni religiose che si prendono cura di malati mentali, disabili, svantaggiati e nullatenenti. E qui a Toronto, a nemmeno un miglio di distanza, c'è un rifugio gestito da un'organizzazione no-profit, un'associazione cristiana di beneficienza per giovani senzatetto in Canada.
Quindi la proposizione secondo cui la religione sarebbe veleno puro è insostenibile. Può essere distruttiva, ma può anche creare un pozzo profondo di compassione, come spesso fa.
Il secondo punto è che le persone vengono ispirate a fare del bene da ciò che io definirei la vera essenza della fede che, a parte le dottrine e i rituali specifici a ogni fede, è il semplice credo comune a tutte le religioni, [quello di] servire e amare Dio attraverso il servizio e l'amore per gli altri esseri umani, come testimoniato dagli insegnamenti dalla vita di Gesù – una vita di amore, altruismo e sacrificio – il significato della Torah. Fu il rabbino Hillel che, sfidato un giorno, come è noto, da un detrattore che disse che si sarebbe convertito alla religione se [il rabbino] fose stato in grado di recitare l'intera Torah rimanendo su un piede solo, si mise su un piede solo e disse: “Fa' agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Questa è la Torah: tutto il resto è un commentario. Ora va' e convertiti”.
Il messaggio del profeta Maometto – salvare una sola vita è come salvare l'intera umanità – la ricerca induista dell'altruismo, il concetto buddhista di Kuruni, che soggioga il desiderio egoista in favore dell'aiuto per gli altri, l'insistenza dei Sikh per il rispetto nei confronti delle persone di altre religioni. A mio parere, questo è il vero volto della fede. E i valori derivati da questa essenza offrono a molte persone una struttura benigna, positiva e progressiva secondo la quale vivere la propria vita. Stimolare l'impulso a fare del bene, disciplinare la propensione a essere egoisti e malvagi.
E la fede definita in questo modo non è soltanto fede come sollievo in momenti di bisogno, sebbene possa esserlo; né una reliquia di tradizioni prive di riflessione, tantomeno un frammento di superstizione, o una spiegazione di biologia. Piuttosto, risponde a un profondo bisogno spirituale, qualcosa che sentiamo e avvertiamo istintivamente. Si tratta di una presenza spirituale più grande, più importante e significativa rispetto a noi, presi singolarmente, il cui potere è separato dal nostro e che, anche se le meraviglie nel mondo si moltiplicano, ci induce a inginocchiarci in umiltà, invece di pavoneggiarci pieni d'orgoglio.
Se la fede viene vista sotto questa luce, la scienza e la religione non sono più incompatibili, destinate a combattersi l'una contro l'altra, fino al momento in cui la fredda ragione estinguerà le fiamme fanatiche della religione. Al contrario: la scienza ci istruisce su com'è e come funziona il mondo fisico, mentre la fede ci istruisce sullo scopo a cui porta questa conoscenza, i valori che dovrebbero pilotarne l'uso e i limiti di ciò che possono fare la scienza e la tecnologia per rendere più ricca la nostra vita – non dal punto di vista materiale, ma da quello spirituale.
E allora immaginatelo davvero un mondo senza religione: non solo senza luoghi di culto, senza preghiere o scritture, ma anche senza uomini o donne propensi a mostrare perdono - per via della loro fede del dedicare la loro vita ad altri - dove altrimenti non ne mostrerebbero, [senza persone] che, guidate dalla loro fede a credere che anche i più deboli e indifesi hanno dei diritti, si sentissero in dovere di difenderli.
E certo, sono d'accordo, in un mondo senza religione i fanatici religiosi non esisterebbero. Ma vi domando: anche il fanatismo smetterebbe di esistere? E poi vi chiedo di tenere a mente che l'immaginare una simile visione del mondo non è nuova. Il ventesimo secolo porta le cicatrici di visioni che avevano precisamente questa immagine nel loro cuore, e che ci regalarono Hitler, Stalin e Pol Pot. In questa visione, l'obbedienza alla volontà era per i deboli: era la volontà dell'uomo che doveva dominare.
Così, mentre non nego per un istante che la religione possa essere una forza maligna, affermo anche che laddove questo è il caso, si tratta essenzialmente di una perversione della fede, e asserisco che perlomeno la religione può anche essere una forza benigna e che, dove questo è il caso, è perché è fedele a quella che io credo essere la vera essenza della fede; e dico inoltre che un mondo senza fede religiosa sarebbe un mondo ristretto, spiritualmente, moralmente ed emotivamente.
Quindi, so molto bene che si possono indicare esempi – come giustamente fa Christopher – in cui le persone hanno usato la religione per commettere atti terribili, che hanno reso il mondo un posto peggiore. Ma vi chiedo di non giudicare tutte le persone di fede come questa gente di cui sopra, non più di quanto non vi mettereste a giudicare la politica basandovi su pessimi politici. O il giornalismo su pessimi giornalisti.
La domanda [del dibattito] è: pur con tutte le cose che non vanno per quanto riguarda la religione, è possibile che vi sia in essa anche qualcosa che aiuti il mondo a essere migliore, e le persone a fare del bene? La mia risposta è sì. Grazie.

CHRISTOPHER HITCHENS: Bene, d'accordo. In tutta onestà, nessuno qui si è messo a dire che la religione debba – o che sia destinata a – sparire dal mondo: tutto quello che sto dicendo è che sarebbe meglio se ci fosse molto più di ciò che si può definire una “ondata di laicità”. Per logica, se Tony avesse ragione, la mia situazione sarebbe migliore – non di molto, ma leggermente – se fossi un musulmano wahabita, o magari un testimone di Geova, invece di crogiolarmi nella semplice laicità, come evidentemente faccio.
Quello che sto dicendo è che ciò di cui abbiamo bisogno è molto di più dell'una e molto di meno dell'altra. Sapevo che stava per arrivare il momento in cui sarebbe venuto fuori il discorso delle opere pie e di beneficienza: questa è una cosa che io prendo molto sul serio, perché si dà il caso, signore e signori, che oggi noi siamo la prima generazione a sapere veramente quale sia il rimedio contro la povertà. Questo ci ha elusi per molti, molti anni. La cura per la povertà ha un nome, in realtà: si chiama potere alle donne.
Se date alle donne più controllo ai loro ritmi di riproduzione, se date loro più voce in capitolo, le liberate da cicli riproduttivi animaleschi a cui la natura e alcune dottrine religiose le condannano, e se gettate loro una manciata di semi, e magari anche dei prestiti, il livelllo di ogni cosa in quel villaggio – non solo della sussistenza, ma anche della sanità e dell'educazione – aumenterà. Provatelo in Bangladesh e in Bolivia. Funziona ogni volta. Ditemi una sola religione che promuova quest'idea, o che l'abbia mai promossa. Ovunque nel mondo voi volgiate lo sguardo, cercando di rimuonvere dalle donne i ceppi d'ignoranza, malattie e stupidità, l'ostacolo principale è invariabilmente rappresentato dal clero.
Inoltre, se vogliamo concedere questo fatto, e cioè le varie associazioni cattoliche di carità, direi, spero bene che lavorino molto in Africa: se fossi membro di una chiesa che ha sempre predicato che l'AIDS non è poi così malvagio come i profilattici, manderei anch'io qualche soldo in Africa per mettermi a posto la coscienza. Non lo dico per fare una battuta: se vi viene da ridere, vuol dire che sono stato capito male. Non riporterà indietro i milioni di persone che sono morte di una morte orrenda per via di quella convinzione, che perdura ancora adesso.
Vorrei anzi sentire una parola di scusa dai religiosi per quanto riguarda questo punto in particolare, se mai è stata offerta [da qualcuno], altrimenti verrò accusato di giudicare male le persone religiose prendendo ad esempio i loro rappresentanti peggiori. E questo non viene attuato, come dice Tony, nel nome della religione: si tratta di un precetto diretto, una pratica e una disciplina della religione, non è forse vero, signore, in questo caso? Penso che ti accorgerai che è così. Ma voi magari mi direte, d'accordo, i mormoni ti diranno la stessa cosa: “Puoi pure pensare che sia un po' folle credere che Joseph Smith trovò una nuova bibbia, seppellita nello stato di New York, ma dovresti vedere i nostri missionari in azione!”. Sarà, ma questo non mi manda in visibilio. Preferirei che non ci fossero né mormoni, onestamente, né missionari, né Joseph Smith.
Concediamo anche Hamas ed Hezbollah, entrambi i quali vi diranno, come fanno senza sosta: “Guardate le nostre opere di beneficienza. Senza di noi, effendi, dove andrebbero i poveri di Gaza e del Libano?” e hanno ragione: fanno molte opere di beneficienza. Non è niente in confronto al danno che causano, ma è pur sempre molto.
Sono familiari anche a me gli insegnamenti del rabbino Hilel; so anche da dove plagiò la sua storiella, se ebbe accesso al materiale di prima mano: l'ingiunzione di non fare agli altri ciò che considereresti ripugnante se fosse fatto a te, si trova nei [inudibile] di Confucio, se proprio vogliamo collocarlo [storicamente]. Ma si trova anche nel cuore di ogni persona in questo auditorio. Questo è poco ma sicuro. Non ci è necessario un permesso divino per sapere quello che è giusto e quello che è sbagliato, non abbiamo bisogno che ci vengano amministrate tavole delle legge, dieci alla volta, sotto pena di morte, per poter avere un senso morale. No, abbiamo il nostro ragionamento, la persuasione morale socratica e le nostre abilità: non abbiamo bisogno di una dittatura che ci dica quello che è giusto e quello che è sbagliato. E questo è tutto il mio tempo, grazie. [4]

(qui il séguito)

[1] Alla fine del dibattito, veniva chiesto al pubblico di votare per l'argomento più convincente.
[2] Non casuale, ma diplomaticamente corretta, a mio parere, la citazione di Stephen Weinberg, strategicamente piazzata sùbito dopo una critica alla circoncisione. Intelligente difesa preventiva da possibili accuse di antisemitismo – che sembrano non essere mancate nel passato.
[3] Iran e Russia: i grandi Satana. Ormai non c'è più dubbio, ci sono pur sempre scritture che persino Hitchens considera sacre: quelle prodotte dal PNAC.
[4] Dopo le rispettive introduzioni, a ognuno dei due partecipanti erano stati assegnati quattro minuti per controbattere.
L'intero video è visionabile qui:
http://www.youtube.com/watch?v=ddsz9XBhrYA
Per una trascrizione (pur con svariati errori):
http://www.newstatesman.com/blogs/the-staggers/2010/11/christopher-hitchens-tony-blair

Wednesday 5 January 2011

Noam Chomsky: spezzare il braccio di ferro israeliano-palestinese

Mentre è intensamente occupato a espandere gli insediamenti illegali, il governo d'Israele sta anche cercando di far fronte a due problemi: una campagna globale di ciò che percepisce come “delegittimizzazione” - ovvero obiezioni ai suoi crimini e rifiuto a parteciparvi – e una parallela campagna di legittimizzazione della Palestina.
La “delegittimizzazione”, che sta progredendo rapidamente, è stata portata avanti a dicembre con la campagna, lanciata da Human Rights Watch, affinché gli Stati Uniti “sospendano finanziamenti a Israele per un ammontare equivalente a qunto spende Israele per mantenere gli insediamenti”, e a monitorare i contributi a Israele da parte di organizzazioni americane esentasse che violino il diritto internazionale, “compreso il divieto di ogni forma di discriminazione” - il che getterebbe una ben vasta rete. Amnesty International aveva già proposto di imporre a Israele un embargo di armi. Anche il processo di legittimizzazione ha fatto un grande passo avanti a dicembre, quando l'Argentina, la Bolivia e il Brasile hanno riconosciuto lo Stato della Palestina (Gaza e Cisgiordania), portando a più di 100 il numero di nazioni che appoggiano [questo progetto].
Il giurista internazionale John Whitbeck stima che l'80-90 percento della popolazione mondiale vive in nazioni che riconoscono la Palestina, mentre il 10-20 percento riconosce la Repubblica del Kosovo. Gli USA riconoscono il Kosovo ma non la Palestina. Conseguentemente, come scrive Whitbeck su Counterpunch, i media “trattano l'indipendeenza del Kosovo come un fatto compiuto, mentre l'indipendenza della Palestina resta solo un'aspirazione che non si potrà mai realizzare senza il consenso americano-israeliano”, riflettendo i consueti funzionamenti del potere in àmbito internazionale.
Data l'estensione degli insediamenti in Cisgiordania, già da più di un decennio si dice che il consenso internazionale sulla soluzione a due stati è defunto, o erronoeo (sebbene, evidentemente, la maggior parte del mondo non sia d'accordo). Quindi coloro che hanno a cuore i diritti dei palestinesi dovrebbero auspicare l'occupazione israeliana dell'intera Cisgiordania, seguita da una lotta anti-apartheid come si vide in Sudafrica, che dovrebbe portare a dare la piena cittadinanza alla popolazione araba che vive lì.
Questo argomento dà per scontato che Israele sia d'accordo a quest'annessione. È invece molto più probabile che Israele continuerà il programma che mira all'annessione di quelle parti della Cisgiordania che sta sviluppando, approssimativamente metà del territorio, senza assumersi alcuna responsabilità per il resto, difendendosi così dal “problema demografico” - troppi non-ebrei in uno stato ebraico – e tenendo nel frattempo separata l'assediata Gaza dal resto della Palestina.
Un'analogia tra Israele e il Sud Africa merita attenzione. Una volta che fu implementato l'apartheid, i nazionalisti sudafricani ammisero di essere diventati dei reietti dal punto di vista internazionale, come conseguenza. Nel 1958 però il ministro degli esteri informò l'ambasciatore americano che le condanne critiche dell'ONU e altre proteste non destavano preoccupazioni fintanto che il Sud Africa continuava a essere appoggiato dall'egemone globale – gli Stati Uniti. Verso gli Anni Settanta, l'ONU impose un embargo di armi, presto seguito da una campagna di boicottaggio e disinvestimenti. Il Sud Africa reagì in una maniera calcolata per far indignare l'opinione internazionale. In un atto di disprezzo verso l'ONU e il presidente Jimmy Carter – che non reagì per non mandare all'aria negoziazioni inutili – il Sud Africa lanciò una sanguinosa campagna contro i campi profughi in Cassinga, Angola, proprio mentre il “contact group” guidato da Carter stava per presentare un accordo per la Namibia. La similitudine con il comportamento di Israele oggi è notevole – per esempio l'attacco su Gaza nel gennaio 2009 e quello alla flottiglia nel maggio 2010.
Quando il presidente Reagan iniziò il suo mandato nel 1981, appoggiò completamente i crimini domestici del Sudafrica e il suo brigantaggio omicida nel confronti dei paesi vicini. Questa prassi era giustificata nell'ottica della guerra al terrore che Reagan aveva dichiarato all'inizio della sua presidenza. Nel 1988, l'African National Congress di Nelson Mandela fu designato come “uno tra i più notori gruppi terroristici al mondo” (lo stesso Mandela fu rimosso dalla lista di “terroristi” a Washington solo nel 2008). Il Sud Africa continuava a sfidare – e a trionfare – con i suoi nemici interni schiacciati, e con il solido supporto dell'unico paese che contasse qualcosa nel sistema globale.
Poco tempo dopo, la politica USA cambiò direzione. Gli interessi economici di Stati Uniti e Sudafrica molto probabilmente cominciarono a rendersi conto che gli sarebbe convenuto sbarazzarsi di questo fardello dell'apartheid. E poco dopo l'apartheid crollò. Il Sud Africa non è l'unico caso in cui la cessazione dell'appoggio americano per crimini ha portato a un progresso significativo. Può un simile cambiamento accadere anche nel caso di Israele, spianando la via a una soluzione diplomatica? Tra gli ostacoli, fermamente piantati in quella direzione, ci sono stretti legami militari e diplomatici tra gli USA e Israele.
Il più infervorato appoggio per i crimini di Israele proviene dal mondo degli affari. L'industria hi-tech americana è strettamente integrata con la sua controparte israeliana. Per citare solo un esempio, la più grande produttrice mondiale di microchip, Intel, sta stabilendo le sue unità di produzione più avanzate in Israele.
Un telegramma diplomatico USA pubblicato da Wikileaks rivela che l'industria militare Rafael ad Haifa è uno di quei siti considerati vitali per gli interessi americani per via della sua produzione di bombe grappolo; Rafael aveva già trasferito alcune delle sue operazioni negli Stati Uniti per ottenere un migliore accesso ai sussidi e al mercato statunitensi. Esiste poi anche una potente lobby israeliana, sebbene naturalmente rimpicciolita al confronto di quelle finanziarie e militari.
Anche critici fattori culturali hanno la loro importanza. Il sionismo cristiano precede di molto quello ebraico, né è limitato a quel terzo della popolazione americana che prende la Bibbia alla lettera. Quando il generale britannico Edmund Allenby conquistò Gerusalemme nel 1917, la stampa internazionale lo ritrasse come Riccardo Cuor di Leone, che finalmente salvava la Terra Santa dagli infedeli.
Successivamente, [si disse che] gli ebrei dovevano tornare nelle terre che erano state promesse loro dal Signore. Articolando un'opinione comune, Harold Icke, segretario dgli interni di Franklin Roosevelt, descrisse la colonizzazione ebraica della Palestina come un traguardo “senza compromessi nella storia del genere umano”.
Esiste poi anche un'istintiva simpatia per quel tipo di società coloniale che viene vista come un ripercorrere la storia degli stessi Stati Uniti, storia che portò la civilizzazione nelle terre che questi immeritevoli nativi non erano in grado di ottimizzare – una concezione profondamente radicata in secoli di imperialismo.
Per spezzare questa posizione di stallo sarà necessario smantellare l'illusione che gli Stati Uniti siano un “onesto giocatore in questa partita”, che cerca disperatamente di riconciliare avversari recalcitranti, e di riconoscere che le negoziazioni serie sarebbero quelle tra USA-Israele da un lato e il resto del mondo dall'altro.
Se i centri di potere negli Stati Uniti potessero essere costretti dall'opinione pubblica ad abbandonare questa politica di rifiuto che dura da decenni, molte prospettive che sembrano adesso remote diventerebbero improvvisamente possibili.

L'articolo è originalmente apparso su Znet:
http://www.zcommunications.org/breaking-the-israel-palestine-deadlock-by-noam-chomsky
Se ne possono trovare altre copie qui:
http://www.darkpolitricks.com/2011/01/checking-israeli-agression%E2%80%94the-fight-against-racism-and-militarism/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+DarkPolitricks+%28Dark+Politricks%29
e qui:
http://www.informationclearinghouse.info/article27188.htm