Tuesday 31 May 2011

La salute dei nostri "ragazzi in divisa"

di Rinaldo Francesca

L'intera struttura della – un tempo fiera – italica nazione potrebbe crollare da un momento all'altro, signore & signori, sotto il peso dell'intollerabile tensione generata da angosciosi interrogativi che da settimane tormentano i già peraltro svantaggiati cervelli degli italiani; e una domanda, come urlata da un'unica voce, s'innalza fragorosa da miriadi di Bar Da Gino, Mery Manicure, nonché centinaia di altri cenacoli di moderno pensiero sparpagliati per tutto il territorio della Penisola: “Ma il Premier agì o non agì in qualità di pubblico ufficiale allorquando fece quella epica telefonata in questura? Ed era davvero convinto che l'amata Ruby, ormai sempre più colpevole di aver intenerito il cuore degli italiani, fosse la nipote-di-Mubarak? Ahinoi, Corrado Ghedini, è colpa tua se adesso non riusciamo più a dormire!”
Da queste imperiose domande, ça va sans dire, ben altre ne dipartono, formando ramificazioni dai toni e colori sempre più da fisica aristotelica (con particolare riferimento al Divenire). A quando, per esempio, un sano talk show dal titolo Nel Salotto di Ruby (la butto lì), condotto e presentato dall'omonima Rubacuori? Eh?
State ascoltando, vertici di Mediaset? Qui vi si regalano perle d'idee - ma che dico perle: sogni – che, se realizzati, costituirebbero l'evidenza più solida dell'avvicinarsi dell'Apocalisse... Se si eccettua, naturalmente, la visione di una Letizia Moratti che danza sulle note di Viva La Mamma, poco dopo che il suo servizio d'ordine si era allegramente dedicato a prendere a calci nelle costole un pensionato che aveva osato contestare il sunnominato Premier.
Ebbene, ancora una volta, lasciate che siano gli Àp0ti ad allaggerirvi il fardello di pensieri con un tema che, a giudicare dalla sua totale assenza dai media nel Belpese, dobbiamo ritenere frivolo e senza gravitas. Abbiamo due parole per voi: uranio impoverito. Non ve l'aspettavate, eh?
Massì certo, vogliamo cominciare a parlare di militari; forse – chi lo sa – memori del giorno in cui il nostro vanto nazionale, Grande Uomo alla Testa del Ministero della Difesa (o, per amore di brevità: Grande Testa di Min. Dif.), Larussa Ignazio Benito Maria strepitava ad Annozero perché voleva a tutti costi che si facesse venire un bel ragazzone in divisa (vedi video).

Maccerto, Ignazio Benito Maria, chi è – dimmi tu – che non lo vuole un bel ragazzone in divisa?
E, lasciandovi con il pensiero di un Larussa nell'atto di “far venire un ragazzo in divisa” (un'immagine mentale della quale – siamo certi – ci sarete eternamente grati), vorremmo adesso rivolgerci a tutti quei lettori – ancorché pochi – che, trovandosi a considerare una carriera nel glorioso Esercito Italiano, dovessero avere in mente di esplorare tutte quelle strade che portano a Larussa.
Ci siamo dunque permessi di dare un primo avvio a questa ricerca per conto vostro, approdando prevedibilmente sul sito dell'Accademia Militare di Modena.
Né mai ci pentiremo di averlo fatto al momento giusto: sembrerebbe infatti che la pagina ufficiale sia in via di modifiche, e che nemmeno il link attualmente pubblicato su wikipedia (http://www.esercito.difesa.it/siti_scuole/Modena/index.html) sia valido. Certo, con la rapidità con la quale muta costantemente il panorama internet, è probabilissimo che questa interruzione sarà già stata riparata nel momento in cui avrò terminato di scrivere questo articolo. Il punto è un altro.
L'aver consultato la – ormai inesistente – pagina web dell'Accademia Militare di Modena solo un mese fa ci ha permesso il raro privilegio di poter scaricare un video in essa incastonato – embedded, come dite voialtri giovani – che, senza esagerare, ci ha regalato lacrime di gioia alla riscoperta di una chicca che credevamo perduta nella nostra memoria. Solo qualche giorno più tardi e questa chance sarebbe sfumata. Un po' di storia, se vi va.
C'era una volta l'Esercito Britannico, altresì noto come British Army, il quale, intorno alla metà degli anni '90, ebbe l'infelice idea di elargire al suo dipartimento di marketing centinaia di migliaia di sterline per far produrre un'orrenda serie di spot televisivi che facessero salire un po' il numero di giovani britannici volenterosi a mettere una firma su un modulo e disponibili a farsi sbudellare oltremare. Detto fatto, alcuni di questi capolavori invasero gli schermi della nazione. La nota finale di ognuno di questi spot era invariabilmente Start Thinking Soldier (Mettiti a Pensare da Soldato). Ne potete vedere un esempio qui sotto.

Orbene, come la storia racconta, questi spot televisivi non furono un gran successo, in parte per il loro contesto hollywoodiano melenso, in parte perché generazioni di britannici iniziarono a fare il verso al messaggio Start Thinking Soldier, collocandolo in contesti sempre meno eroici (siamo a conoscenza di varie parodie, alcune disponibili su YouTube), tanto da costringere il British Army a ritirare tutti gli spot.
Orbene, facendo un passo avanti di soli 15 anni, e sempre memori del fatto che non esiste uno scarto di fabbrica che si possa considerare troppo marcio o fallimentare per il nostro glorioso paese, sappiate che uno dei famigerati spot, dopo aver ricevuto pollice verso dal popolo britannico, essere stato inflazionato, sfottuto, svilito e ridicolizzato per un decennio e mezzo, è stato a quel punto ritenuto valido per l'acquisto di seconda mano da parte dell'Esercito Italiano, solo dopo – si badi bene – essere stato tagliato un po' e ridimensionto, in modo da divenire più a buon mercato. Uno scarto di uno scarto, insomma.
Siamo dunque lieti di mostrarvi il video, così come veniva orgogliosamente affisso sul sito dell'Accademia Militare di Modena fino al mese scorso.

Vedete che cosa hanno fatto? Se hai la risposta, puoi fare domanda. Sapete, un po' come dire: se capisci i nostri giochi di parole, allora hai il cervello adatto.
Allora: vi è venuta voglia, sì o no di “fare domanda”, alla sola visione di quel video? Ci state pensando?
Permetteteci dunque di chiedervi: se foste un cadetto dell'Accademia Militare di Modena, il medico vi diagnosticasse un tumore, e voi foste solo l'ultima entry in una lista di molti altri vostri compagni di Accademia ai quali i dottori dovessero dare un'identica, tragica notizia, tutti “ragazzi in divisa” a cui – guarda caso – era toccato utilizzare munizioni all'uranio impoverito durante gli addestramenti, come vi sentireste?
Se hai la risposta, puoi fare domanda.
Noi di domande ne abbiamo fatte. Risposte, per il momento, ne abbiamo ricevute ben poche.
Ed è a questo punto che l'articolo che state leggendo si trasforma in una lettera aperta a tutti voi: chiunque possa fare un po' di luce su questo fatto è pregato di contribuire qui. Perché noi la storia che avete appena letto l'abbiamo ottenuta di terza mano; e se così non fosse stato, a tutt'oggi saremmo nella totale ignoranza di questo pericolo che incombe sui “ragazzi in divisa”, ai quali Larussa – a parole – sembrerebbe volere tanto bene.
Certo, già da un pezzo si parlava di militari tornati dal Golfo, dalla Somalia, dal Kosovo, con tumori causati dall'uso di munizioni all'uranio impoverito [1]; e non c'era forse stato quel documentario RAI del 1996 intitolato La Sindrome del Golfo [2] – e censurato per anni [3] – in cui si parlava proprio di questo? Sì certo, però era roba vecchia, no?
E poi, sapete com'è, erano notizie controverse: per esempio c'era quell'ex ministro della difesa, tal Arturo Parisi, che insisteva che il numero dei morti nelle forze armate fosse “soltanto” 37, nei dieci anni che erano intercorsi dalla realizzazione di quel documentario – cifre smentite da tal Domenico Leggiero, dell'Osservatorio Militare, che documentava “2.536 militari affetti da patologie tumorali, di cui 164 deceduti” [4], spiegando poi in questo modo l'enorme errore per difetto propagato del ministero della difesa: “Evidentemente ci sono interessi che vanno ben oltre quello che potevamo supporre”. [5]
Insomma, d'accordo; ma tutta questa è roba di almeno cinque anni fa, no?
Mai e poi mai ci immaginavamo che, a distanza di un lustro, nelle accademie militari si continuassero a usare munizioni che da tempo la scienza ha dimostrato come la causa di una così alta percentuale di tumori nei cadetti italiani.
E infatti, a dirla proprio tutta, non ci risulta che sia stato scritto nulla a riguardo in tempi recenti. Persino un'esplorazione al sito www.uranioimpoverito.it ha solo portato alla luce documenti vecchi.
Insomma, com'è che nessuno ne parla?
E che dire della sindrome di Quirra? [6]
Dopo giorni passati sul web, non siamo nemmeno riusciti a identificare quale compagnia di armamenti stia arricchendosi sulla pelle dei “ragazzi in divisa”.
Ce ne sono così tante che hanno contratti con l'Italia e che producono le munizioni maledette: Lockeehd Martin? General Dynamics? BAE Systems? C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Insomma, gentili Àp0ti, è qui che ci servite voi. Qualsiasi informazione documentata – lo ripetiamo – sarà apprezzata.
Tra parentesi, è in momenti come questi che bisogna essere grati per il caro vecchio articolo 414 del Codice Penale (Istigazione a Delinquere): ve lo immaginate che disastro? Qualcuno al nostro posto – certamente non noi – ma qualcuno potrebbe scrivere cose orripilanti come, che so io, che è arrivato il momento di fare la posta all'Onorevole Larussa (da tre anni ministro della difesa), afferrarlo per il bavero, magari gridandogli addosso cose orribili – che personalmente condanniamo – quali, per esempio: “Brutto figlio di una gran tr*ia, quanti soldi ti hanno dato?” (che orrore, ci dissociamo completamente da chiunque alberghi simili pensieri) e magari aggiungendo cose ancora più riprovevoli, quali – ad esempio – la proposta di prenderlo ripetutamente a pugni in faccia e fargli sputare, insieme a sangue e qualche dente, il nome della famigerata compagnia di armamenti. No, assolutamente siamo contrari a qualsiasi pensiero di una simile natura. Siamo grati per l'articolo 414. Amen.

Rinaldo Francesca

[1] Uranio, morti 37 soldati in dieci anni, Regione Sardegna, pubblicato qui:
http://www.regione.sardegna.it/j/v/492?s=58643&v=2&c=1489&t=1
[2] Vedere:
http://www.youtube.com/watch?v=_hyFAB3vQDE
[3] Alberto D'Onofrio: La guerra invisibile; il testo de “La Sindrome del Golfo”, il filmato RAI2 che la RAI oscura, Il Manifesto, 28 gennaio 1999.originalmente pubblicato su:
http://mir10.mir.it/mani/Quotidiano-archivio/28-Gennaio-1999/art8.html
e disponibile qui:
http://www.berrettibianchi.org/bebi/contenuti/archivio/1999/sindrome.html
[4] Bruna Iacopino: Radioattività o nanopatologia? L'Osservatorio Militare, 9 ottobre 2006, reperibile su:
http://www.osservatoriomilitare.it/osservatorio/uranio/stampa/articolo21_radioattivita_o_nanopatologia.htm
[5] Uranio, 37 militari italiani morti, Il Corriere della Sera, 9 ottobre 2006, pubblicato qui:
http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_09/uranio_impoverito_parisi.shtml
[6] Per chi volesse saperne di piu:
http://italy.indymedia.org/features/biowar/#69

Wednesday 25 May 2011

Scott Creighton: Operazione Shock and Awe in Libia

Il più pesante bombardamente dall'inizio del conflitto, mentre l'amministrazione Obama offre un ufficio in Washington D.C. ai “ribelli” associati con al-Qaida.

Pubblicato su http://www.willyloman.wordpress.com

Almeno 18 razzi della NATO hanno devastato i loro obiettivi la scorsa notte, creando una scena che ricorda sinistramente quei primi giorni di Shock and Awe in Iraq. Cadaveri di civili si riversavano negli ospedali locali, mentre la CNN si rifiutava di andarvi per riportare il fatto a causa di “ragioni di sicurezza”.
Mentre la skyline di Tripoli si accendeva come quella di Baghdad nella primavera del 2003, un altro inquietante aspetto della nostra strategia in Iraq si stava ripetendo in Libia orientale. L'assistente segretario di stato US per gli affari in Medioriente, Jeffrey Feltman, si è incontrato con i “ribelli” legati ad al-Qaida per poter offrire loro l'opportunità di aprire un ufficio di rappresentanza in Washington D.C.
Jeffrey Feltman aveva già servito in Iraq per la corrotta Coalition Provision Authority all'inizio del 2004, dopodiché divenne il nostro rappresentante in Libano fino al 2008. Durante e dopo l'attacco di Israele in Libano, Feltman fece del suo meglio per cercare di installare un governo pro-Israele laggiù. Il che ha un senso, dal momento che Feltman ricoprì varie cariche ufficiali in Israele per conto degli Stati Uniti, prima tra il 1995-1998 e successivamente tra il 2001-2004.
I bombardamenti NATO su un'area di civili ha ucciso uno dei figli di Gheddafi e tre dei suoi nipoti un paio di settimane fa.
I fasulli media di sinistra come il New York Times, l'Huffington Post, al Jazeera, Ed Schultz e Democracy Now hanno continuato a promuovere le “azioni cinetiche” di Obama fin dal primo giorno.
Visto che i fasulli media di sinistra sembrano srizzare l'occhio all'amministrazione Obama in tutto questo, immagino debbano aver deciso che potevano pure aumentare gli attacchi. Se bombardare bambini a una riunione di famiglia non fa nemmeno alzare un sopracciglio nei circoli “progressisti” in America, soltanto perché Barack Obama ha le elezioni che si avvicinano, questi prossimi diciotto mesi promettono di essere parecchio brutti per persone innocenti attorno al mondo.

Leggi l'articolo originale

Saturday 14 May 2011

Intervista a Gilad Atzmon - il video

Poco più di un mese fa, come ricorderete, ho intervistato il musicista/scrittore/attivista Gilad Atzmon, e pubblicato in questa pagina la prima parte della trascrizione di quanto ci siamo detti.
Ora, per chi proprio non dovesse farcela ad aspettare la seconda parte di detta trascrizione, ecco nel frattempo uno slideshow di circa mezz'ora di quell'intervista – di cui alcuni frammenti sono stati peraltro già pubblicati sul sito stesso di Gilad, a questa, questa e questa pagina.

Buona visione!

Wednesday 11 May 2011

HS: morte virtuale di uno 'sceicco del terrore'

di HS.

Pubblicato originalmente su
www.comedonchisciotte.org

Lo sospettavamo da tempo che l’intelligence reale non è quella raffigurata nei romanzi di Graham Greene e di John Le Carrè nei quali lo sviluppo narrativo e il disegno dei personaggi rispondono a schemi logici e ordinati nei quali la concatenazione di eventi si incarica, al fine, e pur seguendo percorsi tortuosi, di rimettere ogni tassello dolorosamente al suo posto… Si respira un’aria soffocante di tragedia in queste storie. La realtà dei giochi di potere – semplici e complessi al tempo stesso – che si giocano sulle teste degli individui, è, invece, grottesca, mostruosa e sempre in bilico fra follia e ridicolo… Pare che però stavolta, almeno a udire qualche commento od opinione nei posti frequentati dal popolino, la rete non abbia raccolto molti pesci se non nel cuore dell’impero americano. Con il trascorrere dei minuti e delle ore aumentano i dubbiosi e – con loro – quei dubbi che una persona con un poco di buon senso non può non maturare.
Per comprendere l’anima autentica di quest’America ormai immersa in un mondo virtuale sarebbe bastato assistere alla visione, dieci anni or sono, dell’interessante film satirico “Sesso e potere” diretto dal veterano Barry Levinson. Vi si narra come un solerte funzionario della CIA interpretato dal mitico Bob De Niro si affidi alla creatività e alla fantasia di un entusiasta produttore hollywoodiano – l’altrettanto “grande” Dustin Hoffman – per coprire uno scandalo sessuale che vede coinvolto nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti d’America con un chiaro riferimento alle disavventure di Bill Clinton.
Per recuperare i consensi perduti l’instancabile e logorroico produttore si inventa e realizza una finta guerra con l’Albania proclamata per liberare, ovviamente, i poveri albanesi dalla tirannia. Inutile aggiungere che il conflitto viene ricostruito completamente negli studios, mentre, chi è d’obbligo mantenere il silenzio sul finale nel rispetto di coloro che volessero recuperare questo piccolo ed esilarante gioiellino di satira.
Pur riconoscendo l’arguzia degli autori della pellicola, non possiamo non riconoscere che, in realtà, le guerre sono vere e si combattono senza risparmiarsi sui mezzi e con gran spreco e dileggio di vite umane. La simulazione fa da contorno, serve a giustificare e a legittimare i conflitti ammantandoli di un epico senso di giustizia e voglia di democrazia e libertà. La nostra vacillante memoria ripercorre qualche esecrabile e determinante episodio di manipolazione dell’opinione pubblica nel disprezzo quasi assoluto per la nozione di cittadinanza attiva e consapevole, dalle presunte e decisive prove che avrebbero dovuto incastrare gli efferati autori dell’11 settembre ai falsi documenti congegnati per accusare l’Iraq di Saddam Hussein di possedere le armi di distruzione di massa più micidiali al mondo.
Oggi non c’è più il neoconservatore guerrafondaio texano Bush jr. che, agli occhi dell’America profonda, ebbe il torto di non saper controllare la situazione afghana e quella irachena, ma il “democraticissimo” Barack Obama che, dal momento del suo insediamento, ha mantenuto il trust di esperti delle politiche internazionali, di difesa e di sicurezza che ha indirizzato le scelte del predecessore. Difatti e a conti fatti, il racconto dell’operazione che ha portato all’eliminazione dello sceicco del terrore Osama Bin Laden - il famigerato nemico pubblico numero uno dell’America, il capo della rete del terrorismo islamista di Al Qaeda e ideatore degli attentati dell’11 settembre – portata a termine da un commando di Navy Seals, è così piena di quei buchi che solo la credulità e la ingenuità possono disinvoltamente riempire, malgrado la solita compiaciuta mobilitazione dei mass media del mainstream globale – stampa e televisione – corsi a dar man forte ai confezionatori di storie dal sapore molto hollywoodiano.
Vediamo perché la storia dell’esecuzione di Bin Laden per vendicare i morti dell’11 settembre ci rende molto più che scettici…
La versione fornita ai media in maniera sommaria: dopo mesi di ricerche e di lavoro di intelligence (?) per individuare il covo del capo di Al Qaeda, un team specializzato della Navy Seals viene mandato nella città di Abbotabad a 50 km da Islamabad. La consegna è quella di uccidere lo sceicco del terrore o, almeno, questo è quello che viene ripetuto per un giorno da fonti americane.
Durante il blitz Bin Laden viene eliminato con un preciso colpo sparato in testa. Tra le “vittime collaterali” del raid figurerebbero una moglie e un figlio di Osama Bin Laden. Secondo l’esperto antiterrorismo della Casa Bianca John Brennan, il numero uno mondiale del terrorismo si sarebbe fatto scudo della donna come consuetudine fra i feroci seminatori di morte islamisti. Missione compiuta, dunque, per quella che sembra una sceneggiatura scritta per uno di quegli epici e patriottici film d’azione americani incentrati sulle gesta di muscolosi e implacabili ammazzasette in divisa.
L’operazione – anche se non è ben chiaro quando avrebbe effettivamente avuto luogo – sarebbe stata preannunciata dal Presidente Obama. A 'missione compiuta' il Presidente avrebbe rivendicato la responsabilità di aver ordinato l’assassinio di Bin Laden per incassarne politicamente il successo. I toni trionfalistici e sciovinisti si confondono con quelli di un qualsiasi Bush jr. Dichiarazione grottesca e incredibile: “Senza Osama il mondo è più sicuro!” Non ricordano analoghe parole proferite dopo la presunta vittoria contro l‘Iraq di Saddam Hussein? Incurante di qualsiasi dubbio, come in una sorta di rito orgiastico, la gente di New York come di Chicago, Boston e delle altre città americane si riversa sulle strade a festeggiare e a celebrare la vendetta compiuta nel rispetto di una consuetudine che risale fino ai tempi delle pistole della Frontiera. Quel che è certo, anzi certissimo è che il Presidente ha autorizzato questa operazione con i suoi successivi sviluppi…
Anche a prestar fede alla versione ufficiale e 'accettata', si dovrebbe rimanere stupiti e di sasso, inquietati dalle modalità di azione a cui ci sta abituando l’Impero. Innanzitutto – ma ne eravamo ormai sicuri – emerge in maniera quanto mai lampante come per gli Americani e soprattutto per le élite che la amministrano l’America o ne influenzano i destini sociali, culturali, economici e finanziari, il mondo altro non sia se non il proprio cortiletto di casa da curare come meglio si crede.
Ogni terreno, ogni territorio diventa campo per le covert operations o dirty operations della CIA e dei numerosi corpi militari speciali organizzati per il killeraggio di alto livello, il terrorismo, la guerriglia e l’arte dell’omicidio mirato. Che si possa portare a compimento un numero impressionante di tali missioni 'pseudomilitari' non sorprende, considerato che in ogni continente sono insediate basi militari americane e della NATO che, evidentemente, possiedono tutti gli strumenti logistici per supportare i commandos.
Lascia ancor più perplessi il fatto che, secondo la voce ufficiale, Bin Laden avesse trovato rifugio a pochi passi da una base militare dell’esercito pakistano. Naturalmente è molto agevole far ricadere le responsabilità di presunte protezioni concesse a un Bin Laden presumibilmente vivo sul Pakistan, sul suo esercito e sui suoi servizi segreti, l’efficiente ISI. Non sono stati forse gli uomini dell’ISI a fornire supporto e finanziamento ai talebani per la loro ascesa in Afganistan? Peccato, però, che oltre a intrattenere rapporti diretti con i gruppi islamisti pakistani e afgani, l’ISI collabori con i servizi segreti americani e britannici da tempo immemore.
Come è stato ormai storicamente accertato e documentato i combattenti mujaheddin e islamisti, che dal 1978 intrapresero la jihad islamica contro l’URSS e il governo collaborazionista afghano, vennero debitamente addestrati in Pakistan dall’ISI sotto la supervisione degli americani della CIA e degli inglesi dell’MI6.
In quella che sarà ricordata come la più dispendiosa operazione di guerriglia allestita per inconfessabili fini geostrategici, entreranno anche i francesi e le altre potenze della NATO, nonché, segretamente, i dichiarati nemici cinesi, iraniani e libici desiderosi di fornire il loro contributo alla jihad afghana per infliggere un duro colpo al colosso sovietico.
Ancor meglio custodito è il segreto riguardante il coinvolgimento del MOSSAD, i servizi segreti israeliani, mentre i finanziamenti sono stati generosamente elargiti dalla casa regnante saudita, dai petrodollari. Se proprio si devono analizzare cause, motivazioni e dinamiche che portarono all’espansione di un terrorismo che, ad esempio, ha contribuito a creare le condizioni per una sanguinosa guerra civile in Algeria presto dimenticata nella labile memoria dei media, non si possono ignorare queste vicende che danno conto dell’incredibile dose di cinismo con cui vengono decisi i destini di popoli e nazioni.
Di tale scempio ne sono responsabili tanto l’amministrazione democratica di Carter – che approvò per primo il progetto – quanto quella repubblicana dell’ex attore hollywoodiano e 'rambista' Reagan che nell'impresa profuse un maggiore impegno militare, finanziario, propagandistico e logistico. Entrambi i Presidenti sono stati cavalli di battaglia delle élite 'trilateraliste'…
Dare l’ordine di 'giustiziare' un celebrato reduce della gloriosa jihad afghana antisovietica, oltre che presunto burattinaio di Al Qaeda e mandante degli attentati suicidi dell’11 settembre, equivale a stendere un velo di silenzio su una vicenda imbarazzante che sarebbe iniziata più di trent’anni fa.
In Pakistan gli americani e gli inglesi hanno occhi e orecchie dappertutto e non convince gettare tutto il peso della responsabilità sulla presunta ambiguità pakistana. Sembra la riproposizione all’ennesima potenza delle vicende che hanno preceduto, accompagnato e seguito la cattura degli scomodi boss corleonesi Riina e Provenzano. C’è da scommettere che americani, inglesi e pakistani – i loro servizi segreti – collaborino per gettare via quei limoni che sono stati abbastanza spremuti, ovvero i talebani e gli islamisti locali. Con quanto successo non possiamo dire…
Se davvero assumiamo per vera la versione ufficiale della morte di Osama Bin Laden, se veramente diamo credito alle fonti ufficiali americane, c’è comunque poco da stare allegri. Innanzitutto il tentativo di risparmiare un giusto ed equo processo al presunto burattinaio del terrorismo islamista internazionale denoterebbe un ulteriore imbarbarimento del non particolarmente civile spirito di libertà americano. Una vendetta nel biblico stile 'occhio per occhio' per soddisfare la sete di sangue del pubblico americano.
Escludendo il pur comprensibile movente della vendetta, non rimane che la fretta di sbarazzarsi di uno scomodo testimone di un passato ancora indicibile e non detto… Un giusto e regolare processo – utile anche al pubblico americano per valutare i fatti – non avrebbe permesso solo di chiarire i pregressi rapporti della rete di Bin Laden con la CIA, ma anche di mettere qualche tassello in più nel mosaico dell’enigma dell’11 settembre ancora avvolto da inquietanti ombre. Lo 'sceicco del terrore' avrebbe ammesso la sua colpevolezza oppure avrebbe portato le prove inoppugnabili della sua estraneità? Sono tutti interrogativi più che leciti… Non è forse un caso che qualcuno abbia cercato di limare la narrazione dell’operazione che ha condotto all’eliminazione di Bin Laden dichiarando che la consegna era quella di prenderlo vivo o morto…
L’ordine di assassinare Bin Laden porrebbe qualche piccolo problema…

Se tutto fosse vero… Se…

Su quella che, agli occhi della maggior parte degli americani, potrebbe essere annoverata tra gli eventi del secolo, cominciano a circolare versioni contrastanti, contraddittorie e a dir poco lacunose nei dettagli. Bin Laden è stato abbattuto da un preciso colpo in fronte… No, il proiettile ha perforato uno degli occhi… Bin Laden si è fatto scudo del corpo della moglie… No, ha fatto semplice 'resistenza' alla cattura… Bin Laden disarmato resisteva agli assedianti…
Viene accreditata la ricostruzione dell’operazione basata sulla presumibile 'sparatoria' – anche se non si comprende se di vero scontro a fuoco si tratti o di un’esecuzione in piena regola -, ma le televisioni arabe fanno circolare le immagini del rifugio in fiamme del leader terrorista. Scontro a fuoco o bombardamento? La differenza non è di poco conto… Eppure ancora vengono mostrate dalle televisioni di tutto il mondo le immagini di un’abitazione in disordine, ma sicuramente intonsa e senza tracce di bruciature. Inoltre vengono forniti numeri diversi per quel che riguarda il commando incaricato della missione. Niente riesce a quadrare…
Sul cadavere 'virtuale' di Osama Bin Laden si scatena un ignobile balletto mediatico degno di essere ricordato negli annali futuri. I giri scatenati di pessimo valzer si concentrano – incredibile a dirsi - nel breve arco di pochi giorni. La 'rete' e le televisioni diffondono una foto del volto martoriato di Bin Laden che ne dovrebbe presumibilmente dimostrare il violento decesso, ma presto viene a galla che si tratta di un clamoroso falso, una immagine ritoccata grossolanamente e non solo… Pare che sia circolata in rete ben cinque anni fa. Le televisioni si affrettano a ritirarla dagli schermi. D’accordo per essere un falso, è un falso conclamato, ma chi ha approfittato per riproporlo ai media disponibili, compiacenti o, semplicemente, a caccia di notizie? Sfugge la gravità di questo fatto: la prima foto pubblicata di Bin Laden 'morto' è palesemente taroccata e quel che è più grave è che l’Amministrazione americana non si sia affrettata a sconfessarla lasciando che il pubblico si lasciasse abbindolare dall’inganno… Perché?
La litania ripetuta dai funzionari americani come una lezioncina imparata a memoria prevede il seppellimento in mare del cadavere da una portaerei americana perché nessuna nazione araba sarebbe stata disponibile ad accettare di sotterrare la salma del leader di Al Qaeda. Comunque tutto sarebbe avvenuto nel rispetto della tradizione e delle regole dell’Islam.
Un esame del DNA avrebbe confermato l’identità di Bin Laden al 100%. A tale proposito l’atteggiamento dell’Amministrazione di Barack Obama e del suo entourage, dei suoi consiglieri dovrebbe allarmare e preoccupare tale e tanta sono la superficialità, la vacuità e l’incuranza del rispetto della logica dei fatti…
Dato che è circolato pure un falso clamoroso sui media di tutto il mondo, perché non mostrare il corpo della discordia nudo e crudo. Sarebbe l’unica soluzione possibile per smentire complottisti e malelingue.
Un esame del DNA richiede tempo e un campione per il confronto e, poi, dov’è il documento che ne attesterebbe l’esito positivo? Bisogna fare affidamento sulla credulità e, forse, sulla presunta imbecillità della gente… Misteri della fede !
La sepoltura marina pone ulteriori e insolubili problemi, perché non è vero che rispetta le regole dell’Islam, anzi, ne costituisce una violazione. Dalla prestigiosa Università egiziana di studi coranici Al Khazar, dagli ulema si alzano voci vibranti di sdegno… Trasbordare in mare il corpo di un musulmano per seppellirlo denota solo disprezzo e ignoranza. Se proprio gli americani volevano sbarazzarsi del corpo di Bin Laden, avrebbero potuto segretamente sotterrarlo in qualsiasi luogo disponibile nel grande deserto mediorientale. Ma perché, poi, tanta fretta adoperata per sbarazzarsi di un corpo sia pure scottante come quello di Osama Bin Laden?
E perché gridarlo ai quattro venti, suscitando sempre maggiori dubbi e perplessità? Rammentiamo che quell’uomo del quale si è festeggiata la morte, è ritenuto il responsabile principe di un cambiamento epocale per cui la gente comune di questo pianeta avrebbe diritto a quella che è semplice decenza accompagnata dal rispetto per l’intelligenza umana.

Il diritto a veder dissipato il minimo dubbio…

Il genuino e impossibile diritto alla verità…

Dell’inghippo se ne devono essersene accorti pure i cervelloni che fanno anticamera alla Casa Bianca. Forse sarebbe meglio mostrare le immagini di quel bizzarro funerale che evoca nibelungiche saghe e promesse di Walhalla, esibendo definitivamente il volto e il corpo dello 'sceicco del terrore'. In verità la CIA e il suo direttore Leon Panetta starebbero premendo in tal senso, mentre la Casa Bianca tentennerebbe… Le immagini di quel corpo sarebbero troppo crude e agghiaccianti, controproducenti per l’Amministrazione. Ma non si era detto che Bin Laden era stato eliminato con un proiettile sparato direttamente in testa? Quell’uomo è stato crivellato di colpi? È stato torturato? Il balletto non finisce certo a questo punto, perché interviene una ragazzina, la presunta figlia dodicenne del leader terrorista, la quale dichiara che suo padre è stato 'giustiziato' dopo la cattura. Anche così, però, non si spiegherebbe perché il suo cadavere è irriconoscibile se non con la necessità di togliersi l’onere di dimostrarne l’effettiva esistenza.
Finalmente si decide per l’opzione che i non ingenui non dubitavano: non verrà mostrata alcuna immagine di Osama Bin Laden, perché lesiva degli interessi dell’Amministrazione e perché non convincerebbe gli scettici. Insomma dobbiamo credere sulla parola del Potere che dall’alba dei tempi è abituato a mentire, a omettere e a manipolare… Il New York Times pubblica la versione definitiva della cosiddetta operazione 'Geronimo', che non poco contrasterebbe con l’iniziale ricostruzione ufficiale.
Questa volta Bin Laden sarebbe stato ucciso durante l’azione anche se era disarmato. Perché poi un agguerrito commando di forze speciali che conoscono evidentemente il loro mestiere non sia riuscito a catturare vivo il nemico pubblico numero uno, può essere solo spiegato con le nostre riflessioni iniziali. Sempre ammettendo che Osama Bin Laden sia morto nelle circostanze indicate… Intanto fanno il giro del mondo le foto degli altri terroristi uccisi come per dare una parvenza di realtà alla sua discussa fine…

Se fosse un prodotto della egemonica macchina spettacolare americana e hollywoodiana saremmo dalle parti del serial “24” con tanto di agenti in stile Jack Bauer, mentre il riferimento all’esame del DNA introduce sulla scena gli uomini dell’efficientissima CSI, per l’occasione in trasferta estera.
Da questa sarabanda ai limiti del ridicolo si ricava una sola certezza: l’assenza del corpo concreto e reale di Osama Bin Laden, fatto che conferisce all’intera operazione “Geronimo” il carattere della mastodontica montatura propinata al pubblico americano e a quello mondiale. Per semplice e pura logica a cadavere assente mediaticamente e concretamente corrisponde l’assoluta 'virtualità' della messinscena spettacolare.
Restando nell’alveo della civiltà giuridica che anche la cultura anglosassone ha contribuito a forgiare, a questo caso si applica necessariamente il principio dell’”habeas corpus”. Un omicidio, un assassinio, l’eliminazione fisica possono essere dimostrate solo in presenza di un cadavere riconosciuto. Chi fra voi ha abbastanza anni alle spalle o quella curiosità che porta a immergersi in particolari letture, saprà che, ad esempio, del mitico eroe guerrigliero fieramente antimperialista e antiamericano è stato diffuso un buon numero di foto proprio per testimoniare al mondo l’avvenuta esecuzione di un uomo ritenuto pericoloso per gli interessi del neocapitalismo yankee.
Chi ha tempo o voglia può connettersi con qualche sito in cui sono presenti queste immagini non dovrebbe trovare difficoltà. Invece il pretesto accampato per evitare di mostrare le immagini presumibilmente riprese di Bin Laden è assolutamente inconsistente: la 'martirizzazione' di un corpo – che tale è stata prospettata sui media ufficiali – può alimentare un mito, ma ciò è nulla a confronto dell’invisibilità che fa ritenere che il soggetto in questione sia pure ancora vivo, contribuendo particolarmente a diffondere un’aura di leggenda ancor più intensa.
A tagliare definitivamente la testa al toro sconfessando definitivamente la messinscena made in USA, interviene in maniera in attesa proprio Julian Assange autore dell’ennesimo scoop passato dieci giorni fa al foglio inglese Daily Telegraph. Secondo i documenti nella disponibilità del guru della controinformazione internettiana alternativa, un carcerato eccellente di Guantanamo e presunto appartenente alla rete di Al Qaeda, l’organizzazione terroristica islamista avrebbe fatto scoppiare una bomba nucleare nel cuore della Vecchia Europa in caso di cattura o assassinio di Bin Laden.
Val la pena rileggere queste righe due o tre volte per comprendere bene il senso di quanto pubblicato. Avete capito bene? Il senso di sollievo che i media internazionali avrebbero cercato di diffondere fra i loro fruitori è difficilmente esplicabile. Mettendo insieme questi fatti e assumendoli per veri e incontrovertibili, la Casa Bianca avrebbe autorizzato e ordinato l’eliminazione del capo di Al Qaeda – tale è ormai la versione ufficiale, conclamata e consolidata – sapendo che ciò avrebbe potuto provocare una rappresaglia terribile quanto inattesa, la deflagrazione di un ordigno nucleare in una delle tante rinomate capitali europee - mica in America!
Se ben intendo, il livello di allarme antiterrorismo dovrebbe toccare i vertici del parossismo, ma apparentemente riceviamo messaggi confortanti e di sollievo nonostante si continui a ripetere che Al Qaeda è ancora operante e pericolosa. Considerando che l’Amministrazione Obama non ha smentito la documentazione 'sottratta' da Assange sulla deposizione del galeotto di Guantanamo, saremmo autorizzati ad accusare gli americani di un atto di grave e allarmante pericolosità che potrebbe determinare un evento a dir poco devastante.
Per di più la Vecchia Europa ospita un gran numero di basi della NATO e un attentato terroristico nucleare condurrebbe allo scompiglio e ad una catena di eventi dalle conseguenze disastrose ed imprevedibili. In ultima istanza la Casa Bianca si renderebbe responsabile di un gravissimo crimine terroristico attuato contro i suoi più stretti alleati. Ma è possibile accettare un tale scenario? Dobbiamo veramente credere alla consequenzialità di questi eventi terribili? Oppure il personaggio interrogato dagli aguzzini di Guantanamo non è molto attendibile… Oppure i metodi di interrogatorio basati su torture e sevizie in auge del campo di concentramento americano invalidano qualsiasi testimonianza resa – per ciò stesso – in un contesto di insopportabile pressione e costrizione… Oppure gli eroici yankees hanno già provveduto a tutto e siamo immuni da qualsiasi attacco terroristico nucleare… Oppure, infine, Al Qaeda, le sue minacce e i suoi progetti non sono da prendere seriamente…
Tutto suona terribilmente stonato, falso, senza alcun rispetto per il vecchio buonsenso…
Nella follia del mondo postmoderno, specialmente americano, in apparenza il Presidente Barack Obama prenderebbe una miriade di piccioni con una fava sola. Vediamo quali…


1) In un periodo di grave calo di popolarità e nell’imminenza delle prossime contrastate presidenziali, con l’eliminazione virtuale di Osama, il Presidente Obama si assicurerebbe l’ipoteca sulla rielezione.

2) Il successo dell’operazione “Geronimo” copre in maniera determinante quanto sta accadendo in Libia e i tentativi – quelli sì, reali – di eliminare Gheddafi. Un bombardamento NATO ha provocato la morte dell’ultimogenito del dittatore e di una nipote. Inoltre l’opinione pubblica comincia a domandarsi quali sono i reali motivi dell’intervento della NATO a sostegno degli insorti. La solita pretesa di difendere 'i diritti umani' con i bombardamenti appare sempre più grottesca, abnorme e contro l’umana logica.

3) Si pongono le basi per un ritiro almeno parziale dall’Afghanistan per concentrare le truppe su altri teatri di conflitto che ora interessano molto di più, come la Libia, la Siria e il solito Iran. Dall’Asia Centrale, il fulcro dell’imperialismo americano e occidentale si sposterebbe nel Maghreb e nel Medio Oriente ove scoppiano focolai di rivolta. Parallelamente Karzai potrebbe essere 'libero' di contrattare con i talebani per il futuro assetto di potere in Afghanistan e il Pakistan potrebbe alleggerire la sua posizione sullo scacchiere internazionale.

4) Il rinnovato prestigio degli USA costringerebbe soprattutto gli alleati europei a seguire l’Impero nelle prossime avventure belliche senza inutili discussioni parlamentari e le solite risoluzioni ONU di facciata.

5) La mediatica e violenta uscita di scena di Bin Laden consente di tenere ad un certo livello l’allarme antiterrorismo negli USA e nei paesi alleati, permettendo di far passare in secondo e terzo piano altre questioni genuinamente politiche.

6) Semplicemente si porrebbe definitivamente una pietra sopra un cadavere ingombrante e scomodo per l’establishment americano e occidentale.


Sono finalmente a posto tutti i tasselli dispersi intorno alla morte virtuale dello 'sceicco del terrore'? Che ne è dell’Osama reale ?
Voci insistenti lo hanno dato e lo danno per morto e abbiamo il dovere di rammentare che egli non è Snake Plissken… D’altronde a suo tempo il predecessore di Barack Obama ammise candidamente che “Bin Laden non è così importante” (sic !)
Tornando dalle parti di Hollywood dove i sogni e, soprattutto, gli incubi diventano realtà, vorremmo suggerire la traccia per una sceneggiatura interessante e che, se realizzata in un progetto filmico, avrebbe sicuramente un bel riscontro di pubblico. E vediamo se questa sorta di fantasia creativa si avvicina alla verità più della storia propinataci in questi sciagurati giorni. Il che, in realtà, non è poi così difficile…
C’era una volta un uomo che si mise in testa di diventare nientemeno che Presidente degli USA anche se, qualche tempo prima, nessuno avrebbe scommesso un cent sulla sua candidatura, figuriamoci sulla vittoria… Le ragioni erano ovvie e scontate: quell’uomo apparteneva a una minoranza ancora discriminata e non rispondeva ai canoni del modello WASP della classe dirigente e dominante.
Non ci importa stabilire se quell’uomo era un idealista o lo era stato tempo addietro… Quel che conta è che, se desideri diventare il numero Uno, l’imperatore non dichiarato del pianeta Terra, qualche gomitata e qualche spintone lo devi pure assestare al tuo avversario. Inoltre per poter portare avanti una campagna elettorale con i fiocchi hai bisogno di soldi, molti soldi… Accade in tutto il mondo cosiddetto civilizzato, figuriamoci negli USA, patria e modello del neocapitalismo dominante. In tale contesto dove pensate che vada a finire anche il più sincero idealismo ?
I tempi maturano: il suo malaccorto e incauto predecessore ha mostrato apertamente l’America con i muscoli, ma le cose in Iraq e in Afganistan non stanno procedendo nel migliore dei modi. Vacilla l’immagine di un’America capace di promuovere democrazia, libertà e diritti civili che, in effetti, vengono regolarmente violati e minati. La politica bellica e bellicista non fa che accrescere delusione e malcontento anche perché le guerre dichiarate non vengono concluse positivamente e i cadaveri dei soldati americani cominciano ad essere accatastati. Senza contare che tutte le ingiustizie sociali e i problemi economici interni vengono aggravati e peggiorati.
Dopo l’iniziale e forte consenso per la politica decisa da quello che si era presentato come il comandante supremo di un esercito perennemente in conflitto con una buona fetta del mondo, si palesa un’inarrestabile onda contraria a quel vento. L’America a stelle e strisce e con le medaglie sui petti gonfi di retorica ed ipocrisia ha bisogno di una boccata di ossigeno per rilanciare l’immagine di un grande paese sano e forgiato sui rispettabili e grandiosi principi democratici del padri fondatori. Ha bisogno dell’immagine dell’”altra America”, di un'altra narrazione, di un altro romanzo…

L’establishment, nelle sue componenti finanziarie, imprenditoriali, politiche, militari, lo sa…

Lo sa anche il nostro uomo…

Dopo qualche problema nelle primarie del Partito Democratico a causa delle ambizioni di un'illustre signora, già nota come grintosa ed energica moglie e vice non ufficiale di un altro Presidente democratico, il nostro uomo riesce a candidarsi alle presidenziali americane. Forse i discendenti dei mercanti del Tempio - gli uomini dell’establishment – avrebbero preferito sostenere la signora in questione, più rispondente a quei canoni di cui sopra, ma l’America chiede a gran voce un candidato di tipo nuovo e quell’uomo – democratico, liberal e di colore – ha tutti i requisiti per poter di nuovo diffondere il mito made in USA.
L’entusiasmo è forte, potente come la voglia di cambiamento e i capitali impiegati per la campagna elettorale presidenziale sono incalcolabili. Il contendente non può che essere destinato alla sconfitta considerati i fallimenti del Presidente ancora in carica e quell’aspetto da reduce in cerca di sempre nuove battaglie da poter combattere. In poche parole la vittoria è scontata…
Tali e forti aspettative – in un paese come gli USA ma anche in un mondo come questo – possono venire realmente soddisfatte ? Parrebbe proprio di no… E’ scoppiata una grande crisi economica proprio a partire dagli USA e si è irradiata globalmente… Non è crisi qualsiasi… È la Crisi, con tutta la sua carica anche morale e culturale. Nonostante le promesse – e, comunque, in un contesto che, apparentemente, non aveva previsto – il nostro uomo delude le aspettative in maniera piuttosto rapida.
Nella sostanza le ineguaglianze e le ingiustizie – con l’aggiunta dell’inevitabile incremento della popolazione precipitata nell’indigenza e nella miseria – permangono mentre nel tempio del neocapitalismo – Wall Street – i nove principali istituti finanziari mondiali responsabili di aver portato gli USA e il mondo vicini alla catastrofe continuano a fare il bello e il cattivo tempo, condizionando pesantemente il cuore pulsante dell’Impero.
Si deve aggiungere poi che, nonostante il Nobel per la Pace assegnato in maniera che definire generosa è a dir poco un eufemismo, la linea di politica estera ricalca quella del predecessore con ben poche differenze. L’esercito americano continua ad essere impegnato nei soliti fronti e Guantanamo continua a fare il suo sporco lavoro… Non deve stupire: chi detta le scelte fondamentali di politica estera, della difesa e della sicurezza, sono esattamente le stesse persone imbevute di neoconservatorismo e bellicismo dell’Amministrazione precedente.
Ogni storia è destinata a avere una fine e forse la narrazione dell’”America diversa” sta per terminare... … L’establishment non ha più bisogno di Obama, ma di una personalità che possa identificarsi con l’America profonda che sta riemergendo… L’America del Mercato globale, delle multinazionali, delle corporations e dei grandi istituti finanziari che operano nei paradisi fiscali… L’America del complesso militare industriale, dei colossi dell’energia… L’America neoliberista della Trilaterale e neoconservatrice dei numerosi think tank… Ma è anche l’America WASP, fondamentalista e razzista, quell’America che in una mano tiene la colt, nell’altra la Bibbia e in tasca il portafogli… E’ l’America che ha partorito il Klu Klux Klan e le milizie… Nell’imminenza delle prossime presidenziali la campagna anti-Obama si fa aggressiva, accesa e violenta. Viene costituito il Tea Party, viene riproposto l’eterno tema della riduzione delle tasse – per gli abbienti? – e un celebre miliardario, uno degli uomini più ricchi del paese, mette in discussione le origini americane del Presidente.
In una situazione del genere è quasi d’obbligo per un Presidente USA qualsiasi ingerire steroidi e mettere in mostra i soliti muscoli. Con qualche apparente tentennamento l’occasione si ripropone in Medio Oriente, a partire dalla Libia, ove ovviamente giocano fattori economici e strategici, ma la missione che dovrebbe giovarsi dell’avvallo di una risoluzione dell’ONU, non convince una buona parte dell’opinione pubblica americana e occidentale. Urge escogitare qualcosa di inedito per far risalire gli indici di gradimento in vista delle prossime elezioni presidenziali.
La soluzione viene offerta al nostro uomini dai soliti esperti di strategie militari, di guerra psicologica e di manipolazione di massa. Non è tanto assurdo pensare che vengano coinvolti creativi hollywoodiani come il personaggio interpretato da Dustin Hoffman in “Sesso e potere”. “Perché…” propongono i consueti 'cervelloni'... perché non inscenare una finta operazione condotta da forze speciali americane con annessa eliminazione dello sceicco del terrore?” In fondo il leader della rete del terrorismo islamista mondiale non è da tempo su questa terra, ma nessuno si prende più la briga di verificare questa circostanza che, negli ambienti della Superclasse, dell’establishment mondiale, costituisce un segreto di Pulcinella. Lo sa perfino il nostro incauto uomo… I vantaggi sono quelli precedentemente illustrati…
Non tutto è simulato e finto: un’operazione militare affidata da solerti e addestrati uomini delle forze speciali dell’esercito americano, magari in collaborazione con i soliti inglesi e pakistani viene realmente portata a termine. Nulla di particolarmente strano… Queste azioni militari approntate per eliminare veri o presunti militanti del terrorismo islamista o, magari, solo per catturarli e interrogarli dopo averli tradotti in un carcere segreto in qualche remoto paese o a Guantanamo, sono e sono sempre state routine quotidiana. L’ovvia e scontata differenza è che, fra i cadaveri dei fottuti terroristi non c’è neanche l’ombra del nemico pubblico numero uno.
Tutto sembrerebbe perfetto, rodato e collaudato per produrre un risultato ineccepibile, sennonché quegli stessi personaggi che avevano mal consigliato il protagonista della nostra storia si divertono a seminare per la strada incongruenze, dubbi e versioni discordanti mettendo in difficoltà il nostro uomo. Cosa vogliono fare veramente costoro? Stanno semplicemente interpretando i tempi nuovo che si stanno affacciando e hanno intuito che il Presidente appartiene già al passato? L’inganno perpetrato ai danni dell’opinione pubblica potrebbe nascondere un altro inganno ideato per eliminare definitivamente dalla scena l’uomo che avrebbe dovuto presentare le istanze dell’”altra America”.
Sappiamo che sono stati mantenuti al loro posto uomini rappresentativi della continuità della politica imperiale internazionale americana… E poi, la signora che ha conteso la candidatura democratica alle ultime presidenziali e che ora ha in mano le chiavi della politica estera è veramente così devota e leale verso il suo Presidente? Se la montatura – organizzata volutamente in maniera piuttosto grossolana – venisse a galla, sarebbe segnata la fine politica definitiva per il nostro uomo che, forse, non è poi così ingenuo e ha le sue carte da giocare…
Come è noto per attendere la fine dovremo aspettare l’anno prossimo, in coincidenza con la profezia dei Maya… Certo, siamo nel campo della fantapolitica, della creatività delle ipotesi verosimili prospettate al lettore, ma nel mondo della virtualità e di Matrix tutto può essere possibile…
E’ sicuro, invece, che per leggere ed interpretare molti degli eventi postmoderni e contemporanei dovremmo rivolgere lo sguardo alle dinamiche di potere interne al cuore dell’Impero…

E di fronte a questi giochi di potere cosa volete che sia la morte virtuale di uno 'sceicco del terrore'…

FINE

Link:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8279

Tuesday 3 May 2011

Riuscirà il Cittadino Windsor a sconfiggere le Forze del Male?

di Rinaldo Francesca

Eh no amici, quando è troppo, è troppo! Onestamente, Àp0ti a questo punto rifiuta risolutamente di stare al gioco, e di cadere a questo vergognoso complotto mediatico degli ultimi giorni, il cui palese obiettivo è quello di sminuire la commozione, il trasporto globale e il momentum che si erano venuti a creare attorno alla favolosa unione tra William & Kate! No e poi no! Non ci stiamo: è venuto il momento di sbattere il piedino a terra!
Possibile che non ci sia limite alla faccia tosta dei mainstream media? Loro e i loro stupidi terroristi internazionali?
Proprio in un momento in cui tutte le nazioni del globo erano a un passo dalla riconciliazione e dall'armonia planetaria, irresistibilmente cristallizzate grazie al catartico evento, il matrimonio del Principino (immaginate, se volete, la popolazione mondiale nell'atto di tenersi mano nella mano, unita nella contemplazione del bellissimo abito di Kate – così semplice, tra l'altro... sarà avorio o crema?), proprio allora doveva arrivare la gomitata, la notizia della morte di quel terrorista internazionale, quell'intrusione di cattivo gusto?
Davvero, non avete proprio ritegno, eh?
E poi francamente, chi se ne frega se l'ennesimo terrorista internazionale ha tirato le cuoia? Un assassino in meno, no? Tutt'al più, se proprio ci volete trascinare in questa discussione, noi avremmo delle domande da fare sul paese che ha ospitato il terrorista per tutto questo tempo, garantendogli di poter continuare a fare la sua vita indisturbato, senza che nessuno bussasse mai alla sua porta per trascinarlo a rispondere dei suoi crimini. Suvvìa, sapevano tutti dove si trovava, no?
Stiamo naturalmente parlando del terrorista internazionale Orlando Bosch, che si è serenamente spento alla veneranda età di 84 anni dopo una brillante carriera che lo ha visto arteficie di una trentina di attentati negli Stati Uniti, Puerto Rico, Panama e Cuba, nonché sospettato di aver partecipato all'attentato al volo Cubana CU-455 nell'ottobre 1976 – 73 morti – uno squisito personaggio, insomma, a cui gli Stati Uniti hanno garantito asilo e impunità negli ultimi vent'anni.
Aaah, ma forse Voi avevate in mente quell'altro terrorista internazionale, quello che – stando alle news – si sarebbe spento, un po' meno serenamente, proprio ieri? Pensavate a Osama bin Laden?
Ah beh, capirai: a maggior ragione, on s'en branle, se ci perdonate il francese. Chi. Se. Ne. Frega.
Un sicario della CIA o l'altro, che differenza fa? La nostra mente è risolutamete concentrata a godere dei ricordi del favoloso matrimonio principesco.
Ci rivolgiamo adesso a Te, Cittadino Windsor.
Apriamo una piccola parentesi: se il Principe William fosse italiano, e quindi figlio di una tradizione umanistico-rinascimentale che, com'è noto, ha insegnato la grazia e l’eleganza a mezzo mondo, la sua mano sinistra a questo punto volerebbe ai testicoli al sentirsi chiamare Cittadino Windsor, memore del fatto che l'ultima volta che un Reale venne chiamato per il suo cognome, preceduto dalla parola “cittadino”, fu quando Luigi XVI venne cortesemente invitato ad inginocchiarsi alla ghigliottina. Ma non temere William: noi per Te abbiamo solo pensieri d'amore. Chiusa parentesi.
Orbene, Cittadino Windsor, come si permettono di interrompere questa nostra estatica settimana di post-cerimonia? Non avrebbero potuto, questi cattivoni dei Navy Seals, avere almeno la decenza di aspettare che la tua luna di miele fosse terminata, per poter includere anche Te nella missione? Magari circondato da un plotone di militari d'élite SAS, come in tutte le precedenti missioni militari a cui hai... ehm... “partecipato” (se ci perdoni il termine un po' forte)?
Quanto più simbolico sarebbe stato il tutto se quel proiettile fatale alla fronte – che i media insistono abbia messo la parola “fine” alla vita di bin Laden – fosse stato sparato dal futuro monarca più amato da Novella 2000? Invece, macché, questi superstiziosoni agli alti ranghi negli USA si sono fatti venire l'eiaculatio præcox! E adesso dovrai trovare un altro sistema per sconfiggere le Forze del Male che si ostinano a buttarti fuori dalle prime pagine dei giornali.
D'altronde, un po' li dovresti capire questi alti ranghi negli USA, no? Che ci vuoi fare, questi Tuoi cugini d'oltre Atlantico sono fatti così, danno molta importanza al simbolismo e alle date. Tu dovresti saperle meglio di chiunque altro queste cose, no? Tu che sei stato concepito in modo da nascere nel solstizio d'estate, e in modo da avere, proprio nel solstizio del 2012, esattamente 30 anni (un'età ideale, quasi messianica, per intraprendere qualunque progetto tu abbia in serbo e che – siamo sicuri – ci rivelerai a tempo debito). Più tante altre deliziose coincidenze numeriche su cui – ahimé – non abbiamo qui il tempo di dilungarci.
E dunque anche in questo caso, come ben sai, nel periodo noto come Valpurga – che voi da queste parti chiamate Beltane – cioè tra fine aprile e i primi due giorni di maggio, sarebbe auspicabile fare fasulle rivelazioni in pubblico, annunciando che un lavoro è stato finalmente portato a termine. Mettere una pietra sul passato, insomma. Come, che ne so, annunciare la fine dell'imbiancatura del cancello nel cortile. O la santificazione di un papa. O l'eliminazione di Osama bin Laden. Roba del genere.
D'altronde, non fu proprio al primo maggio di otto anni fa che il più celebre gaffeur del decennio passato, George W. Bush, elargì al mondo le ultime parole famose, dichiarando “Missione Compiuta” alla cattura di Saddam Hussein? Tutta una coincidenza, naturalmente.
Così come fu una coincidenza che la terra fosse stata bagnata di sangue, con sacrifici umani (leggi: bombardamenti), proprio durante l'equinozio di primavera (o Ostara, se preferisci), che segnò l'inizio dei bombardamenti in Iraq, nel marzo di otto anni fa, così come l'equinozio del 2011 ha segnato l'inizio dei bombardamenti in Libia?
Né abbiamo bisogno di spiegarTi, Cittadino Windsor, che orbita descriva l'amato pianeta Venere, guarda caso proprio ogni otto anni, e come da questo movimento planetario derivi il simbolo della stella a cinque punte, tra l'altro indossata (ma tu guarda le coincidenze!) sulle spalle dei generali, che officiano a questi sacrifici umani (vedi sotto).


















Non abbiamo bisogno di spiegarTi tutta questa roba, perché la sai già.
Ma cambiamo discorso, via, che queste robe fanno venire le rughe!
Parliamo un po' di 'sto bin Laden, dai? Prima di tutto: ma siamo proprio sicuri che sia davvero morto? No perché, a quanto ci risulta, questa non sarebbe certo la prima volta che ce la raccontano! [1]
Tra i problemi renali, e la conseguente necessità di dialisi, la sua morte ufficialmente annunciata dai Taleban il 26 dicembre 2001 [2], reiterata dall'allora presidente del Pakistan Pervez Musharraf [3], e nuovamente ribadita sei mesi dopo dal capo dell'antiterrorismo all'FBI Dale Watson [4], per non parlare di quando lo dichiararono Hamid Karzai nell'ottobre 2002 [5], il senatore Harry Reid nel 2005 [6], i servizi segreti francesi in un rapporto che raggiunse il pubblico per errore [7]... e come dimenticare la volta che la buonanima di Benazir Bhutto se lo fece sfuggire in quella celebre intervista con David Frost (solo per poi morire assassinata a sua volta)?
Insomma, siamo sicuri che sia la volta buona? Ci sarà qualche prova tangibile? Preferibilemente qualcosa di più attendibile rispetto a quell'immagine Photoshop, Sim-Sala-Bin-Laden, che è stata smascherata come bufala persino da


Magari, che so io, il cadavere?
Ah no, quello proprio no. Sai com'è, si è pensato bene di buttarlo a mare in fretta e furia.
Ehm... come-come?
Eh beh, sì, sapete... seguendo "le procedure tradizionali del funerale islamico”. Però, hey, nessun problema, eh? Ché tanto c'abbiamo il suo DNA, sapete?
Massì, dice Àp0ti entusiasticamente, perché no... del resto ci siamo bevuti tante di quelle fregnacce in questi ultimi anni... Perché non berci anche questa? Alé, tutto d'un fiato!
D'altronde, parliamoci chiaro, l'importante è che il più grande business di questo secolo – la Guerra al Terrore – rimanga assolutamente invariato, con o senza lo Sceicco. I dettagli non ci interessano. Raccontateci quello che volete.
È quindi con entusiasmo che riportiamo le dichiarazioni di un'eletta rappresentante che ultimamente si è dimostrata fra i più solerti servitori del potere globale: stiamo parlando di lei, la Aussie per la quale il nostro cuore batte forte-forte: Julia Gillard, prima ministra australiana, che non ha mancato di ricordarci: “Anche se al-Qaida è oggi stata ferita, essa non è finita. La nostra guerra contro il terrorismo deve continuare. Continuiamo a essere coinvolti in Afghanistan, così che quel paese non diventi un santuario per terroristi: quel lavoro deve continuare [bla-bla-bla]”... [8]
Perché mai – ci domanderete – ci concentriamo su una sì remota provincia dell'Impero?
Ebbene sappiate, snobisti malefici, che è proprio dagli angoli più distanti del mondo anglofono che talvolta arrivano importanti imbeccate, o misuratori di servilismo, se volete. In altre parole: seguite attentamente il copione recitato da codesti graziosi fantocci – copione peraltro concepito nella Casa Bianca - e avrete un'idea di ciò che è stato simultaneamente comandato anche ai nostri cosiddetti “leader” europei, notoriamente più sibilini e meno trasparenti delle loro controparti nel Commonwealth.
Non ci credete?
Ma – gioie mie – non è certo da ieri che si sa questa roba, e cioè che ogni volta che uno di questi “premier” nel mondo anglofono prende la parola, lo fa per leggere il copione che gli è stato ordinato di leggere dalla Casa Bianca! Ricordate quel superbo momento in cui l'allora primo ministro australiano John Howard fece un discorso in parlamento il 18 marzo 2003, in cui cercava di dimostrare la necessità di iniziare il bagno di sangue in Iraq? Ricordate altresì quell'altro superbo momento in cui l'allora primo ministro canadese fece un altro discorso in parlamento il 20 marzo 2003, in cui cercava di dimostrare più o meno la stessa cosa?
Ebbene bambini miei, cosa piuttosto imbarazzante: quei due discorsi erano palesemente stati scritti dalla stessa persona perché (rullo di tamburi) erano assolutamente identici!
Godetevi pure il video (ahimé, senza sottotitoli, ché il tempo è denaro, e noi non abbiamo né l'uno né l'altro; però si fidino coloro che non afferrano proprio tutto: si tratta dello stesso discorso).


E adesso, come non bastasse la Santa Crociata della Guerra al Terrore, a voler tenere il Cittadino Windsor lontano dalle prime pagine dei giornali ci si mette anche il Cittadino Ratzinger – noto leader della setta dei cattolici - che sceglie anche lui Valpurga/Beltane (ma tu guarda la coincidenza) per “santificare” (è così che si dice?) il suo predecessore Karol Wojtila (va' a sapere perché: forse per non aver voluto ficcare il naso negli affari della banca vaticana IOR, brutto vizio che aveva avuto il precedente papa, Albino Luciani, e che poi - guarda caso – morì misteriosamente dopo soli 33 giorni di pontificato; o magari per aver protetto i preti pedofili e mantenuto il silenzio sui loro crimini; [9] o forse per aver benedetto il dittatore fascista e criminale contro l'umanità Pinochet, o magari per aver fatto santo il criminale di guerra croato filonazista Cardinal Stepinac [10]; o tutt'al più per aver rifiutato aiuto e sostegno [11] al vescovo Romero, poi martire, di El Salvador perché si opponeva ad un governo fascista; oppure semplicemente per legittimare a posteriori la fiction Karol: Un Uomo Che Divenne Papa, geniale titolo che ci ricorda che sono ben lontani i tempi in cui a diventare papa poteva essere – che so io – uno scaldabagno, o uno spazzolino da denti. No no, qui si tratta di Un Uomo, capite?). [12]
Ad ogni modo Karol, chi la fa l'aspetti: visto che anche tu, durante il tuo pontificato, ti mettesti a beatificare a destra e a manca (roba che, se non ti avessero fermato, avresti santificato anche il tuo parrucchiere), questo era il minimo che ti potessi aspettare.
Così come il minimo che ci si potesse aspettare in un paese come l'Italia – che, dal punto di vista di superstizioni, avrebbe un disperato bisogno di essere tirato fuori del Medioevo una volta per tutte – era che saltasse fuori qualcuno tra gli eletti rappresentanti ad elargirci perle di saggezza quali: “L'eliminazione da parte delle forze Usa dello sceicco del terrore Bin Laden all'indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal Papa più amato che tanto tuonò contro la rete del terrore” (Biancofiore, Pdl).
Ma certo, Onorevole Biancofiore: Àp0ti, se ce lo consenti, si schiererà al tuo fianco, a credere con tutte le forze in quella roba: sante reliquie, sangue che si scioglie, sacre sindoni, bla-bla-bla, e soprattutto mi-ra-co-li! Eh già, Àp0ti vuole soprattutto credere ai miracoli... se non altro per poter pensare che ci sia speranza persino per te, Onorevole Biancofiore – PdL, e per il tuo cervello.
Ma dove siamo finiti, Cittadino Windsor? Si voleva parlare di Te, e guarda Tu di che cosa siamo finiti a parlare! Che sciocchi!
No, adesso concentriamoci: vogliamo parlare di quell'orgia di deferenza, snobismo e adorazione, dello splendido matrimonio dell'erede di quella famiglia di sant'uomini, Edward VIII e George VI, che cospirarono con Hitler per trasformare il Regno Unito in una colonia nazista... insomma, la Famiglia Reale, per capirci.
Vogliamo parlare dello splendido abito della magnifica Kate (allora, non fatemelo ripetere: avorio o crema?), e della spettacolare lista degli invitati, tra cui il re dello Swaziland, che ha recentemente represso nel sangue una dimostrazione [13], o l'ex capo della National Security Agency del Bahrain, Sheikh Khalifa Bin Ali al-Khalifa, esperto torturatore all'elettro-shock (insomma, tutti “moderati”, per usare un termine caro ai nostri giornalai).
E poi vogliamo parlare dell'umiltà di quella favolosa coppia? Eh sì, perché per esempio, per dire, la Kate è proprio umile, sapete? Di umili origini, proprio come tutti noi! Pensate, si dice persino che qualche membro del suo albero genealogico, abbia addirittura la-vo-ra-to per un periodo!
E lei stessa andò alla St. Andrew's School, e successivamente alla University of St. Andrews – istituti fra i più costosi ed elitisti di tutto il paese – e non ha mai fatto un giorno di lavoro pagato in vita sua: insomma, umile – dicevamo – proprio una di noi, per dire!
Quindi continuiamo a sognare, amici cari, perché di questo abbiamo un disperato bisogno.
Capito, guastafeste di un Massimo Mazzucco? Lo vuoi capire, che la gente vuole sognare?
E allora lasciaci sognare.
Sogni d'oro.

Pace,

Rinaldo Francesca


[1] James Corbett: Osama Bin Laden Pronounced Dead… For the Ninth Time, 2 maggio 2011. Una versione in italiano è disponibile qui:
http://coriintempesta.altervista.org/blog/osama-bin-laden-e-morto-per-la-nona-volta/
[2]
Report: Bin Laden Already Dead, Fox News, 26 dicembre 2001, reperibile su:
http://www.foxnews.com/story/0,2933,41576,00.html
[3]
Pakistan's Musharraf: Bin Laden probably dead, 18 gennaio 2002, CNN, pubblicata qui:
http://edition.cnn.com/2002/WORLD/asiapcf/south/01/18/gen.musharraf.binladen/
[4] Joel Roberts:
FBI Official Thinks Bin Laden Is Dead, CBS News, 17 luglio 2002, disponibile su:
http://www.cbsnews.com/stories/2002/07/17/attack/main515468.shtml
[5]
Karzai: bin Laden 'probably' dead, CNN, 7 ottobre 2002, reperibile qui:
http://edition.cnn.com/2002/WORLD/asiapcf/central/10/06/karzai.binladen/
[6] Deborah White:
Senator Harry Reid Told Osama Bin Laden Killed in Pakistan Earthquake, riportando un'intervista a Harry Reid su News 4 il 5 novembre 2005. Pubblicata su:
http://usliberals.about.com/b/2005/11/25/senator-harry-reid-told-osama-bin-laden-killed-in-pakistan-earthquake.htm
[7]
French Want Probe Into Bin Laden Leak, CBS News, 11 febbraio 2009, disponibile qui:
http://www.cbsnews.com/stories/2006/09/23/terror/main2035760.shtml
[8]
Gillard responds to bin Laden death, Sky News, 2 maggio, reperibile su:
http://www.skynews.com.au/national/article.aspx?id=607954&vId=2372864&cId=National
[9] Ignazio Ingrao:
Preti pedofili. La mano leggera di Wojtyla, il pugno duro di Ratzinger, Panorama, 6 aprile 2010, pubblicato qui:
http://blog.panorama.it/italia/2010/04/06/preti-pedofili-la-mano-leggera-di-wojtyla-il-pugno-duro-di-ratzinger/
[10] Marco Aurelio Rivelli:
L'arcivescovo Stepinac, altro che martire, Il Manifesto, 3 ottobre 1998, disponibile su:
http://digilander.libero.it/lajugoslaviavivra/CRJ/RELIGIO/step_rivelli.html
[11]
Wojtyla dimenticò Romero, ma fece santo Escrivà, Linkiesta, 3 maggio 2011, reperibile qui:
http://www.linkiesta.it/wojtyla-dimentico-romero-ma-fece-santo-escriva
[12] Links ricavati dal blog di Lame Duck:
http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2011/05/santodeche.html
[13] Repression merely delays inevitable end of Swazi regime, The Times South Africa, 13 aprile 2011, pubblicato su:
http://www.timeslive.co.za/opinion/editorials/article1019518.ece/Repression-merely-delays-inevitable-end-of-Swazi-regime