Tuesday, 31 May 2011

La salute dei nostri "ragazzi in divisa"

di Rinaldo Francesca

L'intera struttura della – un tempo fiera – italica nazione potrebbe crollare da un momento all'altro, signore & signori, sotto il peso dell'intollerabile tensione generata da angosciosi interrogativi che da settimane tormentano i già peraltro svantaggiati cervelli degli italiani; e una domanda, come urlata da un'unica voce, s'innalza fragorosa da miriadi di Bar Da Gino, Mery Manicure, nonché centinaia di altri cenacoli di moderno pensiero sparpagliati per tutto il territorio della Penisola: “Ma il Premier agì o non agì in qualità di pubblico ufficiale allorquando fece quella epica telefonata in questura? Ed era davvero convinto che l'amata Ruby, ormai sempre più colpevole di aver intenerito il cuore degli italiani, fosse la nipote-di-Mubarak? Ahinoi, Corrado Ghedini, è colpa tua se adesso non riusciamo più a dormire!”
Da queste imperiose domande, ça va sans dire, ben altre ne dipartono, formando ramificazioni dai toni e colori sempre più da fisica aristotelica (con particolare riferimento al Divenire). A quando, per esempio, un sano talk show dal titolo Nel Salotto di Ruby (la butto lì), condotto e presentato dall'omonima Rubacuori? Eh?
State ascoltando, vertici di Mediaset? Qui vi si regalano perle d'idee - ma che dico perle: sogni – che, se realizzati, costituirebbero l'evidenza più solida dell'avvicinarsi dell'Apocalisse... Se si eccettua, naturalmente, la visione di una Letizia Moratti che danza sulle note di Viva La Mamma, poco dopo che il suo servizio d'ordine si era allegramente dedicato a prendere a calci nelle costole un pensionato che aveva osato contestare il sunnominato Premier.
Ebbene, ancora una volta, lasciate che siano gli Àp0ti ad allaggerirvi il fardello di pensieri con un tema che, a giudicare dalla sua totale assenza dai media nel Belpese, dobbiamo ritenere frivolo e senza gravitas. Abbiamo due parole per voi: uranio impoverito. Non ve l'aspettavate, eh?
Massì certo, vogliamo cominciare a parlare di militari; forse – chi lo sa – memori del giorno in cui il nostro vanto nazionale, Grande Uomo alla Testa del Ministero della Difesa (o, per amore di brevità: Grande Testa di Min. Dif.), Larussa Ignazio Benito Maria strepitava ad Annozero perché voleva a tutti costi che si facesse venire un bel ragazzone in divisa (vedi video).

Maccerto, Ignazio Benito Maria, chi è – dimmi tu – che non lo vuole un bel ragazzone in divisa?
E, lasciandovi con il pensiero di un Larussa nell'atto di “far venire un ragazzo in divisa” (un'immagine mentale della quale – siamo certi – ci sarete eternamente grati), vorremmo adesso rivolgerci a tutti quei lettori – ancorché pochi – che, trovandosi a considerare una carriera nel glorioso Esercito Italiano, dovessero avere in mente di esplorare tutte quelle strade che portano a Larussa.
Ci siamo dunque permessi di dare un primo avvio a questa ricerca per conto vostro, approdando prevedibilmente sul sito dell'Accademia Militare di Modena.
Né mai ci pentiremo di averlo fatto al momento giusto: sembrerebbe infatti che la pagina ufficiale sia in via di modifiche, e che nemmeno il link attualmente pubblicato su wikipedia (http://www.esercito.difesa.it/siti_scuole/Modena/index.html) sia valido. Certo, con la rapidità con la quale muta costantemente il panorama internet, è probabilissimo che questa interruzione sarà già stata riparata nel momento in cui avrò terminato di scrivere questo articolo. Il punto è un altro.
L'aver consultato la – ormai inesistente – pagina web dell'Accademia Militare di Modena solo un mese fa ci ha permesso il raro privilegio di poter scaricare un video in essa incastonato – embedded, come dite voialtri giovani – che, senza esagerare, ci ha regalato lacrime di gioia alla riscoperta di una chicca che credevamo perduta nella nostra memoria. Solo qualche giorno più tardi e questa chance sarebbe sfumata. Un po' di storia, se vi va.
C'era una volta l'Esercito Britannico, altresì noto come British Army, il quale, intorno alla metà degli anni '90, ebbe l'infelice idea di elargire al suo dipartimento di marketing centinaia di migliaia di sterline per far produrre un'orrenda serie di spot televisivi che facessero salire un po' il numero di giovani britannici volenterosi a mettere una firma su un modulo e disponibili a farsi sbudellare oltremare. Detto fatto, alcuni di questi capolavori invasero gli schermi della nazione. La nota finale di ognuno di questi spot era invariabilmente Start Thinking Soldier (Mettiti a Pensare da Soldato). Ne potete vedere un esempio qui sotto.

Orbene, come la storia racconta, questi spot televisivi non furono un gran successo, in parte per il loro contesto hollywoodiano melenso, in parte perché generazioni di britannici iniziarono a fare il verso al messaggio Start Thinking Soldier, collocandolo in contesti sempre meno eroici (siamo a conoscenza di varie parodie, alcune disponibili su YouTube), tanto da costringere il British Army a ritirare tutti gli spot.
Orbene, facendo un passo avanti di soli 15 anni, e sempre memori del fatto che non esiste uno scarto di fabbrica che si possa considerare troppo marcio o fallimentare per il nostro glorioso paese, sappiate che uno dei famigerati spot, dopo aver ricevuto pollice verso dal popolo britannico, essere stato inflazionato, sfottuto, svilito e ridicolizzato per un decennio e mezzo, è stato a quel punto ritenuto valido per l'acquisto di seconda mano da parte dell'Esercito Italiano, solo dopo – si badi bene – essere stato tagliato un po' e ridimensionto, in modo da divenire più a buon mercato. Uno scarto di uno scarto, insomma.
Siamo dunque lieti di mostrarvi il video, così come veniva orgogliosamente affisso sul sito dell'Accademia Militare di Modena fino al mese scorso.

Vedete che cosa hanno fatto? Se hai la risposta, puoi fare domanda. Sapete, un po' come dire: se capisci i nostri giochi di parole, allora hai il cervello adatto.
Allora: vi è venuta voglia, sì o no di “fare domanda”, alla sola visione di quel video? Ci state pensando?
Permetteteci dunque di chiedervi: se foste un cadetto dell'Accademia Militare di Modena, il medico vi diagnosticasse un tumore, e voi foste solo l'ultima entry in una lista di molti altri vostri compagni di Accademia ai quali i dottori dovessero dare un'identica, tragica notizia, tutti “ragazzi in divisa” a cui – guarda caso – era toccato utilizzare munizioni all'uranio impoverito durante gli addestramenti, come vi sentireste?
Se hai la risposta, puoi fare domanda.
Noi di domande ne abbiamo fatte. Risposte, per il momento, ne abbiamo ricevute ben poche.
Ed è a questo punto che l'articolo che state leggendo si trasforma in una lettera aperta a tutti voi: chiunque possa fare un po' di luce su questo fatto è pregato di contribuire qui. Perché noi la storia che avete appena letto l'abbiamo ottenuta di terza mano; e se così non fosse stato, a tutt'oggi saremmo nella totale ignoranza di questo pericolo che incombe sui “ragazzi in divisa”, ai quali Larussa – a parole – sembrerebbe volere tanto bene.
Certo, già da un pezzo si parlava di militari tornati dal Golfo, dalla Somalia, dal Kosovo, con tumori causati dall'uso di munizioni all'uranio impoverito [1]; e non c'era forse stato quel documentario RAI del 1996 intitolato La Sindrome del Golfo [2] – e censurato per anni [3] – in cui si parlava proprio di questo? Sì certo, però era roba vecchia, no?
E poi, sapete com'è, erano notizie controverse: per esempio c'era quell'ex ministro della difesa, tal Arturo Parisi, che insisteva che il numero dei morti nelle forze armate fosse “soltanto” 37, nei dieci anni che erano intercorsi dalla realizzazione di quel documentario – cifre smentite da tal Domenico Leggiero, dell'Osservatorio Militare, che documentava “2.536 militari affetti da patologie tumorali, di cui 164 deceduti” [4], spiegando poi in questo modo l'enorme errore per difetto propagato del ministero della difesa: “Evidentemente ci sono interessi che vanno ben oltre quello che potevamo supporre”. [5]
Insomma, d'accordo; ma tutta questa è roba di almeno cinque anni fa, no?
Mai e poi mai ci immaginavamo che, a distanza di un lustro, nelle accademie militari si continuassero a usare munizioni che da tempo la scienza ha dimostrato come la causa di una così alta percentuale di tumori nei cadetti italiani.
E infatti, a dirla proprio tutta, non ci risulta che sia stato scritto nulla a riguardo in tempi recenti. Persino un'esplorazione al sito www.uranioimpoverito.it ha solo portato alla luce documenti vecchi.
Insomma, com'è che nessuno ne parla?
E che dire della sindrome di Quirra? [6]
Dopo giorni passati sul web, non siamo nemmeno riusciti a identificare quale compagnia di armamenti stia arricchendosi sulla pelle dei “ragazzi in divisa”.
Ce ne sono così tante che hanno contratti con l'Italia e che producono le munizioni maledette: Lockeehd Martin? General Dynamics? BAE Systems? C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Insomma, gentili Àp0ti, è qui che ci servite voi. Qualsiasi informazione documentata – lo ripetiamo – sarà apprezzata.
Tra parentesi, è in momenti come questi che bisogna essere grati per il caro vecchio articolo 414 del Codice Penale (Istigazione a Delinquere): ve lo immaginate che disastro? Qualcuno al nostro posto – certamente non noi – ma qualcuno potrebbe scrivere cose orripilanti come, che so io, che è arrivato il momento di fare la posta all'Onorevole Larussa (da tre anni ministro della difesa), afferrarlo per il bavero, magari gridandogli addosso cose orribili – che personalmente condanniamo – quali, per esempio: “Brutto figlio di una gran tr*ia, quanti soldi ti hanno dato?” (che orrore, ci dissociamo completamente da chiunque alberghi simili pensieri) e magari aggiungendo cose ancora più riprovevoli, quali – ad esempio – la proposta di prenderlo ripetutamente a pugni in faccia e fargli sputare, insieme a sangue e qualche dente, il nome della famigerata compagnia di armamenti. No, assolutamente siamo contrari a qualsiasi pensiero di una simile natura. Siamo grati per l'articolo 414. Amen.

Rinaldo Francesca

[1] Uranio, morti 37 soldati in dieci anni, Regione Sardegna, pubblicato qui:
http://www.regione.sardegna.it/j/v/492?s=58643&v=2&c=1489&t=1
[2] Vedere:
http://www.youtube.com/watch?v=_hyFAB3vQDE
[3] Alberto D'Onofrio: La guerra invisibile; il testo de “La Sindrome del Golfo”, il filmato RAI2 che la RAI oscura, Il Manifesto, 28 gennaio 1999.originalmente pubblicato su:
http://mir10.mir.it/mani/Quotidiano-archivio/28-Gennaio-1999/art8.html
e disponibile qui:
http://www.berrettibianchi.org/bebi/contenuti/archivio/1999/sindrome.html
[4] Bruna Iacopino: Radioattività o nanopatologia? L'Osservatorio Militare, 9 ottobre 2006, reperibile su:
http://www.osservatoriomilitare.it/osservatorio/uranio/stampa/articolo21_radioattivita_o_nanopatologia.htm
[5] Uranio, 37 militari italiani morti, Il Corriere della Sera, 9 ottobre 2006, pubblicato qui:
http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_09/uranio_impoverito_parisi.shtml
[6] Per chi volesse saperne di piu:
http://italy.indymedia.org/features/biowar/#69

2 comments:

  1. Ottimo post, dobbiamo diffondere il sentimento di Resistenza e Disobbedienza, in modo che questi maiali in gessato e cravatta non possano più trovare ragazzi (e ragazze) disposti a diventare assassini per un pugno di Euro...

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  2. Parole d'oro, che condivido.

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