(qui la prima parte)
(qui la seconda parte)
Un'interruzione al corso dei nostri pensieri è a questo punto obbligatoria: no, non la passeremmo liscia se continuassimo fare i vaghi e fischiettare come niente fosse, ignorando questa "eeedizione straordinariaaa" che ha colpito i media occidentali in questi ultimi due giorni.
Ebbene sì, Julian Assange ha colpito ancora: Wikileaks ha scaricato sul mondo tonnellate di ulteriori soffiate e indiscrezioni sotto forma di comunicazioni via cavo da centinaia di ambasciate USA in altrettanti paesi, attraverso il loro consueto network, chiamato SIPRNet: comunicazioni che, viste come un grande mosaico, danno l'idea di che tipo di pagella l'oligarchia statunitense è andata in questi anni scrivendo sulle oligarchie nostrane, bla-bla-bla, e tante altre cose che sapete già.
Saprete altresì che, trattandosi di circa 250.000 documenti, per quanto grandi siano il nostro amore per Voi e l'irrefrenabile desiderio di condividere quante più informazioni con Voi (nell'attesa di essere di tanto in tanto contraccambiati), non è per il momento nostra intenzione leggere ogni singolo documento a caccia di scoop – un'attività che, a ritmo di cento documenti al giorno, ci terrebbe occupati per i prossimi sette anni. Diciamo che non Vi amiamo fino a quel punto.
Quella che segue è quindi una parziale e distorta sintesi.
I suddetti documenti furono consegnati settimane fa a varie pubblicazioni qua e là per l'Europa, per dare tempo agli editori di leggerli con calma e pubblicare quanto ritenevano opportuno far sapere ai loro lettori: The New York Times, The Guardian, Der Spiegel, Le Monde e El Paìs hanno così avuto l'anteprima (no, dài: sul serio pensavate che un "quotidiano" italiano sarebbe stato preso in considerazione? Naaaaaaa; vabeh, adesso basta piagnucolare, via!), e in data lunedì, 29 novembre 2010, i suddetti giornali hanno simultaneamente riempito le loro pagine delle ultime assangeries (neologismo da noi coniato: sentitevi liberi di usarlo, non crediamo alla filosofia del copyright): il tutto è avvenuto a orologeria, come in una magnifica coreografia con Esther Williams – e se questa non è una mossa dal sapore "oligarchico", allora non ne abbiamo mai vista una.
Sia come sia, l'italico ministro degli affari esteri, nonché vanto nazionale, Frattini Franco non ha voluto perdere tempo a informarci che "È l'11 settembre della diplomazia". [1]
Ma certo che lo è, Frattini, gioia mia.
Ti dirò di più: siccome il termine "stato fascista" appare in uno dei documenti Wikileaks pubblicati da Le Monde, termine pronunciato un anno fa dal diplomatico Jean-David Levitte nei confronti dell'Iran, [2] la connessione con l'11 settembre appare ancora più notevole per quanti sanno che questo stesso termine fu usato da illustri predecessori, quali l'impareggiabile coppia Nixon-Kissinger – in riferimento al Cile di Salvador Allende - nel lontano 1971. [3]
Poi, si sa, da cosa nasce cosa e, quando dalle parole si decise di passare ai fatti, Salvador Allende fu rimosso in un colpo di stato targato CIA – per l'appunto – l'11 settembre '73.
E se il Frattini avesse più ragione di quanto non creda?
Ma noi riteniamo che siano ben altre le perle regalate al vulgo dal MAESTRO (laddove MAE sta per Ministro Affari Esteri, e STRO sta per... ciò che preferite) in quelle dichiarazioni su Il Giornale. Udite-udite:
"[È] un attacco contro gli Stati Uniti [e quindi] bisogna fare di tutto per aiutare i nostri amici americani e, più in generale, per tutelare le relazioni diplomatiche internazionali", raccomanda Frattini – mai uno da tirarsi indietro quando si tratta di fare a chi scatta sull'attenti con più rapidità ogni qualvolta i gentili padroni soffiano in un fischietto.
E chi potrebbe dargli torto? In uno dei documenti Wikileaks pubblicati sul Guardian il nostro è addirittura nominato per-so-nal-men-te! [4]
Il documento in questione narra di un incontro con il segretario della difesa americano Robert Gates a febbraio di quest'anno, al quale sembra partecipò anche il nostro Frattini - e non azzardatevi a immaginare quest'ultimo con le manine raccolte, ansimante, che so io, con la lingua a penzoloni e un'entusiastica abbaiata di tanto in tanto: è pur sempre un onorevole. In quest'incontro Frattini si prodigava di mostrare la nostra obbedienza nel mandare, proprio come ci era stato ordinato per anni [5], al macello afghano altri giovani italiani – embeh? Tanto sono tutti figli di gente che il Frattini non dovrà mai incontrare, no? Vadano pure.
A quel punto Gates si rivolgeva al Frattini, ricordandogli che bisognava stare particolarmente in campana con l'Iran, sempre diabolicamente impegnato a sabotare i sacrosanti sforzi ISAF.
Qualcuno ci aiuti – peramordiddìo – a scacciare dalla testa l'immagine di un Frattini che, prono sul suo candido lettino, gambe all'insù nella sua stanza tappezzata di poster, confida al suo Diario: "Oggi il Segretario della Difesa USA mi ha rivolto la parola: e non si trattava neanche di cose come a-cuccia-seduto-da'-la-zampa... o no-no-no, cose serie, sai? Avresti dovuto vedermi, caro Diario, ci ho fatto un figurone, in mezzo a tutti quei signori importanti..."
Scusate, ma qui si perde il filo...
Insomma, come in ogni parziale e distorta sintesi che si rispetti, sarebbe opportuno cominciare dalle nostre assangeries preferite. Ecco una citazione dal Guardian: "Prese nell'insieme, le direttive [diplomatiche] forniscono una vivida istantanea della percezione americana di come minacce esterne siano intricatamente collegate da far girare la testa. Narcotrafficanti paraguayani erano sospettati di sostenere Hezbollah e al-Qaida, mentre i latino-americani signori della cocaina sarebbero stati collegati a reti criminali negli stati desertici dell'Africa occidentale, i quali sarebbero stati a loro volta connessi con terroristi islamici in Medio Oriente e in Asia". [6]
Come-come? Ommioddío, ma allora le oligarchie USA non hanno veramente mai smesso di credere alla fiaba paranoica di Claire Sterling, distillata in quel libro intitolato The Terror Network – 1981.
Come si era già scritto in queste pagine [7], "questo libro, fondamentalmente un romanzo liberamente ispirato a fatti reali, tentava disperatamente di provare che dietro a ogni singolo attentato terroristico degli anni precedenti, indipendentemente dal luogo e dal perpetratore – OLP, ETA, IRA, RAF, BR, etc. - fosse individuabile la mano nascosta dell'URSS".
A trent'anni di distanza, con l'URSS defunta, il network del terrore – a quanto pare – è ancora vivo e gode di ottima salute.
Wow!
D'altronde, com'è che dicevano i latini? Omnia munda mundis? O, per parafrasare, omnes octopi octopis? Insomma, tagliando corto: abbiamo la tendenza a vedere nostri simili ovunque, anche laddove non ce ne sono. Se sei un Terror Network tu stesso, vedrai Terror Networks ovunque. Là, senza bisogno di essere pretenziosi!
Un'altra chicca? Beh, visto che insistete...
Tralasciando quel dettagliuccio che è emerso, secondo cui il Dipartimento di Stato, sotto la guida di Hillary Clinton, avrebbe pensato bene di tenere sotto sorveglianza i diplomatici dell'ONU, seguendo la direttiva nota come NHCD (National HumInt Collection Directive) e includendo nel dossieraggio dati come informazioni biometriche, numeri di cellulare, transazioni di carte di credito, emails, spostamenti, nomi di famigliari, etc etc (il che non è assolutamente un'azione da "stato fascista"; ah, no e poi no! Non sognatevi nemmeno di pensarla in questi termini), beh, a parte questo trascurabile particolare, ciò che abbiamo trovato particolarmente spassoso è stato il personaggio a sorpresa tra gli ansiosi che ripetono senza sosta: "Bomb Iran! Bomb Iran!"....
Israele, dite? Mannooo, si era detto "personaggio a sorpresa"!
In questo caso è l'Arabia Saudita [8] a mettere in guardia contro lo "stato fascista" iraniano. Saggi consigli, soprattutto quando si considera che provengono da una nazione dove si preferisce lasciare che 15 ragazzine brucino vive piuttosto che permettere loro di fuggire da un'incendio senza il velo in testa [9], dove si rischiano 5 anni di galera e un'ammenda fino a $800.000 se si criticano le autorità su un blog [10], e dove una donna che viene stuprata da un gruppo di uomini potrebbe essere condannata a 200 frustate se i giudici dovessero decidere che se l'era andata a cercare. [11]
Ultima perla? D'accordo.
Per concludere, non poteva mancare un ulteriore "angolo Italia", stavolta non necessariamente sul tono gioviale ed entusiastico che contraddistingue le dichiarazioni dei nostri politici quando i loro padroni si ricordano di loro... o perlomeno, non così smaccatamente.
Marco Travaglio, ad esempio, facendo una delle cose che gli riescono meglio, riporta quanto si dice sulle assangeries riguardo a (indovinate un po') Silvio Berlusconi: "Berlusconi è visto come una macchietta, come un pagliaccio, come un personaggio ridicolo a livello internazionale e pericoloso a livello nazionale, la N. 2 dell’ambasciata americana, stiamo parlando di una signora che è stata per 4 anni di fatto la vice ambasciatrice lo definisce inetto, incapace di governare, inadatto a governare, vanitoso e dedito a queste feste selvagge che poi gli rubano tempo al riposo e quindi di giorno è una specie di pugile suonato". [12]
E fin qui nulla di nuovo. La cosa diventa più intrigante quando Travaglio continua con: "in ogni caso era diritto di Hilary Clinton, chiedere informazioni sugli affari privati che si sospetta esistere tra Putin e Berlusconi e credo anche tra Berlusconi e Gheddafi".
Mmm... continua Travaglio, hai la nostra attenzione.
"Affari privati e comunque vulnerabilità dell’Italia derivanti dal fatto che Berlusconi ha praticamente consegnato il rubinetto delle nostre forniture energetiche a due Paesi come la Russia e la Libia, il che espone l’Italia naturalmente a qualsiasi tipo da [sic] rappresaglia e di vendetta e obbliga l’Italia a essere la serva dei libici e dei russi".
Vedete, noialtri - popolo ignorante che non siamo altro - abbiamo sempre visto questo guardare a est e nel Mediterraneo per le forniture energetiche dell'Italia come a un voler spezzare il cordone ombelicale con l'egemonia Esso-Shell-Total, etc etc...
Solo con anni di studi e ragionamenti sopraffini si può arrivare a capire che si tratta in realtà di trasformare l'Italia in una "serva dei libici e dei russi", e che solo ritornando all'ovile il paese riconquisterà la propria indipendenza e sovranità.
Capito, bambini?
Va bene, chiusa l'immensa parentesi.
(qui la quarta parte)
[1] Wikileaks, Frattini: "E' l'11 settembre della diplomazia" I pm di Roma: "Valutiamo se ci sono estremi di reato", Il Giornale, 29 novembre 2010, pubblicato qui:
http://www.ilgiornale.it/esteri/wikileaks_frattini_e_l11_settembre_diplomazia_i_pm_roma_valutiamo_se_ci_sono_estremi_reato/usa-politica-berlusconi-wikileaks-reato-file-11_settembre-procura/28-11-2010/articolo-id=490127-page=0-comments=1
[2] La diplomatie française vue de Washington, Le Monde, 29 novembre 2010, disponibile su:
http://www.lemonde.fr/international/article/2010/11/29/paris-vu-de-washington_1446127_3210.html
[3] Peter Kornbluh: Las inéditas cintas de Nixon sobre Chile y Allende: el lenguaje del imperio, reperibile su:
http://pcperuano.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1445:petter-kornbluh&catid=3:internacional&Itemid=28
Una versione in italiano si trova qui:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7422
[4] US embassy cables: Gates warns of war, The Guardian, 29 novembre 2010, pubblicato su:
http://www.guardian.co.uk/world/us-embassy-cables-documents/248624
[5] Vedere per esempio: Europe should do more in Afghanistan, 22 gennaio 2008, disponibile su:
http://www.ambwindhoek.esteri.it/NR/rdonlyres/587D7B0C-2284-47B6-AF79-734533E4E27D/26463/interview_bonanni_de_hoop_scheffer.pdf
non ci riesce per il momento di reperire l'originale, apparso su Repubblica.
[6] Robert Booth e Julian Borger: US diplomats spied on UN leadership, 28 novembre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/nov/28/us-embassy-cables-spying-un
[7] Vedere http://ap0ti.blogspot.com/2010/05/perche-le-correzioni-non-funzionano.html
[8] Ian Black e Simon Tisdall: Saudi Arabia urges US attack on Iran to stop nuclear programme, The Guardian, 28 novembre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/nov/28/us-embassy-cables-saudis-iran
[9] Saudi police 'stopped' fire rescue, reperibile su:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/1874471.stm
[10] Saudi Arabia: Travel ban against blogger Mr Raif Badawi for criticising religious police, pubblicato su:
http://www.frontlinedefenders.org/node/2281
[11] Richard Pendlebury: My harrowing story, by the teenage girl who was sentenced to 200 lashes after being gang raped in Saudi Arabia, The Daily Mail, 30 novembre 2007, disponibile su:
http://www.dailymail.co.uk/femail/article-498849/My-harrowing-story-teenage-girl-sentenced-200-lashes-gang-raped-Saudi-Arabia.html
[12] Intervento reperibile qui:
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2572862.html
Ebbene sì, Julian Assange ha colpito ancora: Wikileaks ha scaricato sul mondo tonnellate di ulteriori soffiate e indiscrezioni sotto forma di comunicazioni via cavo da centinaia di ambasciate USA in altrettanti paesi, attraverso il loro consueto network, chiamato SIPRNet: comunicazioni che, viste come un grande mosaico, danno l'idea di che tipo di pagella l'oligarchia statunitense è andata in questi anni scrivendo sulle oligarchie nostrane, bla-bla-bla, e tante altre cose che sapete già.
Saprete altresì che, trattandosi di circa 250.000 documenti, per quanto grandi siano il nostro amore per Voi e l'irrefrenabile desiderio di condividere quante più informazioni con Voi (nell'attesa di essere di tanto in tanto contraccambiati), non è per il momento nostra intenzione leggere ogni singolo documento a caccia di scoop – un'attività che, a ritmo di cento documenti al giorno, ci terrebbe occupati per i prossimi sette anni. Diciamo che non Vi amiamo fino a quel punto.
Quella che segue è quindi una parziale e distorta sintesi.
I suddetti documenti furono consegnati settimane fa a varie pubblicazioni qua e là per l'Europa, per dare tempo agli editori di leggerli con calma e pubblicare quanto ritenevano opportuno far sapere ai loro lettori: The New York Times, The Guardian, Der Spiegel, Le Monde e El Paìs hanno così avuto l'anteprima (no, dài: sul serio pensavate che un "quotidiano" italiano sarebbe stato preso in considerazione? Naaaaaaa; vabeh, adesso basta piagnucolare, via!), e in data lunedì, 29 novembre 2010, i suddetti giornali hanno simultaneamente riempito le loro pagine delle ultime assangeries (neologismo da noi coniato: sentitevi liberi di usarlo, non crediamo alla filosofia del copyright): il tutto è avvenuto a orologeria, come in una magnifica coreografia con Esther Williams – e se questa non è una mossa dal sapore "oligarchico", allora non ne abbiamo mai vista una.
Sia come sia, l'italico ministro degli affari esteri, nonché vanto nazionale, Frattini Franco non ha voluto perdere tempo a informarci che "È l'11 settembre della diplomazia". [1]
Ma certo che lo è, Frattini, gioia mia.
Ti dirò di più: siccome il termine "stato fascista" appare in uno dei documenti Wikileaks pubblicati da Le Monde, termine pronunciato un anno fa dal diplomatico Jean-David Levitte nei confronti dell'Iran, [2] la connessione con l'11 settembre appare ancora più notevole per quanti sanno che questo stesso termine fu usato da illustri predecessori, quali l'impareggiabile coppia Nixon-Kissinger – in riferimento al Cile di Salvador Allende - nel lontano 1971. [3]
Poi, si sa, da cosa nasce cosa e, quando dalle parole si decise di passare ai fatti, Salvador Allende fu rimosso in un colpo di stato targato CIA – per l'appunto – l'11 settembre '73.
E se il Frattini avesse più ragione di quanto non creda?
Ma noi riteniamo che siano ben altre le perle regalate al vulgo dal MAESTRO (laddove MAE sta per Ministro Affari Esteri, e STRO sta per... ciò che preferite) in quelle dichiarazioni su Il Giornale. Udite-udite:
"[È] un attacco contro gli Stati Uniti [e quindi] bisogna fare di tutto per aiutare i nostri amici americani e, più in generale, per tutelare le relazioni diplomatiche internazionali", raccomanda Frattini – mai uno da tirarsi indietro quando si tratta di fare a chi scatta sull'attenti con più rapidità ogni qualvolta i gentili padroni soffiano in un fischietto.
E chi potrebbe dargli torto? In uno dei documenti Wikileaks pubblicati sul Guardian il nostro è addirittura nominato per-so-nal-men-te! [4]
Il documento in questione narra di un incontro con il segretario della difesa americano Robert Gates a febbraio di quest'anno, al quale sembra partecipò anche il nostro Frattini - e non azzardatevi a immaginare quest'ultimo con le manine raccolte, ansimante, che so io, con la lingua a penzoloni e un'entusiastica abbaiata di tanto in tanto: è pur sempre un onorevole. In quest'incontro Frattini si prodigava di mostrare la nostra obbedienza nel mandare, proprio come ci era stato ordinato per anni [5], al macello afghano altri giovani italiani – embeh? Tanto sono tutti figli di gente che il Frattini non dovrà mai incontrare, no? Vadano pure.
A quel punto Gates si rivolgeva al Frattini, ricordandogli che bisognava stare particolarmente in campana con l'Iran, sempre diabolicamente impegnato a sabotare i sacrosanti sforzi ISAF.
Qualcuno ci aiuti – peramordiddìo – a scacciare dalla testa l'immagine di un Frattini che, prono sul suo candido lettino, gambe all'insù nella sua stanza tappezzata di poster, confida al suo Diario: "Oggi il Segretario della Difesa USA mi ha rivolto la parola: e non si trattava neanche di cose come a-cuccia-seduto-da'-la-zampa... o no-no-no, cose serie, sai? Avresti dovuto vedermi, caro Diario, ci ho fatto un figurone, in mezzo a tutti quei signori importanti..."
Scusate, ma qui si perde il filo...
Insomma, come in ogni parziale e distorta sintesi che si rispetti, sarebbe opportuno cominciare dalle nostre assangeries preferite. Ecco una citazione dal Guardian: "Prese nell'insieme, le direttive [diplomatiche] forniscono una vivida istantanea della percezione americana di come minacce esterne siano intricatamente collegate da far girare la testa. Narcotrafficanti paraguayani erano sospettati di sostenere Hezbollah e al-Qaida, mentre i latino-americani signori della cocaina sarebbero stati collegati a reti criminali negli stati desertici dell'Africa occidentale, i quali sarebbero stati a loro volta connessi con terroristi islamici in Medio Oriente e in Asia". [6]
Come-come? Ommioddío, ma allora le oligarchie USA non hanno veramente mai smesso di credere alla fiaba paranoica di Claire Sterling, distillata in quel libro intitolato The Terror Network – 1981.
Come si era già scritto in queste pagine [7], "questo libro, fondamentalmente un romanzo liberamente ispirato a fatti reali, tentava disperatamente di provare che dietro a ogni singolo attentato terroristico degli anni precedenti, indipendentemente dal luogo e dal perpetratore – OLP, ETA, IRA, RAF, BR, etc. - fosse individuabile la mano nascosta dell'URSS".
A trent'anni di distanza, con l'URSS defunta, il network del terrore – a quanto pare – è ancora vivo e gode di ottima salute.
Wow!
D'altronde, com'è che dicevano i latini? Omnia munda mundis? O, per parafrasare, omnes octopi octopis? Insomma, tagliando corto: abbiamo la tendenza a vedere nostri simili ovunque, anche laddove non ce ne sono. Se sei un Terror Network tu stesso, vedrai Terror Networks ovunque. Là, senza bisogno di essere pretenziosi!
Un'altra chicca? Beh, visto che insistete...
Tralasciando quel dettagliuccio che è emerso, secondo cui il Dipartimento di Stato, sotto la guida di Hillary Clinton, avrebbe pensato bene di tenere sotto sorveglianza i diplomatici dell'ONU, seguendo la direttiva nota come NHCD (National HumInt Collection Directive) e includendo nel dossieraggio dati come informazioni biometriche, numeri di cellulare, transazioni di carte di credito, emails, spostamenti, nomi di famigliari, etc etc (il che non è assolutamente un'azione da "stato fascista"; ah, no e poi no! Non sognatevi nemmeno di pensarla in questi termini), beh, a parte questo trascurabile particolare, ciò che abbiamo trovato particolarmente spassoso è stato il personaggio a sorpresa tra gli ansiosi che ripetono senza sosta: "Bomb Iran! Bomb Iran!"....
Israele, dite? Mannooo, si era detto "personaggio a sorpresa"!
In questo caso è l'Arabia Saudita [8] a mettere in guardia contro lo "stato fascista" iraniano. Saggi consigli, soprattutto quando si considera che provengono da una nazione dove si preferisce lasciare che 15 ragazzine brucino vive piuttosto che permettere loro di fuggire da un'incendio senza il velo in testa [9], dove si rischiano 5 anni di galera e un'ammenda fino a $800.000 se si criticano le autorità su un blog [10], e dove una donna che viene stuprata da un gruppo di uomini potrebbe essere condannata a 200 frustate se i giudici dovessero decidere che se l'era andata a cercare. [11]
Ultima perla? D'accordo.
Per concludere, non poteva mancare un ulteriore "angolo Italia", stavolta non necessariamente sul tono gioviale ed entusiastico che contraddistingue le dichiarazioni dei nostri politici quando i loro padroni si ricordano di loro... o perlomeno, non così smaccatamente.
Marco Travaglio, ad esempio, facendo una delle cose che gli riescono meglio, riporta quanto si dice sulle assangeries riguardo a (indovinate un po') Silvio Berlusconi: "Berlusconi è visto come una macchietta, come un pagliaccio, come un personaggio ridicolo a livello internazionale e pericoloso a livello nazionale, la N. 2 dell’ambasciata americana, stiamo parlando di una signora che è stata per 4 anni di fatto la vice ambasciatrice lo definisce inetto, incapace di governare, inadatto a governare, vanitoso e dedito a queste feste selvagge che poi gli rubano tempo al riposo e quindi di giorno è una specie di pugile suonato". [12]
E fin qui nulla di nuovo. La cosa diventa più intrigante quando Travaglio continua con: "in ogni caso era diritto di Hilary Clinton, chiedere informazioni sugli affari privati che si sospetta esistere tra Putin e Berlusconi e credo anche tra Berlusconi e Gheddafi".
Mmm... continua Travaglio, hai la nostra attenzione.
"Affari privati e comunque vulnerabilità dell’Italia derivanti dal fatto che Berlusconi ha praticamente consegnato il rubinetto delle nostre forniture energetiche a due Paesi come la Russia e la Libia, il che espone l’Italia naturalmente a qualsiasi tipo da [sic] rappresaglia e di vendetta e obbliga l’Italia a essere la serva dei libici e dei russi".
Vedete, noialtri - popolo ignorante che non siamo altro - abbiamo sempre visto questo guardare a est e nel Mediterraneo per le forniture energetiche dell'Italia come a un voler spezzare il cordone ombelicale con l'egemonia Esso-Shell-Total, etc etc...
Solo con anni di studi e ragionamenti sopraffini si può arrivare a capire che si tratta in realtà di trasformare l'Italia in una "serva dei libici e dei russi", e che solo ritornando all'ovile il paese riconquisterà la propria indipendenza e sovranità.
Capito, bambini?
Va bene, chiusa l'immensa parentesi.
(qui la quarta parte)
[1] Wikileaks, Frattini: "E' l'11 settembre della diplomazia" I pm di Roma: "Valutiamo se ci sono estremi di reato", Il Giornale, 29 novembre 2010, pubblicato qui:
http://www.ilgiornale.it/esteri/wikileaks_frattini_e_l11_settembre_diplomazia_i_pm_roma_valutiamo_se_ci_sono_estremi_reato/usa-politica-berlusconi-wikileaks-reato-file-11_settembre-procura/28-11-2010/articolo-id=490127-page=0-comments=1
[2] La diplomatie française vue de Washington, Le Monde, 29 novembre 2010, disponibile su:
http://www.lemonde.fr/international/article/2010/11/29/paris-vu-de-washington_1446127_3210.html
[3] Peter Kornbluh: Las inéditas cintas de Nixon sobre Chile y Allende: el lenguaje del imperio, reperibile su:
http://pcperuano.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1445:petter-kornbluh&catid=3:internacional&Itemid=28
Una versione in italiano si trova qui:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7422
[4] US embassy cables: Gates warns of war, The Guardian, 29 novembre 2010, pubblicato su:
http://www.guardian.co.uk/world/us-embassy-cables-documents/248624
[5] Vedere per esempio: Europe should do more in Afghanistan, 22 gennaio 2008, disponibile su:
http://www.ambwindhoek.esteri.it/NR/rdonlyres/587D7B0C-2284-47B6-AF79-734533E4E27D/26463/interview_bonanni_de_hoop_scheffer.pdf
non ci riesce per il momento di reperire l'originale, apparso su Repubblica.
[6] Robert Booth e Julian Borger: US diplomats spied on UN leadership, 28 novembre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/nov/28/us-embassy-cables-spying-un
[7] Vedere http://ap0ti.blogspot.com/2010/05/perche-le-correzioni-non-funzionano.html
[8] Ian Black e Simon Tisdall: Saudi Arabia urges US attack on Iran to stop nuclear programme, The Guardian, 28 novembre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/nov/28/us-embassy-cables-saudis-iran
[9] Saudi police 'stopped' fire rescue, reperibile su:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/1874471.stm
[10] Saudi Arabia: Travel ban against blogger Mr Raif Badawi for criticising religious police, pubblicato su:
http://www.frontlinedefenders.org/node/2281
[11] Richard Pendlebury: My harrowing story, by the teenage girl who was sentenced to 200 lashes after being gang raped in Saudi Arabia, The Daily Mail, 30 novembre 2007, disponibile su:
http://www.dailymail.co.uk/femail/article-498849/My-harrowing-story-teenage-girl-sentenced-200-lashes-gang-raped-Saudi-Arabia.html
[12] Intervento reperibile qui:
http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2572862.html
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