Non temete, bambini del Sudan: la vostra incolumità è assicurata. Fintanto che continuerà a esistere una comunità di coscienziosi VIP e stelle di Hollywood a vegliare su di voi, motivata dal suo ben noto spirito di abnegazione, non avrete nulla di cui aver paura.
Non sfrigolate dall'eccitazione al pensiero che un Brad Pitt, tazza di caffè alla mano e occhi pesti da una nottata passata a osservare il monitor, dica cose come: “Tutto tranquillo sul quadrante sud-orientale”, mentre offre una sigaretta a - che ne so - un'Angelina Jolie in tacchi a spillo, appena arrivata fresca-fresca per rilevarlo dalla postazione?
Ma qui si procede troppo in fretta: una cosa alla volta, per carità.
Il Sudan meridionale, come saprete, voterà il mese prossimo in uno storico referendum che deciderà le sorti di quella regione, ovvero se l'area sud del paese continuerà a rimanere parte del Sudan o se piuttosto si staccherà dal paese, diventando così uno stato indipendente. Il timore di molti è che, trovandosi l'ipotetico confine su alcuni dei più grandi giacimenti petroliferi del continente, le provocazioni e gli attacchi che già hanno cominciato a verificarsi contro villaggi a sud del confine possano trasformarsi in un conflitto come quello nel Darfur.
Sta dunque alla Fratellanza dei Famosi dissipare queste nostre paure, con questo loro ultimissimo endorsement nel campo della sorveglianza globale. Reggetevi forte, perché questa potrebbe essere la madre di tutte le notizie sui VIP (e adesso schiattate d'invidia Chi, Novella 2000, etc etc): ebbene sì, nientepopodimeno che George Clooney in persona – con la stessa adorabile nonchalance con cui ci sbologna spumanti e macchine da caffè – ha personalmente apposto il suo regale sigillo d'approvazione [1] su un progetto chiamato Satellite Sentinel Project, assieme peraltro ad altri membri del suo circolo di peacekeepers globali, tra cui Don Cheadle, Matt Damon, Brad Pitt (ci manca a questo punto il fiato dall'emozione), al quale circolo è stato dato l'appropriato nome Not On Our Watch (che alcuni accademici traducono approssimativamente come: Non Fintanto Che Vegliamo Noi).
Beh, ci sembra di sentirvi domandare pieni di aspettative, che cosa sarebbe 'sto Satellite Sentinel Project? Pazientate bambini, e tutto sarà rivelato.
Il progetto è una sorta di joint venture tra l'onnipresente, onnisciente Google, l'agenzia ONU Operational Satellite Applications Programme e la Harvard Humanitarian Initiative, e si occuperà di trasmettere immagini di quella regione via satellite in tempo reale, perché, come un fighissimo George ha personalmente dichiarato: “Vogliamo far sì che potenziali perpetratori di genocidi e altri crimini di guerra sappiano che li stiamo osservando, che il mondo li sta osservando”. [2]
Sì, d'accordo, capiamo la vostra preoccupazione: visto che si parla di “crimini di guerra” voi temete che esista il pericolo che un brutto giorno si decida di puntare questi satelliti anche sui territori occupati militarmente a Gaza e in Cisgiordania – vai a sapere - magari nell'idea che sia meglio prevenire un crimine di guerra, piuttosto che dibatterne all'ONU mesi dopo, quando è ormai un po' troppo tardi per salvare le vittime delle bombe al fosforo bianco – sempre che il mondo abbia imparato qualcosa dall'Operazione Piombo Fuso. [3]
Non preoccupatevi però: non che qui si voglia assumere il ruolo di profeti, ma una semplice occhiata alle organizzazioni che sostengono questo progetto (Harvard University in primis) ci spinge a prevedere che un simile, perverso uso di questi satelliti non sarà mai contemplato. E sia per sempre bollato d'antisemitismo chiunque osi proporlo. Il nostro amico Izzy, lo staterello con la stella, non ha nulla da temere, a nostro parere.
Sia come sia, George Clooney ha continuato: “I criminali di guerra prosperano nell'oscurità. È molto più difficile commettere atrocità di massa alla luce dei riflettori dei media”.
Quindi, capite, sarà sufficiente passare periodicamente un comunicato nei media sudanesi – immaginiamo a ore pasti – che suoni come: “Se sei un criminale di guerra e/o hai intenzione di commettere atrocità , sappi che ci sono decine di satelliti puntati su di te”, o qualcosa del genere. Eh sì perché, come diceva Dr. Strangelove: “Lo scopo di un deterrente va a farsi benedire se non ne fai parola con nessuno”.
Ora, vi sentiamo ansiosi di sapere come funziona questo Satellite Sentinel Project. Pazientate però perché, a rischio di confondervi un po' le idee, dobbiamo adesso introdurre una nuova organizzazione – di cui peraltro avrete forse sentito già parlare: Enough Project, un'organizzazione con un occhio puntato sull'Africa, e in particolare Sudan, Uganda e Repubblica Democratica del Congo.
Sul sito di Enough potete trovare, tra le altre cose, le classifiche dei buoni e dei cattivi fra le maggiori compagnie di elettronica per quanto riguarda i minerali utilizzati, provenienti o meno da zone di conflitto (una sorta di Corporate Watch e Ethical Consumer con l'obiettivo puntato su quella regione africana). Per rovinarvi la sorpresa, sappiate da sùbito che i primi della classe sembrano essere quelli della HP, mentre i più birichini quelli della Toshiba. Il che, qualcuno potrebbe pensare, dimostrerebbe quanto lungimiranti siano state le squadre di marketing/corporate lobbying alla HP, che hanno persino pensato di piazzare le loro persone di fiducia a lisciarsi quelli della Enough. Non noi, per carità, ma qualcuno potrebbe pensarlo.
Aprendo una parentesi: chiamateci old fashioned, ma noi riteniamo rispettosamente che il modo migliore di comportarsi con queste compagnie sia di boicottarle tutte. Non vediamo ragione di acquistare un nuovo gadget ogni anno, o di non farlo durare dieci, quindici – perbacco – vent'anni. Chiusa parentesi.
È un estasiato Jonathan Hutson, direttore delle comunicazioni per il progetto Enough, che racconta come funziona questo progetto a un reporter della BBC [4] (il quale misteriosamente dimentica di chiedergli quale sia, nella classsifica dei buoni e dei cattivi sul sito di Enough, il punteggio delle compagnie che producono 'sti satelliti): “L'obiettivo del progetto è di fermare una guerra prima che inizi, e di fare ciò formando un nuovo tipo di collaborazione tra varie organizzazioni e istituzioni. Quello che stiamo facendo, essenzialmente, è raccogliere immagini satellite, con relative analisi, e con queste immagini, che sono migliori e più veloci, miriamo a migliorare il pronto intervento [rendendolo] efficiente e più rapido nelle crisi, come crimini di guerra, e potenzialmente genocidi”. Per quanto riguarda i dati più tecnici “l'ONU ha un progetto chiamato UNOSAT a Ginevra: si tratta di un progetto di immagini satellitari, per la tutela dei diritti umani, che acquisisce immagini da vari satelliti commerciali. In ogni istante, una dozzina di satelliti potrebbe trovarsi a sorvolare un paese qualunque nel mondo – come per esempio il Sudan – e questi satelliti catturano immagini ad alta risoluzione, che sono disponibili ad essere acquistate nel mercato, da chiunque possa permetterselo”.
Sì esatto:avete letto bene.
“Stiamo parlando di costi”, continua Hutson “che si aggirano attorno ai duemila dollari americani per una singola immagine”; aah, non so voi, ma con questa rivelazione, qui ad Àp0ti ci sentiamo tutti molto più rassicurati, ora che sappiamo che l'accesso a quelle immagini è limitato solo a chi può permettersi di spendere quelle cifre. Molto più rassicurati.
Nessuno con quel genere di budget può mai essere animato che dalle migliori intenzioni per il bene dell'umanità e dal desiderio di rendere il mondo un posto migliore.
Pace a tutti, e i migliori auguri per un anno migliore.
Soprattutto in Sudan.
Rinaldo Francesca
[1] George Clooney launches satellite monitoring system in Sudan, The Telegraph, 28 dicembre 2010, pubblicato qui:
http://www.telegraph.co.uk/culture/film/film-news/8228810/George-Clooney-launches-satellite-monitoring-system-in-Sudan.html
[2] Faith Karimi: Clooney, U.N., Google team up to monitor Sudan using satellite, CNN , 29 dicembre 2010, reperibile su:
http://edition.cnn.com/2010/WORLD/africa/12/29/sudan.vote.satellite/index.html
[3] Vedere disponibile il rapporto di Amnesty International Israel/Gaza. 'Operation Cast Lead': 22 Days of Death and Destruction, disponibile qui:
http://israelpalestinenewscompiler.files.wordpress.com/2009/08/02_07_09_gaza_report.pdf
[4] Il podcast che contiene l'intervista sarà scaricabile fino alla fine di gennaio 2011:
http://downloads.bbc.co.uk/podcasts/worldservice/globalnews/globalnews_20101229-0338a.mp3
ottimo articolo, come i precedenti, è un vero piacere leggerti.
ReplyDeleteMa Clooney quello dei filantropi benefattori del Council of Foreign Relationships?
Ti ringrazio dell'apprezzamento e - SOPRATTUTTO - di questo nuovo tassello!
ReplyDeleteSveglia, Rina'! Quanto ero disinformato...
Adesso tutto è ancora più chiaro.
http://www.politico.com/click/stories/1006/clooney_gets_life_in_cfr.html
Buon anno!
Auguri anche a te anche se in ritardo, hai "ritinteggiato" il blog, carino, anche la versione precedente mi piaceva.
ReplyDeleteTi ringrazio per avermi messo tra i "friendly", molto volentieri ricambio..
Ciao