Saturday 8 December 2012

Il modo sbagliato di esercitare i propri diritti

di Rinaldo Francesca
 
In un fulgido esempio di leadership nell'impegno per il rispetto e la promozione dei Diritti Civili e Politici, gli Stati Uniti sono riusciti a passare una Risoluzione sulla Libertà di Riunione e Pacifica Associazione al Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra il mese scorso.
D'accordo, il titolo di per sé è un po' lunghetto; tuttavia, alla luce di sviluppi attuali in quello che è comunemente noto come il mondo reale, c'era ancora spazio per una piccola clausula che, francamente, si ha l'impressione non avrebbe stonato; magari qualcosa come: A Meno Che, Naturalmente, Non Si Tratti Del Tipo Di Riunione e Pacifica Associazione Che Non Ci Piace Molto.
Prendete il leader del partito pachistano Pakistan Tehreek-e-Insaf (Movimento per la Giustizia) Imran Khan, che ha cercato di organizzare una marcia nel Waziristan del nord all'inizio di ottobre, ed è stato recentemente punito dagli Stati Uniti per aver tentato di esercitare proprio quel diritto fondamentale.
Avere l'ardire di protestare gli attacchi dei droni in territorio pachistano, una tattica che è finora costata la vita a 248 persone solo nel 2012 – stando a stime arrotondate per difetto era destinato a diventare duro da mandar giù per le autorità statunitensi: la punizione riservata a Khan è stata celere.
In rotta verso gli Stati Uniti la scorsa settimana, è stato prelevato da un aereo in Canada, dopodiché detenuto e interrogato da ufficiali doganali USA – una mossa il cui impeccabile tempismo ha fatto sì che Khan non riuscisse a partecipare a un pranzo organizzato per raccogliere fondi, e al quale avrebbe dovuto partecipare a New York.
Naturalmente, l'allarme delle autorità d'immigrazione statunitensi è stato giustificato dalla portavoce Joanne Ferreira, la quale ha rilasciato una dichiarazione in cui si evidenziava il dovere di “proteggere i nostri confini, la nostra popolazione e i nostri visitatori contro coloro che vogliono farci del male, come terroristi, armi terroriste, criminali e contrabbandieri”.
Ora, considerando che il signor Khan ha una fedina penale pulita, non cercava di
contrabbandare merci su suolo americano e non aveva al séguito “armi terroriste” (da non confondere con armi convenzionali che sono – com'è noto – innocue), questo episodio porta a concludere che deve essere stato considerato un terrorista. Ecco un concetto che vale la pena esplorare.
Secondo alcuni, l'umiliazione inflitta a Khan è stata in parte il risultato di una mossa di PR
da parte di una lobby chiamata American Islamic Leadership Coalition, che aveva scritto una lettera aperta alla Segretaria di Stato Hillary Clinton, facendo pressione a che si desse a Khan una lezione esemplare. Sia come sia, l'AILC ha senz'altro saputo tirare tutti i fili giusti: nella lettera, Khan viene descritto come “anti-americano” e sostenitore sia delle azioni dei Talibani che del comportamento di sfida tenuto dall'Iran – affermazioni a effetto che non falliscono mai nel provocare beate risate. Come tutti ricordano, proprio come l'Oceania è sempre stata in guerra con l'Eurasia, gli USA sono sempre stati in guerra con i Talibani, quindi dimentichiamo per il momento i giorni felici in cui i Talibani erano calorosamente benvenuti a trattare con diplomatici americani nelle negoziazioni per quella famosa condotta per petrolio e gas naturali – finché tutto non crollò nel luglio del 2001.
Ciò che è più interessante al momento è l'anatema dell'appoggio all'Iran – un paese che, per il dispiacere dei governanti USA, a tutt'oggi si rifiuta di mettersi in ginocchio.
La lettera riporta che Khan avrebbe detto: “Confrontare gli Stati Uniti non ci danneggerà.
Guardate l'Iran: che cosa sono riusciti a fare contro l'Iran, un paese che non ha nemmeno
armi nucleari?”
Allora dev'essere questo il problemino.
Non sia mai che il Pakistan riguadagni la propria sovranità nazionale e si metta ad
abbattere i droni. Come se non fosse già abbastanza dover tollerare il comportamento
insolente dell'Iran – un paese che ha la faccia tosta di osar proteggere i propri confini e la
propria popolazione contro possibili attacchi da parte di noi, pacifiche nazioni del Mondo
Libero; o, per citare direttamente il Dipartimento di Difesa americano: “Il programma nucleare dell'Iran e la sua intenzione di tenere aperta la possibilità dello sviluppo di armi nucleari è la parte centrale della sua strategia deterrente[enfasi aggiunta].
Allora avete capito: esercitate i vostri diritti fondamentali ma, se non volete guai con le autorità americane, assicuratevi perlomeno di esercitarli sotto l'insegna indicata.
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