pubblicato
originalmente l' 1 settembre su www.deLiberation.info
Il sedicesimo summit del Movimento di Stati Non-Allineati (NAM) è stato senza dubbio un trionfo diplomatico per l'Iran, e i politici occidentali lo sanno bene. Forse è in questo contesto che si possono spiegare la frustrazione e il fastidio dei media mainstream gestiti dagli stati occidentali.
Durante
gli incontri, durati una settimana, tra esperti, ministri degli
esteri, capi di stato e governi degli stati membri del NAM, numerose
delegazioni di alto rango provenienti da 120 paesi dei cinque
continenti si sono dirette a Tehran per partecipare in quello che
viene visto come il più
importante raduno diplomatico dopo quello dell'Assemblea Generale
dell'ONU.
Questo
gigantesco raduno internazionale – senza precedenti nella storia
dell'Iran – si è
tenuto mentre negli Stati Uniti, in Israele e nei paesi europeai loro
alleati si è fatto di
tutto per parecchio tempo per cercare di spingere l'Iran verso
l'isolamento e per ritrarlo in un'orribile e distorta luce, come
minaccia alla pace e alla sicurezza globali. Tuttavia, sembra che
alle nazioni non-allineate sia importato ben poco della furia
mediatica lanciata contro l'Iran dai media israelo-occidentali, visto
che centinaia di delegazioni di tutto il mondo sono venute in Iran
per prendere parte al sedicesimo NAM summit, intavolare discussioni
con rappresentati iraniani e e sfruttare questa opportunità per
incoraggiare l'espansione di relazioni bilaterali con la Repubblica
Islamica.
Ciononostante,
il modo in cui i media mainstream occidentali hanno trattato questo
importante evento diplomatico in Iran rivela fino a che punto
arrivino la furia e la frustrazione dei poteri occidentali al
successo del summit di Tehran e al delinearsi dell'Iran come attore
determinante negli sviluppi internazionali. Una rapida occhiata ad
articoli, interviste ed editoriali pubblicati dalle agenzie stampa e
quotidiani occidentali ci rivela fino a che punto gli Stati Uniti e i
loro alleati siano esasperati al NAM summit e soprattutto al fatto
che il paese ospite sia proprio il loro popolare nemico, l'Iran.
In
un articolo pubblicato il 30 agosto, il corrispondente del Guardian
metteva in discussione l'importanza data al summit dall'Iran,
ridicolizzando insolentemente l'ospitalità degli iraniani e come
avevano accolto i loro ospiti di riguardo: “a guardare la
televisione di stato iraniana si sarebbe pensato che il paese stesse
ospitando le Olimpiadi. Una copertura televisiva senza sosta
includeva reporter all'aeroporto che riprendevano l'atterraggio dei
diplomatici come se si trattasse di atleti, e continue interviste ai
delegati, ai quali veniva chiesto di rilasciare un commento
sull'ospitalità degli iraniani e su che impressione Tehran avesse
avuto su di loro”.
Censurando
tutte le parti del discorso introduttivo tenuto dal presidente
egiziano Mohamed Morsi, il giornale britannico The
Guardian ha pubblicato
selettivamente solo quelle parti in cui incolpava il governo siriano
per l'esplosione di violenza nel paese, etichettando questi commenti
come “inquietanti” per i leader iraniani.
In
un editoriale pubblicato sul Guardian
il giorno prima, il quotidiano britannico definiva l'Iran come un
paese “fallito”, il cui obiettivo per ospitare il summit era di
“provare che, per quanto messo in ginocchio dalle sanzioni, non era
comunque isolato”.
Simili
attacchi verbali sull'Iran hanno pervaso i media mainstram
occidentali negli ultimi mesi, specialmente da quando il presidente
iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha iniziatto a inviare lettere d'inviti
ai leader del Movimento Non-Allineato. La campagna diffamatoria si è
intensificata durante i giorni del summit e adesso è arrivata allo
zenith in coincidenza con il raduno di 30 leader a Tehran per
discutere i più importanti sviluppi globali.
Il
New York Times, da tempo ai ferri corti con l'Iran, ha dichiarato
guerra totale al Movimento Non-Allineato e all'Iran.
In
un articolo pubblicato il 28 agosto, il falco di destra Thomas L.
Friedman – a quanto pare furioso che un politico di così alto
rango come il presidente egiziano si sia presentato al summit –
chiede prima di tutto con
chi questo movimeento
sia non-allineato.
Continua
poi dicendo: “È Morsi non-allineato in questa scelta? È
non-allineato quando si tratta di scegliere fra democrazie e
dittature – specialmente quella iraniana, così complice nell'aver
schiacciato anche la ribellione siriana? E a proposito, perché Ban
Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha teso la mano a
questo festival iraniano di facciata? Che tradimento della democrazia
iraniana”.
In
un fanatico articolo pubblicato sul quotidiano degli Emirati Arabi
Uniti The National,
l'autore Afshin Molavi, cittadino iraniano che lavora con
organizzazioni neocon negli Stati Uniti, definisce “inutile”
l'intero Movimento Non-Allineato, dicendo che “la visita di qualche
diplomatico dall'Asia, dall'Africa e dall'America Latina non aiuterà
il padre di famiglia iraniano costretto a fare due lavori per
sopravvivere – intrappolato fra un soffocante regime di sanzioni e
un'economia impestata di corruzione e incompetenza.
Anche
altri media americani hanno presentato il summit ipocriticamente
esagerando straordinariamente alcuni commenti rilasciati da Ban
Ki-moon sulla necessità dell'Iran di migliorare il rispetto dei
diritti umani: “Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha reso
noto che non si sarebbe trattenuto dal criticare l'Iran durante la
sua visita al NAM summit a Tehran, ma gli sferzanti commenti sembrano
aver colto i diplomatici iraniani di sorpresa solo poche ore dopo il
suo arrivo” ha scritto l'Huffington
Post in un articolo
del 29 agosto.
L'inviato
di RPN ha definito l'Iran come una nazione “spesso isolata” che è
stata selezionata per ospitare questo immenso summit. “I paesi che
fanno parte del Movimento Non-Allineato hanno perlopiù reciso i
legami economici con l'Iran per poter rimanere in buoni termini con
Washington”, ha detto, citando un associato del Carnegie Endowment
for International Peace che cercava di minimizzare l'importanza del
NAM summit e di convincere i suoi lettori che l'Iran non può
guadagnarsi una reputazione semplicemente ospitando il summit.
Ci
sono centinaia di altri simili esempi che attestano l'approccio
duplice e ingannevole dei media occidentali nei confronti del NAM
summit di Tehran. In uno sforzo comune e all'unisono mirato a mettere
in dubbio l'importanza di questo straordinario evento internazionale,
molti di loro hanno attaccato e perfino insultato l'Iran, ricorrendo
a pregiudizi, cliché e luoghi comuni riguardo alla posizione
dell'Iran nella comunità internazionale, facendo finta di non vedere
il successo che questo summit ha avuto e le importanti dichiarazioni
rilasciate dai leader del NAM, che hanno definito l'Iran come un
importante e cruciale attore nella scena regionale e internazionale.
L'animosità
dei media occidentali contro l'Iran non è affatto nuova. Fin dai
tempi della Rivoluzione Islamica del 1979, che depose il monarca
Mohammed Reza Pahlavi – installato dagli USA – ha avuto inizio la
campagna di disinformazione e di propaganda nera contro l'Iran. Il
NAM summit ha dato loro l'opportunità di rinnovare i loro attacchi;
tuttavia, questa volta era piuttosto evidente la loro crescente
rabbia al fatto che politici di ben 120 paesi avessero deciso di
volare fino a Tehran per affermare o rafforzare i loro legami con
l'Iran, mentre l'ala mediatica delle superpotenze non risparmiava
alcuno sforzo pur di mostrare l'Iran come un paese solo e senza
amici.
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