Che li si amino o li si odino, questi filmatini non dovrebbero comunque, a nostro avviso, essere ignorati... se non altro, per il loro production value, la musichina accattivante e la loro consueta e sconcertante prassi di attirare lo spettatore nella prima mezz'ora con informazioni di interesse generale, per poi strattonare il tappeto da sotto i suoi piedi con delle affermazioni che potremmo definire... ehm, giusto, com'è che potremmo definirle? Aiutateci Voi.
Coloro che non hanno la minima idea di ciò di cui si sta parlando – ahinoi, quanti còmpiti a casa Vi attendono per farVi un'idea e poter serenamente giudicare questa quarta fatica del team Peter Joseph, Jacques Fresco, Venus Project, bla-bla-bla!
Quanti ricordi: ci sembra soltanto ieri quando compatrioti nel Belpaese ci prendevano per il bavero della nostra giacca di seconda mano, strillandoci addosso: “Uè, ma te lo sei visto il Zeitgeist? No perché, cioè, ti apre davvero la mente, sai?”
Tutti euforici di aver appena scoperto lo shockumentario anche in Italia – grazie a un'edizione doppiata nella lingua del sì - e ignari del fatto che noi “il Zeitgeist” ormai lo conoscevamo già da due lunghi anni, questi nostri connazionali ci informavano perlomeno del fatto che il video incriminato era finalmente disponibile anche col doppiaggio in italiano – tanto caro in Patria. Purtroppo però, lasciatecelo dire, dopo essercene inflitti una visione, sentiamo il dovere di dire a coloro che volessero avvicinarsi a quella tragica versione doppiata in italiano: non fatelo! L'unica cosa che trarrete da questa prova di coraggio sarà l'odio totale per la voce petulante del ragazzetto che si è occupato di doppiare tutte (ma proprio tutte!) le voci, nonché informazioni che hanno ancora meno senso della versione originale, grazie a una traduzione improbabile e pressapochista (da che pulpito, qualcuno potrebbe dire... mais laissons tomber).
No no, a chi volesse cominciare a familiarizzarsi con l'opera magna Zeitgeist (e francamente, temiamo che la cosa sia piuttosto urgente a questo punto, visto il sempre più crescente consenso che i zeigeistiani stanno raccogliendo a livello globale), consigliamo perlomeno di guardare le versioni sottotitolate di tutti e quattro i capitoli.
E se invece siete tra coloro che conoscono già anche troppo bene l'agenda Zeitgeist, ma state pensando che qui si vaneggi con discorsi di “tradizione-semi-annuale-tipo-festival-di-Sanremo”, e-quali-sarebbero-mai-questi-quattro-capitoli, visto-che-quelli-ufficiali-sono-solo-due: il celebre Zeigeist del 2007 e l'altrettanto celebre Zeitgeist: Addendum del 2008...
(scusate, riprendiamo il fiato)
Bene, allora Àp0ti può solo dirVi (e Vi chiediamo di immaginarci con una voce pettegola e un po' nasale): ma aggiornateVi, no?!
Se parlate così, vuol dire che ve ne manca uno all'appello: il minore The Zeitgeist Movement: Orientation Presentation (2009), quello che – per capirci – auspica la sostituzione dei medici con ben più efficienti macchine, appositamente programmate per fornire diagnosi ai pazienti (vedere per credere: questo dallo stesso movimento che vede come anatema i microchip? Siamo sempre più confusi).
Ad ogni modo, non è questa la sede per una critica alle tesi proposte nei vari Zeitgeisten (sarà questo il plurale?), anche perché se ne trovano già a bizzeffe per chi vuole setacciare la rete – da G. Edward Griffin in poi. In particolare, per quanto riguarda quest'ultimo, quarto capitolo, consigliamo l'exposé del cileno Matias Rojas... no, non è in italiano; ma ci sono i sottotitoli in spagnolo... non so: aiuta?
Le critiche a Zeitgeist non sono mancate anche da quartieri molto meno attendibili - e francamente risibili - quali ABC News, che sembrerebbe voler provare che furono i filmati Zeitgeist a far uscire di testa l'attentatore della sparatoria di Tucson, Jared Lee Loughner (vedi sotto).
Aah, i cari, vecchi tempi in cui si dava la colpa di cose del genere a - che so io - Ozzy Osbourne, i Kiss, o Marilyn Manson!
Tra quelle in italiano, invece, la prima critica che ci viene in mente è quella del noto giornalista che ci rendeva noto quanto compatisse la nostra stupidità per il solo aver guardato i filmati e averne sposate alcune tesi, informandoci al contempo di non avere voglia di spiegarci perché: o, per citare direttamente l'autore: “[...] volevo scrivere una serie di commenti, ma devo ammettere che il livello scientifico dei documentari di Peter Joseph è talmente miserevole da non meritare neppure un'analisi”. Alé!
Va bene, va bene, d'accordo! Si è già parlato anche troppo. Senza por tempo in mezzo, ecco a voi il link di Zeitgeist: Moving Forward – 2011, con tanto di sottotitoli in italiano.
Aggiornamento del 19/02/13: la versione inzialmente pubblicata non è più disponibile. Eccone un'altra, doppiata in... ehm... diciamo italiano.
Buona visione.
Coloro che non hanno la minima idea di ciò di cui si sta parlando – ahinoi, quanti còmpiti a casa Vi attendono per farVi un'idea e poter serenamente giudicare questa quarta fatica del team Peter Joseph, Jacques Fresco, Venus Project, bla-bla-bla!
Quanti ricordi: ci sembra soltanto ieri quando compatrioti nel Belpaese ci prendevano per il bavero della nostra giacca di seconda mano, strillandoci addosso: “Uè, ma te lo sei visto il Zeitgeist? No perché, cioè, ti apre davvero la mente, sai?”
Tutti euforici di aver appena scoperto lo shockumentario anche in Italia – grazie a un'edizione doppiata nella lingua del sì - e ignari del fatto che noi “il Zeitgeist” ormai lo conoscevamo già da due lunghi anni, questi nostri connazionali ci informavano perlomeno del fatto che il video incriminato era finalmente disponibile anche col doppiaggio in italiano – tanto caro in Patria. Purtroppo però, lasciatecelo dire, dopo essercene inflitti una visione, sentiamo il dovere di dire a coloro che volessero avvicinarsi a quella tragica versione doppiata in italiano: non fatelo! L'unica cosa che trarrete da questa prova di coraggio sarà l'odio totale per la voce petulante del ragazzetto che si è occupato di doppiare tutte (ma proprio tutte!) le voci, nonché informazioni che hanno ancora meno senso della versione originale, grazie a una traduzione improbabile e pressapochista (da che pulpito, qualcuno potrebbe dire... mais laissons tomber).
No no, a chi volesse cominciare a familiarizzarsi con l'opera magna Zeitgeist (e francamente, temiamo che la cosa sia piuttosto urgente a questo punto, visto il sempre più crescente consenso che i zeigeistiani stanno raccogliendo a livello globale), consigliamo perlomeno di guardare le versioni sottotitolate di tutti e quattro i capitoli.
E se invece siete tra coloro che conoscono già anche troppo bene l'agenda Zeitgeist, ma state pensando che qui si vaneggi con discorsi di “tradizione-semi-annuale-tipo-festival-di-Sanremo”, e-quali-sarebbero-mai-questi-quattro-capitoli, visto-che-quelli-ufficiali-sono-solo-due: il celebre Zeigeist del 2007 e l'altrettanto celebre Zeitgeist: Addendum del 2008...
(scusate, riprendiamo il fiato)
Bene, allora Àp0ti può solo dirVi (e Vi chiediamo di immaginarci con una voce pettegola e un po' nasale): ma aggiornateVi, no?!
Se parlate così, vuol dire che ve ne manca uno all'appello: il minore The Zeitgeist Movement: Orientation Presentation (2009), quello che – per capirci – auspica la sostituzione dei medici con ben più efficienti macchine, appositamente programmate per fornire diagnosi ai pazienti (vedere per credere: questo dallo stesso movimento che vede come anatema i microchip? Siamo sempre più confusi).
Ad ogni modo, non è questa la sede per una critica alle tesi proposte nei vari Zeitgeisten (sarà questo il plurale?), anche perché se ne trovano già a bizzeffe per chi vuole setacciare la rete – da G. Edward Griffin in poi. In particolare, per quanto riguarda quest'ultimo, quarto capitolo, consigliamo l'exposé del cileno Matias Rojas... no, non è in italiano; ma ci sono i sottotitoli in spagnolo... non so: aiuta?
Le critiche a Zeitgeist non sono mancate anche da quartieri molto meno attendibili - e francamente risibili - quali ABC News, che sembrerebbe voler provare che furono i filmati Zeitgeist a far uscire di testa l'attentatore della sparatoria di Tucson, Jared Lee Loughner (vedi sotto).
Aah, i cari, vecchi tempi in cui si dava la colpa di cose del genere a - che so io - Ozzy Osbourne, i Kiss, o Marilyn Manson!
Tra quelle in italiano, invece, la prima critica che ci viene in mente è quella del noto giornalista che ci rendeva noto quanto compatisse la nostra stupidità per il solo aver guardato i filmati e averne sposate alcune tesi, informandoci al contempo di non avere voglia di spiegarci perché: o, per citare direttamente l'autore: “[...] volevo scrivere una serie di commenti, ma devo ammettere che il livello scientifico dei documentari di Peter Joseph è talmente miserevole da non meritare neppure un'analisi”. Alé!
Va bene, va bene, d'accordo! Si è già parlato anche troppo. Senza por tempo in mezzo, ecco a voi il link di Zeitgeist: Moving Forward – 2011, con tanto di sottotitoli in italiano.
Aggiornamento del 19/02/13: la versione inzialmente pubblicata non è più disponibile. Eccone un'altra, doppiata in... ehm... diciamo italiano.
Buona visione.
Inviterei i vari critici "so tutto io" a non sparare fesserie e - se proprio non potessero esimersi dal fare affermazione non veritiere - a specificare i punti che non ritengono di carattere scientifico, almeno ci potremmo fare due risate sulla loro ignoranza al riguardo dei progressi della ricerca.
ReplyDeletee volesse il cielo - o chi per esso - che il tuo invito venisse raccolto
ReplyDeletema... puntate tanto ad qualificare certe teorie come "vaneggi" e ad affermare che parlino di una sorta di "fantascienza" eppur questo articolo dice tutto e niente,viene semplicemente espresso un pensiero senza alcuna giustificazione di esistenza.. prendiamo punto per punto le teorie trattate e mettiamole in discussione,vedremo poi se definirle veritiere o quantomeno intelligenti.
ReplyDeleteNon è un articolo, Dynamics games, è una recensione;
ReplyDeleteuna recensione che condivide un'informazione con il Lettore, senza dirgli che opinione farsene, poiché ne da' per scontata l'intelligenza.
Perdona il mio stupore, ma non ho mai sentito parlare di pensieri che necessitassero una "giustificazione di esistenza".
Buon anno, ad ogni modo,
R.
P.S. il termine "fantascienza non ricorre da nessuna parte, né nella recensione, né nei commenti.
E, già che ci siamo, per completeezza, io mi riguarderei anche il contesto in cui appare la parola "vaneggi", che temo ti sia sfuggito.
Con affetto,