Thursday 10 February 2011

La rabbia, l'orgoglio, lo scontro di civiltà, and all that junk

di Rinaldo Francesca

Per l'ennesima volta, i raffinati e sagaci analisti della nostra epoca, radunati nei loro Bar dello Sport – o dalla parrucchiera - ci mettono solennemente in guardia su quella che H.G. Wells chiamava La Forma delle Cose a Venire. La loro conclusione è unanime: il nostro mondo, con tutto ciò che abbiamo più a cuore, è in pericolo. Ha tutto a che vedere con lo Scontro delle Civiltà, insomma, o come si chiama quella roba lì.
Ma quand'è che ci decideremo ad ascoltare la loro voce? Cocciuti che non siamo altro?
Orecchiabile però l'espressione, no? Scontro delle Civiltà.
Va al prof. Samuel P. Huntington il merito di aver coniato questo favoloso strumento di marketing – pardon, slogan - per il quale Àp0ti confessa di avere un debole. Anzi, non esitiamo a dire che Scontro delle Civiltà resta tra i nostri slogan preferiti in ASSHOLUTO, secondo (forse) solo a Coca-Cola Di Più!
Lo stesso Samuel P Huntingon che nel 1975, rimpiangendo i tempi in cui il presidente Truman era riuscito a governare il paese “con l'aiuto di pochi avvocati e finanzieri di Wall Street”, deplorava il miserevole stato della sua epoca, in cui i cittadini – il cui ruolo doveva tradizionalmente essere quello di passivi e marginalizzati spettatori – pretendevano adesso di impicciarsi della Cosa Pubblica e addirittura dettare le loro condizioni (pensate l'affronto!); Huntington denunciava senza riserve questa tragedia in un libro orwellianamente intitolato La Crisi della Democrazia, e pubblicato dalla Commissione Trilaterale. [1]
Ma qui si divaga, perdonateci.
Sul fatto che si stia oggigiorno sviluppando, sotto i nostri stessi occhi, un altro capitolo di questo “scontro di civiltà”, alcuni autori di provata profondeur non hanno alcun dubbio: ci basti guardare ai recenti fatti di Tunisia, Siria & Egitto – essi ci rammentano.
In particolare, alcuni di questi pensatori (e ci piace affettuosamente immaginarli affetti da quegli incontrollabili tremori, ben noti a chiunque abbia mai avuto un allevamento di conigli) ci avvertono trafelati che “quando un potere viene rovesciato con una rivoluzione 'popolare' violenta, la violenza viene poi usata dagli stessi rivoluzionari per eliminare le frange meno violente, e una specie di selezione naturale porta al potere il gruppo peggiore e più sanguinario […]. Le profezie della grandissima Oriana sembra si stiano avverando”. [2]
Ma certo che è così! “violenta-violenza-viene”, come non adorare questa Vs. allitterazione? Ed è quindi con la morte nel cuore che ci vediamo costretti a contraddirVi su un microscopico punto: in realtà, la “specie di selezione naturale [che] porta al potere il gruppo peggiore e più sanguinario” è dettata da un unico fattore: chi ha il budget più ampio; e, da che mondo è mondo, questo ruolo è sempre appartenuto alla CIA. N'est-ce pas?
Ad ogni modo – certo – Oriana (Fallaci, giusto? Abbiamo indovinato?) fu profetica eccome! Guardate, vi dirò di più: Àp0ti non avrà pace finché il Santo Padre non si sarà finalmente deciso a santificarla, 'sta beata donna, ecco! E se il Vs. sito ha intenzione di organizzare un parziale sciopero della fame in tal senso (che so io, rinunciare alla cheesecake, o qualcosa del genere), uniamo le nostre forze, fratelli! Potete contare sul nostro spirito di abnegazione.
Religiosamente ci càpita di leggere e rileggere le ormai consunte pagine della nostra copia de La Rabbia e L'Orgoglio (ventottesima edizione, 2004) [3], quel libro della Profetessa Oriana che esordisce con: “Mi chiedi di parlare, stavolta”; un preambolo rivolto – evidentemente – a un ipotetico interlocutore che, insomma, se l'era proprio andata a cercare... e che temiamo si sia in séguito preso ripetutamente a schiaffi nel pentimento di aver fatto a Oriana una simile, incauta richiesta, e nella disperazione di non riuscire più a ripristinare il silenzio. Quel La Rabbia e L'Orgoglio, con i suoi messaggi d'amore quali “se i fottuti figli di Allah mi distruggessero uno solo di quei tesori, uno solo, assassina diventerei io” (pg.35), o quell'adorabile passaggio in cui si rivolge a Tony Blair (pgg.150-1), in un totale inglese maccheronico alla iessaidù o – per essere più generosi – fatto di letterali trapianti di strutture italiche, stile Babelfish. Detto tra noi: certo che qualcuno avrebbe potuto evitare alla “grandissima Oriana” questa figura da peracottari, spiegandole che, se mai Mr. Blair si fosse avvicinato al suo divino pamphlet, si sarebbe trattato dell'edizione inglese, e che quindi era forse meglio lasciare la traduzione a chi queste cose le fa di mestiere.
E come non citare il passaggio, visto che siamo sull'argomento, in cui la Profetessa ci ricorda che l'11 settembre “la TV mi mostrò i palestinesi che pazzi di gioia inneggiavano alla strage. Berciavano Vittoria-Vittoria” (pag.15)?
Povera Oriana, alla quale nessuno raccontò mai la figuraccia che fecero Reuters e Associated Press (gli spacciatori di quel cosiddetto “scoop”), quando si scoprì la verità su come quelle immagini di una dozzina o giù di lì di “palestinesi giubilanti” fossero state veramente ottenute, e come non vi fosse alcuna relazione tra l'attentato e la gioia – tutt'altro che spontanea – di quelle persone. [4]
E, già che ci siamo, povera Oriana, alla quale nessuno raccontò mai la vicenda di Sivan Kurzberg, Paul Kurzberg, Yaron Shmuel, Oded Ellner e Omer Marmari, gli israeliani che vennero arrestati poco dopo l'attentato dell'11 settembre per via dei loro comportamenti sospetti – fra i quali comportamenti spiccava la ripresa del crollo del World Trade Center tra compiaciuti sghignazzi, e la gioiosa celebrazione con danze e applausi in Liberty State Park, tra schiamazzi del tipo: “Adesso anche gli americani sanno che cosa si prova”. [5]
Ma coloro che ci avvertono di quanto fu profetica la Grandissima Oriana ci redarguiscono: noi questo “scontro di civiltà” lo stiamo perdendo – e sonoramente – a casa nostra; come confermerebbe un qualunque skinhead della English Defence League. È infatti ben magra consolazione sapere che “i nostri” fanno regolari incursioni nei paesi dell' “altra civiltà”, bombardando matrimoni, facendo bagni di sangue di civili, mutilando bambini, torturando malcapitati innocenti, ben magra consolazione, se poi a noi cittadini, rabbiosamente fieri di essere cristiani (non praticanti, per carità: vuoi mettere come si dorme bene la domenica mattina?), a noi tocca vedere l'Eurabia che si avvicina qui a casa nostra – magari sotto forma di una moschea che sorge proprio là, dove pregustavamo l'erezione di un supermercatone Sigma, o Esselunga.
O tempora! O mores!
Molte sono le perle che attendono i cortesi lettori che volessero avvicinarsi all'acidità logorroica di quel capolavoro della Grandissima Oriana – profetessa; tuttavia, se proprio ci costringete a scegliere una – e una sola – qualità di quel divino pamphlet, allora confessiamo di avere un debole per quella capacità che ha l'Autrice di riuscire a non porsi domande, nemmeno quelle più elementari. E questa, cari amici, è una dote con la quale non si nasce: ci si arriva solo dopo decenni di training autogeno in quello che il già citato George Orwell chiamava doublethink – o bispensiero (anche se ci permettiamo di suggerire una variante: unthink).
Un esempio? La Profetessa riconosce la mano della CIA nel formare, armare, finanziare e addestrare gli estremisti islamici nei trendy anni '80: “[...] gli americani che rincretiniti dalla paura dell'Unione Sovietica riempivan di armi l'eroico-popolo-afgano. Addestravano i barbuti e coi barbuti (Dio li perdoni, io no) un barbutissimo di nome Usama Bin Laden.” (pag.81)
E, naturalmente, non poteva non essere a conoscenza dell'intervista rilasciata da Zbigniew Brzezinski al Nouvel Observateur nel 1998, nella quale il nostro eroe raccontava tutto fiero di come fosse stato lui, ai tempi in cui era segretario di stato nell'amministrazione di Jimmy Carter, a creare dal nulla i terroristi Mujaheddin per attirare l'Unione Sovietica nella trappola Afghanistan, e creare anche per l'U.R.S.S. Il suo bel Vietnam. [6]
Eppure la Profetessa, con ammirevole auto-censura mentale, riesce a non domandarsi per un solo istante come chi getta benzina sul fuoco per anni, possa mai rimanere bruciato. Niente, neanche una domandina: al contrario, a quanto pare, la vulnerabilità USA nasce “[...] dalla sua essenza multietnica, dalla sua liberalità, dal suo rispetto per i cittadini e per gli ospiti”.
E se riuscite ad accontentarVi di questa spiegazione, che sembra studiata per far bagnare i leghisti dall'eccitazione, allora buon per Voi.
Ma giunga la nostra ammirazione anche a chi, raccogliendo un così prestigioso testimone, ci ha in questi giorni scrollati per il bavero, strillandoci addosso che questi moti rivoluzionari in nord Africa e Medio Oriente finiranno inevitabilmente per portare al potere i soliti estremisti islamici.
Anche ad essi arrivi il nostro applauso per la loro capacità di astenersi dal porsi elementari domande.
Vedono manifestazioni con cartelli rigorosamente in inglese, studiati ad hoc per lisciarsi le simpatie di noi, pubblico occidentale; vedono l'assenza di barbuti e vedono come questi comizi abbiano accuratamente evitato di farsi riprendere nell'atto di bruciare le solite, obbligatorie bandiere statunitensi e israeliane [7], sdoganandosi completamente con noi, “democrazie” dell'Ovest (“Vedete? Sono proprio come noi, 'sti egiziani!”); vedono tutto questo, e riescono a non farsi domande.
Vedono che la “chiamata alla rivoluzione” in Siria è architettata da siriani che vivono all'estero, come prova il fatto che la maggior parte dei messaggi sull'apposita pagina Facebook provengono da fuori del paese. [8]
E neanche una domandina.
Vedono Hillary Clinton lanciare il segnale – come un arbitro che fischia il calcio d'inizio – in quel discorso a Doha di cui già si è parlato in queste pagine [9], e vedono queste rivoluzioni, magicamente e inspiegabilmente, scattare nemmeno una settimana dopo. E ancora, neanche l'ombra di un dubbio.
E sì che già due anni fa c'era chi si domandava se la CIA e il Mossad non stessero pianificando di rimuovere Mubarak con le buone o con le cattive. [10]
Ah no, gli arguti intellettuali ci guarderanno scandalizzati, chiedendosi come sia mai possibile credere a roba del genere, visto che Mubarak è sempre stato un alleato di USA & Israele, e neanche per idea, etc, etc...
Sarà come dite Voi, spettabili signori; e ci piange quindi il cuore a essere costretti a farVi notare che le avvisaglie che Mubarak stesse diventando un po' capriccioso e incontrollabile per queste due nazioni si erano già viste nel lontano 2005.
No, non si sta parlando della sua intenzione – che fa così Nord-Coreano – di nominare suo figlio come successore.
Ricordate quando l'Egitto firmò un accordo con l'Autorità Palestinese per un gasdotto che avrebbe trasportato il gas dalla costa di Gaza ad El Arish, escludendo Israele? [11]
Ricordate anche come i media allora si interrogassero strabiliati sul misterioso e inusuale silenzio di Israele a riguardo?
Beh, solo due giorni dopo, i media smisero di interrogarsi, in quanto vi fu l'attentato a Sharm el-Sheikh, che solo i nostri telegiornali occidentali non esitarono ad attribuire all'immarcescibile al-Qaida.
I media in Egitto invece, a quanto pare più propensi, in quel caso, a collegare i puntini, sembravano non avere dubbi; e vi è chi giura che per qualche tempo nel sito Reuters rimase leggibile la seguente citazione (successivamente rimossa): “Alcune fonti di sicurezza hanno affermato che almeno una delle auto che sono saltate in aria sabato aveva una targa speciale, che indicava la sua provenienza dal confine con Israele, a Taba, nella penisola del Sinai”. [12]
Cosa volete a questo punto, cari signori? Una dettagliata lista di tutti gli episodi, dal luglio 2005 fino ad oggi, in cui il buon Mubarak ha deluso i suoi padroni, per poi ricevere puntualmete il meritato castigo? Culminando nella “rivoluzione” di questi giorni?
No, vi abbiamo dato anche troppi spunti; mettetevi in movimento Voi, adesso.
E datevi anche una mossa, OK?
Pardon, che volete farci: leggendo la Vostra profetessa preferita, siamo rimasti contagiati dal suo amorevole tono. Permetteteci quindi di concludere con una sua citazione: “Stop. Quello che avevo da dire l'ho detto. La rabbia e l'orgoglio me l'hanno ordinato. La coscienza pulita e l'età me l'hanno consentito.
Ora basta. Punto e basta.”

Pace,

Rinaldo Francesca

[1] Disponibile qui:
http://www.scribd.com/doc/8317647/The-Crisis-of-Democracy-Michel-Crozier-Samuel-Huntington-Joji-Watanuki
[2] Codeste profonde perle son disponibili costì:
http://thatcherstreet.wordpress.com/2011/01/30/pericolo-islam-oriana-fu-profeta/
[3]Una copia pdf è scaricabile qui. Ce l'avete il coraggio? Dài, vi sfido:
http://chomikuj.pl/File.aspx?id=928479
[4] Vedere l'exposé apparso su Der Spiegel il 21 settembre 2001, reperibile qui:
http://translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=en&sl=de&u=http://www.spiegel.de/politik/ausland/0,1518,158625,00.html&rurl=translate.google.com&usg=ALkJrhiqhZCXfYs-3ZP6xkC_6iPos7pE8w
[5] Paulo Lima: Five men detained as suspected conspirators, NJ News, 12 settembre 2001, pubblicato su:
http://web.archive.org/web/20011108025936/http:/www.bergen.com/news/2bombvan200109125.htm
[6] "Pourquoi et comment j'ai financé Ben Laden en Afghanistan"; l'articolo, in francese, è disponibile qui:
http://michelcollon.info/034-Pourquoi-et-comment-j-039-ai.html?lang=fr
[7] Liz Sly: Amid Arab protests, U.S. influence has waned, The Washington Post, 4 febbraio 2011, reperibile su:
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2011/02/03/AR2011020306882.html?hpid=topnews
[8] Calls for weekend protests in Syria, 4 febbraio 2011, pubblicato qui:
http://english.aljazeera.net/news/middleeast/2011/02/201122171649677912.html
[9] Un sermone per la regione, reperibile qui:
http://ap0ti.blogspot.com/2011/01/un-sermone-per-la-regione.html
[10] Talooman: Cairo bomb: CI & Mossad trying to topple Mubarak? 25 febbraio 2009, disponibile su:
http://pakistanrevolution.wordpress.com/2009/02/25/cairo-bomb-cia-mossad-trying-to-topple-mubarak/
[11] BG, PA in gas deal without Israel, 21 luglio 2005, articolo pubblicato su:
http://www.gulfoilandgas.com/webpro1/MAIN/Mainnews.asp?id=1583
[12] Vedere:
http://tinyurl.com/4p83fyg

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