Monday, 18 October 2010

Giustizia per le vittime di Goldstone!

di Rinaldo Francesca

Ebbene sì, bisogna tristemente ammettere: non c'è mai fine alla persecuzione, hey? Ciò che è avvenuto in un tribunale militare israeliano due settimane fa, con raccapriccio di tutto quello che orgogliosamente chiamiamo il “mondo libero”, non è che la conferma che la crociata per i diritti del povero staterello d'Israele, ivi comprese le sue Forze di Difesa, non avrà fine (usiamo qui il termine “difesa” in senso lato, non ce ne vogliate).
Il diritto, per esempio, di esistere, toh. O il diritto di potersi difendere. O il diritto di poter usare bambini come scudi umani. E via discorrendo.
Ma non precipitiamo: un micro-passo indietro, se ci è permesso, per stabilire un po' di doveroso background.
Reperiamo su Ha'aretz del quattro ottobre 2010 che due sergenti delle IDF sono stati riconosciuti colpevoli, da un tribunale militare, di aver usato un bambino come scudo umano durante le manovre d'incursione in Gaza nell'operazione Piombo Fuso, tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.
“Secondo la sentenza, i due soldati avrebbero ordinato a un bambino di 11 anni di aprire dei sacchi che si riteneva contenessero delle bombe” [1].
Come-come? Neanche questo si può più fare adesso???
Dove andremo a finire? E pensare che c'erano una volta i bei tempi in cui simili allegre zingarate finivano a tarallucci & vino, come ad esempio durante la missione a Jenin nel 2002, nella quale “i soldati delle Forze di Difesa Israeliane costrinsero otto civili a fargli da scudo facendoli stare in piedi su un balcone mentre da dietro i soldati sparavano a dei guerriglieri palestinesi” [2].
Beh, scordatevelo: puff! Ormai ai militanti – pardon, militari – dell'IDF non resta che esprimere la loro sconsolata solidarietà verso i loro camerati protestando in silenzio quest'ingiustizia davanti alle corti del tribunale militare del Comando Sud. Alcuni di loro infatti, obbedendo alla chiamata, si sono presentati in loco, con la loro disarmante aria di muta e decorosa indignazione, pronta a essere sfoderata ai primi segnali di avvistamento di un fotografo, e indossando delle magliette che – scusate – sono semplicemente di-vi-ne! Di un bel nero sexy, e con quella scritta bianca, proprio nel mezzo, che recita: “Siamo Tutti Vittime di Goldstone” (foto), dimostrazione definitiva che, come saggiamente diceva Boy George, “stile e contenuto vanno mano nella mano” [3].
Àp0ti sta semplicemendo morendo dalla voglia di sapere dove si possano comprare quelle favolose magliette e, se ascoltiamo attentamente, siamo certi di poter sentire il rumore di Jean-Paul Gaultier nell'atto di prendersi a calci nella testa per non averci pensato lui per primo.
Richard Goldstone, non abbiamo bisogno di ricordarvi, è quel tal giudice che fu l'anno scorso a capo di una missione per investigare per conto dell'ONU i possibili crimini di guerra e le violazioni di diritti umani durante l'Operazione Piombo Fuso, in cui le IDF riuscirono a totalizzare un punteggio di circa 1400 morti tra gli abitanti di Gaza, all'immarcescibile insegna dell'autodifesa. Implacabilmente, nel suo rapporto di 575 pagine [4], Goldstone identificò effettivamente – fra altre cose - attacchi indiscriminati da parte delle Forze Armate Israeliane, che portarono a perdite e ferimenti di civili (capitolo X), attacchi deliberati contro la popolazione civile (capitolo XI), attacchi sulle fondamenta della vita civile a Gaza (capitolo XIII) e uso di civili palestinesi come scudi umani (capitolo XIV).
Inutile dire che in Israele, da due anni a questa parte, Goldstone è il nuovo Goldstein, ovvero il perfido traditore che sputa veleno contro gli eroici soldati per fiaccarne l’amor patrio. Diciamo questo per coloro che non avessero ancora aggiornato i loro appunti per i due minuti d’odio.
Allarmante è poi il momento di défaillance – solo così si può spiegare – dell'italica censura che, sbadigliando sul posto di guardia, si è lasciata sfuggire questa notizia, consentendole di arrivare sul Corriere dell'Impero sotto forma di un trafiletto di ben novanta parole. [5] Possibile che non vi sia più niente di efficiente in questo benedetto paese? Oggesù, proprio quando i nostrani apologisti per lo stato con la stella ritenevano finalmente di potersi concedere un meritato riposo – dopo l'ottimo lavoro svolto nel riuscire a spacciare il rispetto parziale del diritto internazionale come una generosa concessione da parte di Netanyahu [6] – rieccoli adesso tormentati, a contemplare l'orrore di doversi nuovamente rimboccare le maniche, dovesse questa notizia avere una pur flebile eco, e riscrivere l'ennesima, contorta spiegazione che educhi noi, popolo ignorante, sul perché questa sentenza è ingiusta. D'altronde, con grandi poteri vengono grandi responsabilità, come dicevano in Spiderman...

[1] Anshel Pfeffer: Soldiers convicted of using boy, 11, as human shield during Cast Lead, 04/10/10, reperibile su:
http://www.haaretz.com/print-edition/news/soldiers-convicted-of-using-boy-11-as-human-shield-during-cast-lead-1.317008
[2] Israel/Occupied Territories: Jenin War Crimes Investigation Needed, Human Rights Watch, 3 maggio 2002, citato anche in Paolo Barnard: Perché Ci Odiano, 2005, p. 274, e disponibile su:
http://www.hrw.org/en/news/2002/05/02/israeloccupied-territories-jenin-war-crimes-investigation-needed
[3] Boy George's Quotes, trovata su:
http://www.brainyquote.com/quotes/authors/b/boy_george.html
[4] Rapporto Goldstone:
http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/specialsession/9/docs/UNFFMGC_Report.pdf
[5] Israele, condannati due soldati, Corriere della Sera, 4 ottobre 2010, disponibile su:
http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/04/Israele_condannati_due_soldati_co_8_101004038.shtml
[6] Israele apre a moratoria insediamenti. Da Abu Mazen no ai compromessi, Repubblica, 11 ottobre 2010:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/24/news/insediamenti_e_colonie_israele_pronto_a_compromesso-7374317/index.html?ref=search

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