Thursday, 5 August 2010

Pat Condell: La libertà è la mia religione

L'ultimo sfogo dell'irriverente Pat Condell. Lo si può amare, lo si può odiare; talvolta, come nel nostro caso, si possono provare entrambi i sentimenti a causa di due diverse frasi nello stesso communiqué. Difficile è però ignorare la sua voce fuori dal coro; da tutti i cori!

Vorrei chiarire una cosa una volta per tutte, se posso, perché, dalla corrispondenza che ho ricevuto, è chiaro che alcune persone che fanno parte di quella che viene chiamata la “comunità atea” hanno preso le distanze da certe mie opinioni e non mi considerano più uno dei loro.
A quanto pare ho violato una qualche ortodossia atea e sono stato – in mancanza di una parola migliore – scomunicato. E devo dire che si tratta di un onore, vi ringrazio molto: mi sento talmente libero adesso che potrei quasi mettere piede in una chiesa e rendere grazie. Quasi.
Sapete, se mi stesse a cuore ciò che gli atei pensano di me non riuscirei mai a profferire una sola parola critica nei confonti dell'islam; ed ecco ora ciò che penso io della “comunità atea”.
Vedete, ho notato che molti atei sono lieti di attaccare il cristianesimo con tutta la forza dei loro fini intelletti, mettendo a segno i loro argomenti come fossero freccette; e tuttavia, quando si parla di islam, è tutta un'altra storia. Improvvisamente l'ateismo diventa marginale, è la correttezza politica a prendere il sopravvento e l'argomento viene capovolto, come una clessidra dove la sabbia scorre all'insù, mentre ci si affretta a trovare scuse per il fascismo religioso e per condannare chiunque parli contro, e dargli del razzista.
E tutti gli indù allora, e i sikh che, stando a quanto mi dicono, hanno la stessa opinione sull'islam? Sono razzisti anche loro?
Gli atei si vantano di basarsi solo sulle prove dimostrabili; tuttavia, quando le prove contro i dogmi islamici sono discusse, troppo spesso giungono filtrate attraverso la correttezza politica e rese inammissibili, perché sembra esserci come una regola non scritta secondo cui attirare l'attenzione su questa jihad soffice contro i valori occidentali (soffice come un martello di velluto) è in qualche modo un'ingiustizia contro i musulmani, visto che quella religione è essenzialmente benigna e coloro che la criticano sono per lo più motivati da bigottismo e odio.
Ho riscontrato questo atteggiamento tante di quelle volte che non mi sorprende neanche più, ma penso che le persone che ne sono afflitti mentano a sé stessi né più né meno di un qualsiasi bigotto religioso: ugualmente irrazionali, ugualmente intrappolati in un mondo di fantasia; sono solo schiavi di un dogma differente.
Io sono ateo, ma non amo l'ateismo: però amo la libertà. Ho già detto in passato che la libertà è la mia religione e non stavo scherzando – anche perché, come sappiamo, non si dovrebbe scherzare su cose così sacre e solenni come la religione. Non è che mi metto ad adorare la libertà, perchè non adoro niente, ma senz'altro la considero la virtù più importante, quella da cui derivano tutte le altre virtù, e naturalmente è estremamente non-islamica – il che, detto fra noi, è la sua qualità migliore - ma non dite a nessuno che ho detto una cosa del genere: non vorrei mai seminare zizzania.
Mi sono convertito piuttosto recentemente a questa religione della libertà: per la maggior parte della mia vita davo la libertà per scontata, come qualcosa di affidabile e noioso, di cui riconoscevo distrattamente l'esistenza. Ma dalla nascita del superstato europeo, assieme al multiculturalismo, la religione della pace e tutte le folli stronzate che la accompagnano, ho il piacere di dirvi che il mio apprezzamento del concetto di libertà si è completamente risvegliato e ha ormai raggiunto delle proporzioni propriamente religiose. Halleluja!
Lo ammetto, non si tratta del solito tipo di religione, visto che non impone a nessuno di abbassare la propria autostima, il che potrebbe essere un problema per coloro che pensano che odiare sé stessi sia una virtù; inoltre non predica l'odio contro altri gruppi di persone – per esempio omosessuali o ebrei - il che potrebbe renderla ancora meno allettante per coloro che aderiscono alla fede dell'una, santa, cellula cerebrale. Ma se misurate la convinzione religiosa con la forza del credo – e perché non dovreste? - allora la libertà è decisamente la mia religione, e la consiglio calorosamente a tutti gli atei che abbiano bisogno di credere in qualcosa di tangibile e degno, visto che evidentemente ce ne sono alcuni.
La ragione per cui faccio questi video si può riassumere in tre parole. Libertà. Dalla. Religione.
E, data la direzione che sta prendendo il mondo in questo momento, questo significa specialmente libertà dalla “religione della pace”. Se questo fa di me un bigotto, o un razzista, o un fascista, o un predicatore dell'odio, o una qualsiasi di quelle etichette che mi sono state affibiate dagli atei, beh allora, così sia: dovrò semplicemente indossare l'etichetta, perché non ho proprio scelta.
Vedete, islam rigetta la libertà individuale; pertanto, in osservanza delle mie profonde e sincere convinzioni, sono obbligato a rigettare l'islam, cosa che faccio inequivocabilmente. Per prendere in prestito un loro termine, è per me haram, lo evito come i musulmani evitano la carne di maiale.
Per me è offensivo sentire qualcuno difendere l'oscenità della legge sharia, come potrebbe essere offensivo per i musulmani se io mi recassi nella più vicina moschea distribuendo bottiglie di birra e panini alla pancetta.
Tuttavia credo che l'islam non sarebbe così problematico nel mondo occidentale di oggi, e la legge sharia non sarebbe nemmeno discussa, se non fosse per l'irresponsabile indulgenza del senso di colpa culturale e della correttezza politica, che a mio parere ci ha trasformati nel nostro peggior nemico. È il marcio nella fondazione della società occidentale in cui al veleno del fascismo religioso viene consentito di deporre le uova. E se continuiamo di questo passo, regalandogli ridicole eccezioni, assecondando l'odio, tollerando l'intolleranza e cercando scuse per trovare delle scuse, la nostra società ne risulterà impoverita e i nostri figli saranno meno liberi. Soprattutto le nostre figlie. E la storia ci considererà come la generazione dei bugiardi e codardi che permisero che ciò accadesse, la generazione che era talmente infilata nel proprio retto – politicamente e moralmente parlando – che non si accorse nemmeno che la luce si stava spegnendo.
E questo non lo voglio sulla mia coscienza, grazie tante. Non voglio essere la persona che vorrebbe aver detto qualcosa quando ne aveva la possibilità. E francamente, l'ultima cosa che mi preoccupa è ciò che gli atei potrebbero - o non potrebbero – pensare in merito.
Pace.

Il video originale è apparso su Youtube il 2 agosto 2010 con il titolo Freedom Is My Religion

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