Friday 9 July 2010

Maude Barlow: alcuni fatti sullo stato delle cose

Da un discorso di Maude Barlow, tenuto a Toronto il 25 giugno, poco prima dell'apertura del summit G8/G20

Alla vigilia di questo G-20, diamo un'occhiata a qualche fatto.
Fatto n.1: il mondo si trova diviso tra ricchi e poveri come mai prima nella nostra storia. Il più ricco 2% possiede più della metà delle ricchezze mondiali. Il più ricco 10% detiene 85% degli assetti totali globali, mentre la metà più povera possiede meno dell'1% delle ricchezze mondiali. I tre uomini più ricchi del mondo hanno più denaro dei 48 paesi più poveri
Fatto n.2: mentre coloro responsabili per la crisi finanziaria globale del 2008 sono stati salvati e addirittura ricompensati dai governi dei G-20 riuniti qui, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ci dice che nel 2009, 34 milioni di persone si sono aggiunte al numero di disoccupati globali, portando la cifra a 239 milioni, la più alta che si sia mai registrata. Altri 200 milioni sono a rischio in lavori precari e la Banca Mondiale ci dice che alla fine del 2010 altri 64 milioni perderanno il lavoro. Entro il 2030, più della metà della popolazione nelle megacittà del Sud Globale vivrà in baraccopoli e non avrà accesso a istruzione, sanità, acqua o reti fognarie.
Fatto n.3: il cambiamento climatico globale sta avanzando rapidamente, causando almeno 300.000 morti e 125 miliardi di dollari in danni ogni anno. Chiamato “la crisi silenziosa”, il cambiamento climatico sta sciogliendo i ghiacciai, erodendo il suolo, causando temporali imprevedibili e sempre più devastanti, obbligando milioni di persone – raramente menzionate - ad abbandonare le loro comunità rurali e andare a vivere in condizioni di estrema povertà in centri peri-urbani. Praticamente tutte queste vittime vivono nel Sud Globale, in comunità che non sono responsabili delle emissioni di gas-serra e che non sono rappresentate in questo summit. L'atmosfera si è già riscaldata di un grado negli ultimi decenni e si scalderà ulteriormente di due gradi entro il 2100.
Fatto n.4: metà delle foreste tropicali del mondo, i polmoni del nostro ecosistema, non esiste più. Entro il 2030, con l'attuale ritmo di estrazione – o, per così dire, raccolta – ne rimarrà solo il 10%. Il 90% dei grandi pesci nel mare non esiste più, vittima di tecniche predatorie di pesca. Dice un importante scienziato che studia la loro estinzione: non esiste più una “frontiera azzurra”. Metà delle zone umide del mondo, i reni del nostro ecosistema, è stata distrutta nel ventesimo secolo. L'estinzione delle specie sta avvenendo a un ritmo 1.000 volte superiore rispetto a prima dell'esistenza del genere umano. Secondo uno scienziato della Smithsonian Institution, stiamo procedendo verso un deficit di diversità biologica, nel quale le specie e gli ecosistemi saranno distrutti a un ritmo superiore a quello necessario alla natura per rimpiazzarli con dei nuovi.
Fatto n.5: stiamo inquinando a morte i nostri laghi, fiumi e ruscelli. Ogni giono due milioni di tonnellate di acque nere e scarichi industriali e agricoli sono riversati nell'acqua del mondo. Si tratta dell'equivalente dell'intera popolazione umana di 6,8 miliardi di persone. La quantità di scarichi prodotti annualmente è circa sei volte superiore all'acqua che esiste in tutti i fiumi del mondo. Stiamo esaurendo le nostre falde acquifere più rapidamente di quanto necessario perché possano rimpinguarsi, succhiandole per coltivare colture pompate di sostanze chimiche e che richiedono grandi quantità d'acqua, o nel deserto, o in città che consumano e gettano ogni anno 700 trilioni di litri d'acqua negli oceani sotto forma di rifiuti. L'industria mineraria globale consuma altri 800 trilioni di litri, lasciandosi dietro rifiuti liquidi tossici e un terzo dell'estrazione d'acqua mondiale viene usato per la produzione di bio-carburanti, una quantità d'acqua che sarebbe sufficiente per il fabbisogno mondiale. Quasi tre miliardi di persone sul nostro pianeta non hanno acqua corrente a meno di un chilometro da dove vivono e ogni otto secondi, da qualche parte in questo nostro mondo, un bambino muore di malattie causate da acqua impura. La crisi idrica globale sta peggiorando costantemente, con rapporti su paesi come l'India, il Pakistan o lo Yemen che confermano il loro prossimo esaurimento delle risorse idriche. La Banca Mondiale dice che entro il 2030, la domanda d'acqua supererà l'offerta del 40%. Ciò potrebbe sembrare una semplice statistica, ma la sofferenza causata da questo fatto è indicibile.
Fatto n.6: ben consapevoli che nel prossimo futuro non ci saranno più acqua e cibo sufficienti per tutti, i paesi ricchi, nonché le società d'investimento globali, pensions, hedge funds, stanno comprando terreni e acqua, campi e foreste nel Sud Globale, creando una nuova ondata di colonialismo d'invasione che avrà immense ramificazioni geopolitiche. I paesi ricchi, il cui cibo sta cominciando a scarseggiare, hanno già acquistato in Africa un'area grande il doppio del Regno Unito.
Ora, non credo di esagerare se dico che il nostro mondo non ha mai dovuto affrontare un così grande insieme di minacce e problemi come adesso. Allora, di che cosa parleranno i venti leader che si sono riuniti qui, alcuni già arrivati, altri che arriveranno stasera, di che cosa parleranno per i prossimi due giorni? Tra parentesi, il loro summit costa un milione di dollari al minuto, e abbiamo calcolato che il costo totale sarà vicino ai due miliardi una volta terminato – il budget annuale dell'ONU è di 1,9 miliardi di dollari. Vi assicuro, non cercheranno in alcun modo credibile di affrontare i problemi appena menzionati.
Le dichiarazioni sono già state scritte, i fallimenti già trasformati in successi – a parole. Al contrario, queste famiglie reali globali, che hanno più in comune le une con le altre che con i loro concittadini, in realtà si trovano qui per portare avanti i piani e gli interessi della loro classe e per promuovere lo status quo che serve gli interessi delle élites dei loro rispettivi paesi e della business community – o, per dirla con il nuovo termine, B-20 – una comunità che otterrà accesso privato e privilegiato a questi obbedienti “leader” per proporgli le loro soluzioni di libero mercato. Il programma consisterà in una dose ancora maggiore di quello stesso medicinale che ha fatto ammalare il mondo in primo luogo. Deregulation ambientale, speculazione finanziaria sregolata, crescita illimitata, libero mercato non regolato, sfruttamento incessante di risorse, sgravi fiscali per i più ricchi, tagli alle spese sociali e guerra ai lavoratori. In altre parole, capitalismo selvaggio. Ora diamo un’occhiata qui, al nostro paese e all’assalto che è stato lanciato contro il lavoro verso una società equa, frutto dello sforzo di generazioni di canadesi. Il governo di Stephen Harper ha colpito al cuore di qualsiasi gruppo di persone che esprima dissenso, dai rappresentanti di First Nations (nativi canadesi, n.d.r.), alle donne, alle agenzie internazionali e gruppi cristiani come KAIROS, Alternative, e il Canadian Council for International Cooperation.

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