Friday, 15 January 2010

Che cosa volete che ne sappiano gli esperti dell’intelligence?

di Rinaldo Francesca

Quante volte dobbiamo sentirlo ripetere prima di imparare finalmente questo semplice concetto? Il pensiero indipendente porta al caos. Abbiamo bisogno di un disegnino? Dobbiamo scriverlo cento volte alla lavagna?
Scusate gentili lettori, questo sfogo non è necessariamente rivolto a voi, sempre che, ben lungi dall’affaticarvi con deprimenti domande, stiate diligentemente facendo shopping di oggetti che non vi servono, vostro dovere patriottico per sostenere l’economia, o purché vi stiate limitando ad appassionarvi davanti a un qualche reality show, da bravi bimbi.
No, qui ci ritroviamo a sbuffare per l’intervento di quei soliti maleducati che si ostinano a voler infrangere le nostre rassicuranti certezze: chi dà loro il diritto di parlare a nome nostro, esigere risposte adulte dai leader, intorbidire le acque, quando noi eravamo perfettamente felici con le spiegazioni pronte per l’uso che avevamo così pedissequamentemente memorizzate? Come se non fossero già state abbastanza difficili quelle là, da imparare!
Le ripetiamo, per fissarle una volta per tutte: i terroristi ci odiano perché siamo liberi, odiano i nostri blue jeans, le nostre spiagge topless, i nostri filmetti porno, il nostro inalienabile diritto di sbronzarci fino a diventare irriconoscibili. Insomma, è uno scontro di civiltà, o qualcosa del genere, mi sembra di aver letto da qualche parte.
Invece niente, c’è sempre chi vuole rovinare la festa.
Ci senti, Helen Thomas? Stiamo parlando di te, OK?
Chissà che cosa è saltato in mente a questa corrispondente alla Casa Bianca quando si è intestardita a fare l’oziosa domanda “perché-perché”, a quella conferenza stampa di qualche giorno fa. Te lo vuoi mettere in testa, cara Helen, che il motivo per cui Al-Qaida e tutti quegli altri lì sono nostri giurati nemici e fanno tutto ciò che possono per distruggere la nostra meravigliosa civiltà basata sul prestito a interesse è solo ed esclusivamente perché sono persone malvagie, determinate a fare cose malvagie?
Non hai imparato proprio niente da tutti quei cartoni animati, dovi i Cattivi sono sempre ritratti così?
Te lo ha anche pazientemente spiegato quel signore così elegante dell’anti-terrorismo, Mr. John Brennan: “Si tratta di un’organizzazione dedicata all’omicidio e all’ingiustificato massacro di innocenti”. Là, in quante lingue bisogna ripetertelo, Helen? Tu e le tue domande. Credi davvero che 67 anni di carriera di giornalista ti diano il diritto di deviare dalla linea ufficiale?
Riassumiamo, e che sia l’ultima volta: il motivo per cui questo ragazzetto, Umar Mutallab, si era messo in testa di rovinare il natale a così tante persone, salendo su quell’aereo per Detroit con 80 grammi di pentaidro... pentaeritro... insomma, 80 grammi di esplosivo nelle mutande, è perché era stato plagiato e manovrato da un’organizzazione “che usa l’insegna della religione in un modo molto perverso e corrotto”. Punto.

Siete quindi pregati di non dare troppa attenzione a tutte quelle interferenze che sembrano contraddire questo semplice assioma; per esempio quell’ex ufficiale della CIA, Michael Scheuer, che scrive: “[i terroristi islamici] sono raramente spinti a questo tipo di azioni se non quando le forze militari americane avanzano sulle loro terre. È piuttosto la politica estera americana a far infuriare Osama e Al-Qaida, non la cultura e la società” [1].
Vergognati, signor Scheuer: guarda, siamo persino contenti che un anno fa ti abbiano licenziato da quella think tank, The Jamestown Foundation, circa trenta secondi dopo che avevi avuto addirittura l’ardire di puntare al supporto incondizionato americano per Israele come possibile causa di risentimento nel mondo arabo. Ben ti sta che ti abbiano mostrato la porta, come sempre succede a chiunque osi vedere come minaccia alla pace quella parolina che comincia con la “I”: quel povero, indifeso staterello, con le sue misere 200 testate nucleari [2].
E, già che ci siamo, questo vale anche per te, caro signor McGovern (che cos’è questo, un complotto di geronto-sclerotici elementi CIA che rifiutano di andarsene in casa di riposo?)
Eh sì perché Ray McGovern, altro ex-agente segreto, è uno di quelli che proprio non riescono a stare zitti; qui si tratta di uno dei VIPS, nientemeno, ma – ahimé - non i VIPs che interessano a noi, quelli che, nostri modelli di vita e fonte d’ispirazione, appaiono fotografati sui tabloids mentre prendono il sole in Costa Smeralda. No no no, qui VIPS sta per Veterans Intelligence Professionals for Sanity.
Vergognatevi VIPS, appropriarvi così indegnamente di una sigla che stava così vicina ai nostri cuori!
Beh, che cosa dice questo Ray-Mc-Govern-ex-agente-della-CIA-membro-dei-VIPS, ci sembra di udirvi domandare a gran voce?
Beh, tanto per cominciare i suoi amichetti VIPS e lui vanno strepitando da ormai sette anni che l’aggressione all’Iraq ha rappresentato per l’allarme terrorismo quello che gli spinaci sono per Popeye. Fin qui niente di nuovo.
Ma – per chi non lo ricordasse – questi impiccioni dei VIPS ebbero persino l’ardire - un mese prima dell’invasione del 2003 - di far recapitare sulla scrivania di G. W. Bush una lettera dove si leggeva: “[...] siamo dell’opinione che l’invasione in Iraq garantirebbe un’inondazione di centri di reclutamento per terroristi per molto tempo a venire. Lungi dall’eliminare la minaccia, la aumenterebbe esponenzialmente” [3].
Ma vi rendete conto, la maleducazione di questi “ragazzi”? E sì che Bush Jr. aveva già il suo bel da fare anche senza quella letterina, tra il cercare di capire che cosa significassero tutti quei documenti che doveva continuamente firmare, stando contemporaneamente attento a non ammazzarsi mangiando pretzel, onde evitare l’incidente dell’anno prima [4].
E poi, parliamoci chiaro, questi VIPS parlavano a vanvera, come la storia ha chiaramente dimostrato. Se si eccettua l’attentato di Madrid del marzo 2004, con i suoi 191 morti, i due attentati a Londra e quello di Sharm el-Sheikh nel luglio 2005, gli attentati – sventati e no – agli aeroporti, Heathrow nell’agosto 2006, Glasgow nel giugno 2007, Francoforte nel settembre 2007, il fallito attentato al Giraffe di Exeter (UK) nel maggio 2008, più il massacro a Fort Hood due mesi fa (ci si perdoni la lista incompleta).
Ray Mc Govern però l’ha fatta grossa di recente – è di questo che si voleva parlare; questo signore, in un suo articolo apparso il 10 gennaio su Consortium News [5] , racconta di avere per esempio trovato la seguente citazione nel rapporto della commissione sull’undici settembre: “A quanto racconta Khalid Sheikh Mohammed [l’ideatore dell’attacco al World Trade Centre n.d.r.] il suo risentimento contro gli Stati Uniti era originato dal suo violento disaccordo con la politica estera USA, che favorisce Israele”, e ancora: “Le scelte politiche degli Stati Uniti hanno delle conseguenze. Giuste o sbagliate, è un semplice fatto che le politiche americane nei confronti del conflitto israelo-palestinese e le sue azioni in Iraq siano fulcri dominanti di mugugno popolare in tutto il mondo arabo e musulmano”, per poi continuare con farina del suo sacco: “Dopotutto chiunque in Medio Oriente sa già come i Palestinesi siano stati maltrattati per decenni, come Washington abbia installato le dittature nel mondo arabo, come le forze armate USA abbiano ucciso civili in Iraq, Afghanistan e altrove, come i musulmani siano stati incarcerati a Guantánamo senza un capo d’accusa, come mercenari USA abbiano evitato la punizione per aver massacrato degli innocenti”.
Ah, ma allora sei proprio di coccio, McGovern? Hai proprio deciso di farti tagliare le gomme della macchina?
Come non detto: confidiamo nella stampa per consegnare al più presto tutte queste affermazioni all’oblìo – come sempre fa, in maniera così efficiente, con tutte quelle antipatiche deviazioni dal pensiero ufficiale.
Non si dica però che noi di Àpoti siamo degli inguaribili pessimisti, determinati a vedere il bicchiere mezzo vuoto: d’altra parte questa vicenda è finita bene, no? Vediamo un po’ per chi.
Indubbiamente è finita bene per i passeggeri del volo 253, ça va sans dire; è poi finita sicuramente bene per Dick Cheney che, da quando ha abbandonato l’hobby di fare il vicepresidente USA, ha subito un’allarmante metamorfosi che lo ha visto trasformarsi da top-secret-super-riservato-non-concede-interviste-la-sua-casa-non-appare-nemmeno-su-Google-Earth a qualcosa del tipo starnazza-ogni-giorno-in-TV-su-tutti-i-canali, tanto che ci si cominciava ad aspettare che dopo i talk-show avrebbe finalmente regalato la sua presenza all’isola dei famosi, o che so io...
E qual era l’immancabile messaggio di Cheney ogni volta che prendeva il microfono? Beh, a parte la sua ferma convinzione che torturare prigionieri fosse sacrosanto dovere patriottico, gli elementi più gettonati erano che “nel terrorismo, mezze misure ti espongono a metà [6]” e che suo cugino [7] Barack Obama "sta facendo delle scelte che [...] in realtà aumenteranno il rischio di un altro attacco contro il popolo americano [8]”.
L’attuale capo della CIA, Leon Panetta, può dunque essere perdonato per aver ritenuto che Cheney abbia passato tutti questi mesi fregandosi le mani e pregustando un altro attentato – come statisticamente sarebbe prima o poi accaduto – e che adesso stia gongolando dalla gioia [9].
È poi indubbiamente finita bene per chi da anni ormai ci regala perle di saggezza sulla pericolosità della “minaccia iraniana” [10], sulla base del fatto che hanno centrifughe nucleari. O uranio arricchito. O la barba, o qualcosa del genere.
Vedete, è stato proprio un duro colpo per questi squisiti individui quando, poco più di due anni fa, il National Intelligence Estimate (NIE), raccolto dalle principali agenzie di intelligence USA aveva definitivamente concluso che l’Iran non era in procinto di costruire alcun armamento nucleare dal lontano 2003 [11]. Decisamente un duro colpo: come fare adesso per poter continuare a sbavare rabbiosamente, additando l’Iran come il pericolo assoluto per il mondo intero?
Beh, qualche passo in quella direzione adesso è stato fatto.
Ebbene sì, non si pensi per un solo minuto che sia del tutto casuale il recente intervento da parte dei soliti, non meglio identificati “strateghi e consiglieri di Obama” (qui si sente lo zampino di Zbigniew Brzezinski, l’inventore della jihad in Afghanistan), secondo i quali quel rapporto delle agenzie di intelligence del novembre 2007 non sarebbe più tanto affidabile [12] perché, parliamoci chiaro, sono le agenzie di intelligence a non essere più affidabili: guardate che casino è successo a natale, proprio sotto al loro naso!
In conclusione, nulla di cui preoccuparsi: il progetto è di nuovo in carreggiata, e grazie a questo fallito attentato, la fiction della “minaccia iraniana” – in semi-letargo dal novembre 2007 – è tornato sui nostri schermi.

Rinaldo Francesca, 15/01/2010

[1] Michael Scheuer - Imperial Hubris: Why the West is Losing the War on Terror
[2] Mordechai Vanunu: The Sunday Times articles, disponibile su:
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/article830147.ece
[3] MEMORANDUM FOR: The President FROM: Veteran Intelligence Professionals for Sanity, 7 febbraio 2003, disponibile qui: http://www.commondreams.org/views03/0207-04.htm
[4] BBC News: Bush makes light of pretzel scare, 14 gennaio 2002, http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/1758848.stm
[5] http://www.consortiumnews.com/2010/010810b.html
[6] Two Approaches on Gitmo Detainees, No Middle Ground, Wall Street Journal, 25 maggio 2009, http://online.wsj.com/article/SB124295772566745907.html
[7] Cheney labelled 'black sheep' of Obama family, The Guardian, 17 ottobre 2007, http://www.guardian.co.uk/world/2007/oct/17/usa.barackobama
[8] Cheney hits Obama's terrorism policy, The Washington Times, 16 marzo 2009, http://www.washingtontimes.com/news/2009/mar/16/cheney-hits-obama-policy-on-terrorism/
[9] Leon Panetta: Cheney Almost "Wishing That This Country Would Be Attacked Again", The Huffington Post, 14 giugno 2009, http://www.huffingtonpost.com/2009/06/14/leon-panetta-cheney-almos_n_215339.html
[10] Alberto Flores D’Arcais: Bush: “L’Iran è come Al Qaeda”, Repubblica, 6 settembre 2006, http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/09/06/bush-iran-come-al-qaeda.048bush.html
[11] Il NIE di novembre 2007, è reperibile su: http://www.dni.gov/press_releases/20071203_release.pdf
[12] U.S. Sees an Opportunity to Press Iran on Nuclear Fuel, The New York Times, 2 gennaio 2010, http://www.nytimes.com/2010/01/03/world/middleeast/03iran.html?scp=1&sq=after%20reviewing%20new%20documents%20that%20have%20leaked%20out%20of%20iran%20and%20debriefing%20defectors%20lured%20to%20the%20west%20mr%20obama's%20advisers&st=cse

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