Friday 29 October 2010

Nuove reclute acquistansi

di Rinaldo Francesca

Un inquietante interrogativo ci ha tenuti insonni questa settimana: “quanto vale un figlio, quando la fame strangola le famiglie?”. Questa la domanda, posta su Repubblica dal blogger residente Giampaolo Cadalanu nella sua ultima entry: Piccoli Kamikaze Vendesi, una perla che ci ricorda due importanti eventi che cristallizzano la nostra travagliata era: (1) Sono sempre numerose le famiglie in Pakistan che accettano di “vendere” i loro figli ai perfidi Taliban pur di salvarli da una vita di stenti e (2) la coniugazione del verbo vendere è cambiata: la terza persona plurale non esiste più: puff!
Nel tentativo di affrontare il punto (1) di cui sopra, ecco un doveroso sommario delle ponderazioni di Cadalanu: “209 euro, al cambio di oggi [è] la cifra pagata dai Taliban pachistani per un adolescente da destinare prima al lavaggio del cervello, poi al sacrificio come kamikaze contro gli infedeli”. Così un addolorato Giampaolo Cadalanu ci svela il deplorevole stato delle cose: un mondo dove gli spietati Militanti Nemici non esitano a sfruttare la miseria della gente per accrescere le fila delle loro reclute.
Via-via, Giampaolo, cos'è quel musino triste? Non vorrai mica rovinare il weekend ai tuoi lettori?
Su, lascia che siano gli Àp0ti a restituirti il sorriso: non ci sono solo brutte notizie di questo genere, sai? Per esempio – se può esserti di consolazione – sappi che anche il lato dei Buoni, quelli che esportano la democrazia, o roba del genere, da un anno a questa parte non se la cava per niente male quando si tratta di giocarsi la carta del metti-una-firma-qui-se-non-vuoi-fare-la-fame.
Ricordi per esempio quando esattamente un anno fa alcuni portavoce del Pentagono si fregavano le mani, gongolando allegramente su quanto la crisi e la disoccupazione dell'ultimo biennio avessero fatto sì che gli affari della U.S. Army Inc. andassero a gonfie vele, con il target di arruolamento finalmente raggiunto per la prima volta dopo decenni [1]?
Un portavoce dell'esercito, vice sottosegretario della difesa Bill Carr, spiegava – e ci piace immaginarlo con le lacrime agli occhi dalla gioia - come un fattore determinante per il benessere dell'azienda che rappresentava fosse stata proprio la crisi economica e la conseguente disoccupazione, che aveva ristretto le scelte di carriera dei giovani a un numero sempre più limitato. Insomma, concludeva Carr: “Negli investimenti che avevamo pianificato per il reclutamento, la disoccupazione – che non avevamo direttamente pronosticato – ci ha consentito di essere in una posizione molto favorevole per gran parte dell'anno”. Leader nel mercato insomma, diceva Carr con l'ottimismo di un manager che sa di poter contare su un'enorme quantità di risorse umane, tanto da potersi permettere di perdere qualche unità qua e là.
E tuttavia ci sembra di ascoltare le pazienti obiezioni di Cadalanu: è una ben magra consolazione, quasi sembra di sentire. E poi non si può certo paragonare l'esercito USA con i Taliban, no?
Cioè, volendo, al limite, per dire, cioè, i Taliban, quando prendono 'sti poveri adolescenti gli fanno tutto un lavaggio del cervello, per trasformarli in macchine da guerra, capite, mentre invece, cioè, l'esercito... ehm...
OK, esempio sbagliato.
Vabbe', comunque, sempre per quanto concerne la creazione di kamikaze contro “gli infedeli”, quello che si voleva dire è che ai soldati USA non viene mica detto, per esempio, di andare laggiù a combattere per far contento il loro dio... no?
Una cosa a cui riesce facile credere, se si ignora doverosamente che nei fucili automatici dei soldati US si trovano iscrizioni in codice che citano direttamente passaggi del nuovo testamento [2], dal vangelo secondo Giovanni, alle lettere ai corinzi, ce n'è per tutti i gusti (vedere filmato); o che il principale fondatore dell'esercito di mercenari Blackwater (ora conosciuta come Xe), fornitore di manovalanza dal grilletto facile, solo nei migliori teatri di guerra, diffidare delle imitazioni, etc etc, non ha mai fatto un segreto della sua missione di stabilire la supremazia del cristianesimo in mezzo alla barbarie islamica [3]. E che dire di quando trapelò la notizia che nella precedente amministrazione l'ex segretario della difesa Donald Rumsfeld passava costantemente al presidente G. W. Bush memoranda e aggiornamenti sulla guerra in Iraq che erano letteralmente coperti da citazioni bibliche [4]? Così, per dare all'aggressione quel gustoso sapore di sacra-crociata-cristiana, che non guasta mai...



[1] Eli Lake: Droves of recruits to ease burden on troops, The Washington Times, 14 ottobre 2009, reperibile su:

http://www.washingtontimes.com/news/2009/oct/14/droves-of-recruits-likely-to-ease-burden-on-troops
[2] Joseph Rhee, Tahman Brdley e Brian Ross: U.S. Military Weapons Inscribed With Secret 'Jesus' Bible Codes, ABC News, disponibile su:
http://abcnews.go.com/Blotter/us-military-weapons-inscribed-secret-jesus-bible-codes/story?id=9575794
[3] Tim Reid: Blackwater accused of murder in 'crusade to eliminate Muslims', The Sunday Times, 6 agosto 2009, reperibile qui:
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article6740735.ece
[4] Helen Kennedy: George Bush got memos from Rumsfeld that used Scripture to push Iraq war, 18 maggio 2009, reperibile su:
http://www.nydailynews.com/news/national/2009/05/18/2009-05-18_rummys_memos_suggest_a_crusade_after_all_used_scripture_to_prod_w_in_iraq_war.html

Saturday 23 October 2010

Glenn Greenwald: L'Iran ha bisogno di severe lezioni di libertà

Ecco l'ultimo scandalo di malvagità da parte degli Hitler persiani:

Il ministro iraniano dell'intelligence ha confermato mercoledì che ai due cittadini statunitensi detenuti per più di un anno verrà fatto un processo, dice un comunicato.
“I due americani saranno processati”, ha detto l'agenzia ISNA, citando il ministro dell'intelligence Heidar Moslehi. “Consegneremo tutte le prove che abbiamo alla magistratura”.
Le segretaria di stato Hillary Clinton ha detto ai giornalisti martedì di aver sentito che Shane Bauer e Josh Fattal dovevano essere processati il 6 di novembre, ma che continuava a sperare che sarebbero stati rilasciati.

Sarebbe ora che insegnassimo agli iraniani le basi della democrazia e della libertà. Ogni persona civilizzata sa che i detenuti stranieri si trattano così in una Nazione Libera e Democratica:

L'amministrazione Obama ha deciso di continuare a tenere in custodia senza processo quasi 50 detenuti nella prigione militare di Guantánamo Bay a Cuba perché una task force di alto livello ha stabilito che sarebbe troppo difficile processarli a norma di legge ma troppo pericoloso lasciarli in libertà, ha dichiarato un portavoce dell'amministrazione giovedì.

Difficile esprimere a parole quanto debbano essere paranoici e complottisti questi iraniani per andare a pensare che gli americani che in incognito entrarono nel loro paese senza autorizzazione si trovassero lì per motivi diversi da turismo accidentale. Chi può mai avergli messo in testa un'idea così bizzarra?

La 'guerra segreta' degli USA si espande globalmente, con un ruolo più ampio dato alle forze per Operazioni Speciali.
Dietro le promesse di diplomazia dalla voce vellutata e oltre alle zone di conflitto in Afghanistan e Iraq, l'amministrazione Obama ha notevolmente espanso una guerra, in gran parte segreta, contro al-Qaida e altri gruppi estremisti, secondo alti ufficiali militari e dell'amministrazione.
Le forze per le Operazioni Speciali sono aumentate sia in numero che in budget, e sono ora impiegate in 75 paesi, rispetto ai 60 all'inizio dell'anno scorso...
Un vantaggio di usare corpi 'segreti' per simili missioni è che queste discutono raramente le loro operazioni in pubblico. Per un presidente Democratico come Obama, regolarmente criticato da ogni lato dello spettro politico per troppa o troppo poca aggressione, i bombardamenti della CIA in Pakistan – ufficialmente negati - con droni UAV, assieme agli unilaterali attacchi americani in Somalia e a operazioni parallele in Yemen, costituiscono utili strumenti politici.
Obama, ha dichiarato un alto ufficiale, “ha autorizzato cose che amministrazioni precedenti non avevano osato autorizzare”.

Ora, solo perché stiamo segretamente infiltrandoci e interferendo praticamente in ogni paese musulmano del pianeta, o perché stiamo attivamente aiutando i gruppi ribelli all'interno dei loro specifici paesi, non c'è ragione di sospettare di spionaggio degli americani che entrano illegalmente nel loro territorio. Questo è talmente ovvio; e gli americani non avrebbero mai simili ostili sopetti nei confronti di iraniani sorpresi a entrare illegalmente negli Stati Uniti.
Chiaro, queste non sono novità. Avevamo già visto l'immensa disparità tra i Valori della Libertà degli USA e l'Iran quando i Tiranni persiani innescarono un'orgia internazionale d'indignazione per aver detenuto una giornalista americana per ben due mesi (dopo che era stata condannata per spionaggio) prima che un tribunale d'appello iraniano ordinasse il suo rilascio, in contrasto con il modo in cui i Leader del Mondo Libero imprigionarono un cameraman di Al Jazeera a Guantánamo senza la benché minima accusa prima di rilasciarlo celermente dopo soli sette anni (nonché altri numerosi esempi di detenzione per anni di giornalisti in Iraq senza un processo). Non è il caso di ripetere che il sistema di giustizia iraniano è una farsa, ma perlomeno si fa lo sforzo di fare un processo prima di mettere in gabbia delle persone.

* * * * *

A proposito del bisogno di insegnare all'Iran e ad altre tiranniche nazioni i valori della Democrazia e della Libertà, diamo un'occhiata qui:

(1) In un rapporto della Electronic Frontier Foundation:
Venerdì scorso, in un rapporto consegnato alla Corte d'Appello per il Nono Circuito, l'amministrazione Obama ha continuato la battaglia quinquennale del governo per assicurarsi che nessun giudice possa mai deliberare sulla legalità del programma di sorveglianza senza mandato della National Security Agency – noto come dragnet – che fu inizialmente rivelato dal New York Times e dettagliato in documenti tecnici forniti dall'ex impiegato della AT&T Mark Klein... Il governo dedica gran parte del rapporto sostenendo la stessa cosa che sostiene da cinque anni in tutti i casi di sorveglianza senza mandato: cioè che ogni tentativo da parte dei tribunali di giudicare la legalità di questo sistema di sorveglianza violerebbe il privilegio del segreto di stato e comprometterebbe la sicurezza nazionale.
Ho passato la mattinata a riguardare ciò che i Democratici e progressisti avevano detto e scritto a suo tempo ogni volta che il Dipartimento di Giustizia di Bush invocava il privilegio del “segreto di stato” per proteggere il loro programma illegale di sorveglianza dallo scrutinio della magistratura. Probabilmente ne scriverò a breve, ma le condanne erano piuttosto accorate, senza molti limiti di retorica. Sembrava ci fosse il consenso che un simile comportamento fosse al nadir dell'illegalità e della rimozione dei leader politici da ogni parvenza di rispetto della legge.

(2) Scott Horton in Harper's esamina i documenti che riguardano la prigione segreta che l'amministrazione Obama starebbe mantenendo in Afghanistan e i seri abusi che vi hanno luogo.

(3) Keith Olbermann e Jonathan Turley hanno dibattuto lunedì sera sugli fatti sforzi del Dipartimento di Giustizia di Obama per proteggere tutti i membri del gabinetto di Bush dalle responsabilità nei loro abusi nella Guerra al Terrore, e del loro successo nel persuadere la Corte Suprema a rivedere i loro argomenti sull'immunità, e su ciò che questo potrebbe significare per la responsabilità giuridica e la legalità in uno stato democratico. Vale la pena vederlo:

http://www.msnbc.msn.com/id/3036677//vp/39731486#39731486

AGGIORNAMENTO: Jamie Kilstein e Allison Kilkenny sono due giovani e intelligenti commentatori politici che presentano un'interessante trasmissione radiofonica chiamata “Citizen Radio", che si può ascoltare qui. Mi hanno intervistato la scorsa settimana su vari argomenti (compresa la pagella di Obama per qunto riguarda i diritti civili, la Guerra alle Droghe, il supporto per partiti alternativi, cani, etc). L'intera intervista di 25 minuti si trova qui (inizia circa al ventottesimo minuto dell'episodio) e una riduzione video di nove minuti è disponibile qui:

http://www.youtube.com/watch?v=BYF37i_EPAk

Questa settimana il loro ospite è Noam Chomsky e, per chi fosse interessato, la discussione si trova qui.

AGGIORNAMENTO II: Numerosi lettori mi hanno scritto dicendo che questi due americani accusati di spionaggio dagli iraniani sono in realtà nient'altro che degli alpinisti, e alcuni hanno suggerito che forse sono stati catturati nel lato iracheno, e non iraniano, del confine. Io non ho affermato, né implicato che fossero colpevoli di chissà che. Non mi sorpenderebbe affatto se gli USA stessero inviando agenti in incognito in Iran (anzi, mi sorprenderebbe se così non fosse), né mi sorprenderebbe se il governo iraniano stesse muovendo false accuse contro persone che intende arrestare. Il punto per me sono i due pesi e due misure usati per discutere il nostro comportamento quando confrontato con quello di altri paesi che vogliamo demonizzare, e le narrative della propaganda che invariabilmente influenza il modo in cui comprendiamo le nostre azioni rispetto a quelle delle Nazioni Malvagie.

Pubblicato il 21 ottobre 2010 su:
http://www.salon.com/news/opinion/glenn_greenwald/2010/10/20/iran/index.html

Monday 18 October 2010

Giustizia per le vittime di Goldstone!

di Rinaldo Francesca

Ebbene sì, bisogna tristemente ammettere: non c'è mai fine alla persecuzione, hey? Ciò che è avvenuto in un tribunale militare israeliano due settimane fa, con raccapriccio di tutto quello che orgogliosamente chiamiamo il “mondo libero”, non è che la conferma che la crociata per i diritti del povero staterello d'Israele, ivi comprese le sue Forze di Difesa, non avrà fine (usiamo qui il termine “difesa” in senso lato, non ce ne vogliate).
Il diritto, per esempio, di esistere, toh. O il diritto di potersi difendere. O il diritto di poter usare bambini come scudi umani. E via discorrendo.
Ma non precipitiamo: un micro-passo indietro, se ci è permesso, per stabilire un po' di doveroso background.
Reperiamo su Ha'aretz del quattro ottobre 2010 che due sergenti delle IDF sono stati riconosciuti colpevoli, da un tribunale militare, di aver usato un bambino come scudo umano durante le manovre d'incursione in Gaza nell'operazione Piombo Fuso, tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.
“Secondo la sentenza, i due soldati avrebbero ordinato a un bambino di 11 anni di aprire dei sacchi che si riteneva contenessero delle bombe” [1].
Come-come? Neanche questo si può più fare adesso???
Dove andremo a finire? E pensare che c'erano una volta i bei tempi in cui simili allegre zingarate finivano a tarallucci & vino, come ad esempio durante la missione a Jenin nel 2002, nella quale “i soldati delle Forze di Difesa Israeliane costrinsero otto civili a fargli da scudo facendoli stare in piedi su un balcone mentre da dietro i soldati sparavano a dei guerriglieri palestinesi” [2].
Beh, scordatevelo: puff! Ormai ai militanti – pardon, militari – dell'IDF non resta che esprimere la loro sconsolata solidarietà verso i loro camerati protestando in silenzio quest'ingiustizia davanti alle corti del tribunale militare del Comando Sud. Alcuni di loro infatti, obbedendo alla chiamata, si sono presentati in loco, con la loro disarmante aria di muta e decorosa indignazione, pronta a essere sfoderata ai primi segnali di avvistamento di un fotografo, e indossando delle magliette che – scusate – sono semplicemente di-vi-ne! Di un bel nero sexy, e con quella scritta bianca, proprio nel mezzo, che recita: “Siamo Tutti Vittime di Goldstone” (foto), dimostrazione definitiva che, come saggiamente diceva Boy George, “stile e contenuto vanno mano nella mano” [3].
Àp0ti sta semplicemendo morendo dalla voglia di sapere dove si possano comprare quelle favolose magliette e, se ascoltiamo attentamente, siamo certi di poter sentire il rumore di Jean-Paul Gaultier nell'atto di prendersi a calci nella testa per non averci pensato lui per primo.
Richard Goldstone, non abbiamo bisogno di ricordarvi, è quel tal giudice che fu l'anno scorso a capo di una missione per investigare per conto dell'ONU i possibili crimini di guerra e le violazioni di diritti umani durante l'Operazione Piombo Fuso, in cui le IDF riuscirono a totalizzare un punteggio di circa 1400 morti tra gli abitanti di Gaza, all'immarcescibile insegna dell'autodifesa. Implacabilmente, nel suo rapporto di 575 pagine [4], Goldstone identificò effettivamente – fra altre cose - attacchi indiscriminati da parte delle Forze Armate Israeliane, che portarono a perdite e ferimenti di civili (capitolo X), attacchi deliberati contro la popolazione civile (capitolo XI), attacchi sulle fondamenta della vita civile a Gaza (capitolo XIII) e uso di civili palestinesi come scudi umani (capitolo XIV).
Inutile dire che in Israele, da due anni a questa parte, Goldstone è il nuovo Goldstein, ovvero il perfido traditore che sputa veleno contro gli eroici soldati per fiaccarne l’amor patrio. Diciamo questo per coloro che non avessero ancora aggiornato i loro appunti per i due minuti d’odio.
Allarmante è poi il momento di défaillance – solo così si può spiegare – dell'italica censura che, sbadigliando sul posto di guardia, si è lasciata sfuggire questa notizia, consentendole di arrivare sul Corriere dell'Impero sotto forma di un trafiletto di ben novanta parole. [5] Possibile che non vi sia più niente di efficiente in questo benedetto paese? Oggesù, proprio quando i nostrani apologisti per lo stato con la stella ritenevano finalmente di potersi concedere un meritato riposo – dopo l'ottimo lavoro svolto nel riuscire a spacciare il rispetto parziale del diritto internazionale come una generosa concessione da parte di Netanyahu [6] – rieccoli adesso tormentati, a contemplare l'orrore di doversi nuovamente rimboccare le maniche, dovesse questa notizia avere una pur flebile eco, e riscrivere l'ennesima, contorta spiegazione che educhi noi, popolo ignorante, sul perché questa sentenza è ingiusta. D'altronde, con grandi poteri vengono grandi responsabilità, come dicevano in Spiderman...

[1] Anshel Pfeffer: Soldiers convicted of using boy, 11, as human shield during Cast Lead, 04/10/10, reperibile su:
http://www.haaretz.com/print-edition/news/soldiers-convicted-of-using-boy-11-as-human-shield-during-cast-lead-1.317008
[2] Israel/Occupied Territories: Jenin War Crimes Investigation Needed, Human Rights Watch, 3 maggio 2002, citato anche in Paolo Barnard: Perché Ci Odiano, 2005, p. 274, e disponibile su:
http://www.hrw.org/en/news/2002/05/02/israeloccupied-territories-jenin-war-crimes-investigation-needed
[3] Boy George's Quotes, trovata su:
http://www.brainyquote.com/quotes/authors/b/boy_george.html
[4] Rapporto Goldstone:
http://www2.ohchr.org/english/bodies/hrcouncil/specialsession/9/docs/UNFFMGC_Report.pdf
[5] Israele, condannati due soldati, Corriere della Sera, 4 ottobre 2010, disponibile su:
http://archiviostorico.corriere.it/2010/ottobre/04/Israele_condannati_due_soldati_co_8_101004038.shtml
[6] Israele apre a moratoria insediamenti. Da Abu Mazen no ai compromessi, Repubblica, 11 ottobre 2010:
http://www.repubblica.it/esteri/2010/09/24/news/insediamenti_e_colonie_israele_pronto_a_compromesso-7374317/index.html?ref=search

Monday 11 October 2010

Slavoj Žižek: il multiculturalismo liberale nasconde un vecchia barbarie dal volto umano

Il Guardian di domenica 3 ottobre ha dato spazio a una riflessione dell'intellettuale Slavoj Žižek. Dopo una lettura dell'articolo, e attanagliati dal dilemma di decidere tra profonda analisi del nostro tempo, sottolineatura dell'ovvio, o semplice masturbazione mentale senza applicazioni pratiche, ma non priva di entertainment value, chiediamo umilmente il vostro aiuto. Di che si tratta?

In tutta Europa, le politiche dell'estrema destra ci stanno infettando con il bisogno di leggi anti-immigrazione 'ragionevoli'.
Le recenti espulsioni dei Roma, o zingari, dalla Francia hanno attirato proteste da tutta Europa – dai media liberali ma anche da politici di alto rango, e non solo quelli di sinistra. Ma le espulsioni sono continuate, e sono solamente la punta di un iceberg ben più vasto nelle politiche europee.
Un mese fa, un libro di Thilo Sarrazin, un direttore di banca che veniva considerato vicino ai Social-democratici, ha fatto scalpore in Germania. La sua tesi è che l'entità tedesca è in pericolo perché a troppi immigrati viene lasciato il permesso di conservare la loro identità culturale. Nonostante il libro, intitolato La Germania Si Distrugge da Sé, sia stato enormemente condannato, il suo notevole impatto lascia capire di aver toccato un nervo.
Incidenti di questa natura sono visti sullo sfondo di una ristrutturazione a lungo termine dello spazio politico nell'Europa dell'est e dell'ovest. Fino a poco tempo fa, la maggior parte dei paesi europei era dominata da due partiti principali, che raccoglievano la maggioranza dell'elettorato: un centro-destra (cristiano-democratico, liberal-conservatore, popolare, etc.) e un partito di centro-sinistra (socialista, social-democratico), con piccoli partiti (ecologisti, comunisti) che si indirizzavano a un elettorato più ristretto.
Recenti risultati elettorali sia nell'ovest che nell'est indicano l'emergere di una polarità differente. Adesso c'è un partito centrista che sostiene il capitalismo globale, solitamente con una direzione culturalmente liberale (per esempio, tolleranza nei confronti di aborto, diritti dei gay, minoranze etniche e religiose). Opposto a questo, esiste un sempre più forte partito populista anti-immigranti che, ai suoi estremi, accoglie gruppi apertamente razzisti e neo-fascisti. L'esempio migliore di ciò è la Polonia dove, dopo la scomparsa degli ex-comunisti, i partiti principali sono il centrista partito liberale, “anti-ideologico” del primo ministro Donald Tusk e il partito conservatore cristiano di Legge e Giustizia dei fratelli Kaczynski. Tendenze simili sono riscontrabili nei Paesi Bassi, in Norvegia, in Svezia e in Ungheria. Come ci si è arrivati?
Dopo decenni di speranza tenuta insieme dallo stato sociale, quando i tagli finanziari venivano spacciati come provvisori, e sostenuta da promesse che le cose sarebbero presto tornate alla normalità, stiamo entrando in un'epoca nella quale la crisi – o piuttosto una sorta di stato economico di emergenza, accompagnata dalla necessità di ogni sorta di misure di austerity (tagliare i sussidi, ridurre i servizi sanitari e d'istruzione, rendere i lavori precari) è permanente. La crisi sta diventando il nostro modo di vita.
Dopo la disintegrazione dei regimi comunisti nel 1990, siamo entrati in una nuova era in cui la forma predominante dell'esercizio del potere di stato è divenuta la squadra di esperti, depoliticizzati, e una coordinazione di diversi interessi. L'unico modo per introdurre un po' di passione in questo tipo di politica, l'unica maniera di mobilitare attivamente le persone è attraverso la paura: la paura degli immigranti, la paura del crimine, la paura della depravazione sessuale e senza dio, la paura dell'eccessivo potere dello stato (con il suo fardello di tasse e controllo), la paura della catastrofe ecologica, nonché la paura di essere infastiditi (la correttezza politica è un esempio della versione liberale di queste politiche della paura).
Una simile politica fa affidamento sulla manipolazione di una moltitudine paranoica – gli spaventosi comizi di donne e uomini spaventati. È per questo che il grande evento della prima decade di questo nuovo millennio è stato quando le politiche anti-immigrazione sono divenute mainstream e hanno finalmente tagliato il cordone ombelicale che le aveva tenute legate ai partiti della minoranza di estrema destra. Dalla Francia alla Germania, dall'Austria all'Olanda, nel nuovo spirito dell'orgoglio nella propria identità storica e culturale, adesso i partiti di maggioranza trovano accettabile sottolineare che gli immmigranti sono ospiti che si devono adattare ai valori culturali che definiscono la società ospite - “è il nostro paese: amatelo o abbandonatelo” è il messaggio.
I liberal-progressisti sono naturalmente orripilati da questo razzismo populista. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela come la loro tolleranza multiculturale e il rispetto delle differenze condivide con chi si oppone all'immigrazione il bisogno di tenere gli altri a dovuta distanza. “Gli altri mi stanno bene, io li rispetto” dicono i liberali “basta che non mi vengano troppo vicino, perché a quel punto mi infastidiscono – sostengo pienamente questa affirmative action, ma non ho intenzione di ascoltare il rap ad alto volume”. Ciò che sta emergendo sempre più come diritto umano nelle società tardo-capitaliste è il diritto di non essere infastiditi, cioè il diritto di rimanere a una distanza di sicurezza dagli altri. Un terrorista i cui piani letali vanno sventati deve rimanere a Guantánamo, la zona grigia, svuotata del diritto di legge; un ideologo fondamentalista dovrebbe messo a tacere perché sparge l'odio. Persone del genere sono individui tossici che disturbano la mia pace.
Oggi sul mercato troviamo tutta una serie di prodotti privati delle loro proprietà maligne: il caffè senza caffeina, la panna senza grassi, la birra analcolica. E la lista continua: perché non il sesso virtuale come sesso senza sesso? La dottrina di Colin Powell della guerra senza perdite (dal nostro lato, naturalmente) come guerra senza guerra? La ridefinizione contemporanea di politica come arte di amministrazione di esperti, ovvero di politica senza politica? Questo ci porta al multiculturalismo liberale e tollerante di oggi, come l'esperienza dell'Altro senza la sua Altritudine- una versione decaffeinata dell'Altro.
Il meccanismo di questa neutralizzazione fu formulato nel 1938 da Robert Brasillach, l'intellettuale fascista francese, che si considerava come un antisemita “moderato” e inventò la formula di antisemitismo ragionevole. “Ci consentiamo il permesso di applaudire Charlie Chaplin, metà ebreo, al cinema; possiamo ammirare Proust, metà ebreo; applaudire Yehudi Menuhin, ebreo; … Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare alcun pogrom. Me pensiamo anche che il modo migliore per impedire le azioni, sempre imprevedibili, dell'antisemitismo istintivo sia di organizzare l'antisemitismo ragionevole".
Non è all'opera questo stesso atteggiamento nel modo in cui i nostri governi stanno combattendo la “minaccia dell'immigrazione”? Sentendosi nel giusto per aver rifiutato il razzismo populista diretto, in quanto irragionevole e inaccettabile per i nostri standard democratici, sostengono misure “ragionevolmente” o, come i Brasillach di oggi, alcuni di loro anche tra i Social Democratici, ci dicono: " Ci consentiamo il permesso di applaudire atleti africani e dell'Europa dell'est, dottori asiatici, programmatori indiani. Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo organizzare alcun pogrom. Me pensiamo anche che il modo migliore per impedire le azioni, sempre imprevedibili, dell'anti-immigrazione istintiva sia di organizzare l'anti-immigrazione ragionevole".
Questa visione della sterilizzazione del prossimo indica un chiaro passaggio dalla barbarie diretta alla barbarie del volto umano. Rivela il regresso dal cristiano verso il pagano privilegiare la propria tribù contro il barbaro Altro. Anche se mascherata da difesa dei valori cristiani, è questa la più grossa minaccia all'eredità cristiana.